Un incontro


L'altro giorno, nella stazione di Bologna, si è avvicinato un uomo per chiedermi se anch'io aspettassi il treno per Rimini diretto a Lecce. Non  gli avrei dato cinquant'anni di età, con un ragazzo al seguito e tante valigie come se, invece di un viaggio, stesse facendo un trasloco e, dopo aver assodato che aspettavamo lo stesso treno, mi ha guardato come per leggermi negli occhi. Mi ha colpito molto per assomigliare in modo preciso e identico a mio nonno Aniello, mentre cominciava a parlare senza darmi alcuna possibilità di replicare. Il suo viso era privo di rughe, i suoi occhi limpidi e pieni di energia, un fisico asciutto, alto, settant'anni di età. Sono rimasta a bocca aperta e per lo stupore lo ascoltavo come un oracolo. Oltre all'età sorprendente, per quanto fosse giovanile nel fisico, ha cominciato a dire frasi di contenuto filosofico come se la sua vita fosse passata all'insegna di verità  provate. Ha cominciato col dire che aveva viaggiato tanto in ogni parte del mondo e che l'India, visitata più volte, era un paese poverissimo, il più povero mai visto dai suoi occhi, rimastogli nel cuore. "Sa perchè ho questo aspetto? Il mio fisico scattante è frutto di scalate e di trekking, dello yoga e del vivere secondo la mia indole". Diceva anche che, per vivere bene, non ci dev'essere contrasto tra quello che abbiamo dentro e il vivere fuori. Una frase in particolare è rimasta scolpita in me per quanto è vera:" Bisogna avere rapporti chiari, sereni, e quello che abbiamo dentro di noi nascosto, perchè pensiamo che appartenga solo a noi, è più importante di quello che diciamo. Sono le cose che non diciamo, invece delle parole dette, ad avere importanza nella nostra vita. Il nostro fiume interiore è di gran lunga più interessante della vita che avviene fuori di noi. Lì è rinchiuso il nostro essere vero e va svelato e non nascosto come siamo soliti fare. Vivere bene, è vivere sereni". Poi, rivolto al nipote, un ragazzo di quindici anni, diceva di portarlo con sè girando il mondo per sottrarlo a due genitori separati, sempre in conflitto tra  loro. Questo nipote apprendeva da lui tradizioni familiari che  possono dare solo i nonni. C'era tra loro due un rapporto bellissimo e  il nipote ascoltava incantato il nonno e, talvolta, con accento francese,  diceva anche lui  il suo pensiero in proposito. E' stato un fiume di parole che mi ha letteralmente invaso. Mi ha confidato che andava dalla sua mamma, giù in Puglia, mentre mi chiedevo quanti anni avesse  sua madre, e poi sarebbe tornato in Svizzera. Ormai in pensione, girava ancora per il mondo per farlo conoscere al ragazzo, d'accordo con sua moglie che assecondava la sua passione. E' stato un incontro per me fatale. Mi ha fatto scoprire  verità che a volte diamo per scontate e quante pillole di saggezza ha emesso con dolcezza e amore di voler tramandare le sue esperienze e la voglia di far scoprire la bellezza della vita. Poi, all'arrivo del treno, ci siamo divisi salendo in due carrozze diverse e mi è dispiaciuto di non conoscere  il suo nome. Mi sono rimasti dentro i suoi occhi così belli, di una bellezza  che non può essere spiegata con canoni estetici ma piuttosto con quelli di una mente lucida e serena. Nella vita, a volte, ci sono incontri che, solo dopo ci accorgiamo di quanta importanza abbiano avuto  e di quali cambiamenti  abbiano operano in noi.

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1 commento:

  1. Nella vita, a volte, ci sono incontri che, solo dopo ci accorgiamo di quanta importanza hanno avuto e di quali cambiamenti operano in noi.

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