Scrivere, leggere, spendere.

Leggere, sfortunatamente per chi scrive, non è un vizio!
Chi fuma spende in sigarette anche se non può permetterselo; chi gioca spende sperando che la fortuna lo baci; chi ama la buona cucina spende un capitale per rimpinzarsi per poi spenderne  altrettanto per curare gli eccessi; chi è vanitoso spende in cure di bellezza e prodotti che oggi costano un patrimonio; chi ama le vacanze spende per i sacrosanti giorni da passare al mare! Ma il vizio di leggere, mi chiedo, chi ce l'ha? Quasi nessuno!!!
 
Quando un libro capita tra le mani, lo si osserva a freddo, sottoponendolo  al tatto e alla vista, lo si sfoglia per qualche pagina e si crede di saperne qualcosa così  e dopo si decide se leggerlo o meno, infine se comprarlo! Sì, perché lo si leggerà dopo che lo ha letto l'amica, il vicino, il nonno, il nipote e via dicendo per arrivare a noi già stravolto da mille mani che lo hanno sfogliato per poi mandarlo altrove senza dargli una identità, una appartenenza.
E poi cosa dire di chi il libro pensa di doverlo avere come un beneficio per qualcosa o per essere  l'amico, il vicino, il collega, il familiare... Un libro dovrebbe restare a noi per sempre e poterlo riprendere e rileggere ogni volta  le pagine più belle, quelle che ci hanno colpito. I libri sono amici muti che ci rendono le parole giuste, le atmosfere, i sogni, le notizie, le trame... Ma il vizio di leggere non è nemmeno contemplato.
Se fosse un vizio, spendendo poco, allargheremmo i nostri orizzonti e non solo i giri di epa. Invece il vizio di leggere è pura utopia, oggi scriviamo in tanti e molti credono che il boom sia dovuto a vantaggi economici oltre che personali. Chi ci gira intorno è portato a credere che ci si può arricchire ma si pensa che comprando libri si vada a rimpinguare le tasche dell'amico scrittore, quasi fosse un'offesa leggere un suo libro. E come definire quelle persone che si reputano amiche ma non sanno niente di quello che hai scritto, degli  sforzi che il libro è costato, e che poi lentamente si allontanano credendo che da ora in poi  esserti amico abbia  un costo.
O come definire quelle persone  che  parlano di tutto tranne che della tua scrittura, come se fosse "l'innominato" lasciando intendere di tenerla fuori dalla sua portata. Ancora ci sono quelli che partecipano alle presentazioni, sembrano attenti, motivati ma vanno via senza aver comprato il libro, una forma di subdolo snobismo. Credere che un autore che si avvicina alla scrittura possa arricchirsi con i libri è pura fantascienza!
E' semplicemente una passione! Ecco, credo che ci voglia più rispetto per chi scrive, chi ha profuso del tempo, oltre che a dare gli occhi alla luce e il fondoschiena alla sedia per ore e giorni (come dice un mio amico)...e poi vedere che in libreria si vendono le trilogie sul sesso, di tutti i colori con  prezzo tre volte il costo di un libro normale e che, per sapere tutto sull'argomento, dovrai quasi farti un mutuo, oserei dire offensivo per chi, pur non potendoselo permettere, ostenta il suo "caro" libro o meglio carissima trilogia sul comodino, sì perché bisogna consultarla al momento giusto, altrimenti come far fruttare il caro prezzo? O ancora venire a sapere che in "alto loco" i libri se li fanno scrivere, tanto cosa ci vuole a creare un'operazione commerciale? Ci sono, ovviamente, tra autori, anche coloro che credono di avere già un nome, ma viene un senso di nausea  a girare tra le pagine  dei loro libri, dove non c'è nulla di nuovo se non il solito leitmotiv di sesso, droga e potere, di cui siamo già ampiamente informati nella realtà, ma sono convinti di essere ormai oltre un confine e lontani dalla massa, ciarpame di scrittorucoli da strapazzo che riempiono le scrivanie più che le librerie. La lettura  è uno strumento per fini che non sono per forza quelli culturali! Di solito leggiamo autori stranieri e si sa, nessuno è profeta in patria!  E poi i libri non hanno mai fatto mangiare a nessuno se non  quando sei  un nome prestigioso e di valore, scrivi con passione e dimentichi che gli editori stanno al sole campando di rendita coi tuoi libri, e quando ti chiameranno per le presentazioni offrendoti viaggi, alberghi, e tutto un corollario di contorno invece di essere tu organizzatore e agente di te stesso. Tanto di cappello per costoro che oltretutto mantengono il decoro e il buon nome della categoria
. Scrivere è una passione quando non lo si fa per soldi e sotto pressione editoriale, leggere è una fortuna per gli autori ed editori e un valido interesse per i ben motivati; spendere è un lusso con cui si acquistano beni la cui dipendenza può diventare un vizio; leggere non è un vizio, implica la ragione e il vizio non ha ragione!

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