Come il gambero

           Ci sono giorni che ci donano una lentezza che sembra non appartenerci. Ormai si corre, lottiamo  per azzerare l'ansia, i tempi, i costi.  Ma ci pensa settembre ad allentare il ritmo.
 
Settembre...è il mese della nostalgia. In questo mese ci fermiamo per raccogliere i ricordi sia quelli vicini che  lontani  e  restiamo a riflettere. Come unico antidoto per liberarcene non ci resta che accoglierli.
 


E' come il procedere del gambero, quello di andare a ritroso nel tempo per poi ritornare al presente quando stiamo affogando nei ricordi. E' una forma di cura che mettiamo in atto per difesa, una corazza per riservarci di procedere con entusiasmo e lasciare andare quello che non c'è più.
Ma stranamente a settembre arrivano i  ricordi anche da più lontano: quelli ai quali non pensavi più e nemmeno ricordavi, quelli che credevi di aver perso, quelli che ci fanno tornare alla memoria gli altri e ce ne sono alcuni che  hanno il  coraggio di metterci in ginocchio, di farci stare male, di renderci come i bambini quando non sanno cosa fare. Sono proprio questi che arrivano come venti impetuosi che aprono ogni  porta e ogni finestra del nostro animo, a darci la spinta per propositi nuovi e  grandiosi per il futuro. Una sorta di carburante, un modo per reagire e mentre stiamo male per i tanti passi indietro poi cominciamo a scappare per  rifugiarci nel presente dove abbiamo l'urgenza di costruire il nostro futuro.
 
La memoria più nostalgica è aiutata in questo mese dalla luce più dolce e soffusa, dall'aria più fresca e ricca di profumi, i giorni della scuola che rappresentano il ricominciare, il costruire, il partire e il guardare avanti. Se poi aggiungiamo un paesaggio tenero e ricco di bellezze soffuse,  un po' a riposo per i bagliori con cui si sono presentati all'estate, allora capiamo come tutto contribuisca a farci dondolare in una  nostalgia sonnolenta. Essa non è un sentimento negativo, tutt'altro, è un modo per non far cadere in oblio le cose, per dare valore nel corso della nostra vita, a tutti quegli eventi e quelle cose che ci hanno formato, ci hanno rafforzato e forse anche deluso senza le quali però non avremmo la misura di quello che fa per noi, di quello che ci manca da morire e di quello per cui combattiamo. E' un modo, la nostalgia, per valutare i nostri sentimenti, per controllare quanto sono cambiati e quanto ci hanno cambiato, di quanta forza siamo capaci di mettere nella  nostra vita e di cosa ci manca per raggiungere tutto quello che desideriamo. Settembre porta con sé dal mare e dal sole, dalle serate ricche e sontuose con amici, dalle bravate e dalle stancate, la voglia di prolungare i momenti belli dandoci quella forza per affrontare scuola, lavoro e nuovo ritmo che riprende.

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"Le stelle..." a Sorrento

          Ieri sera alla Libreria Tasso di Sorrento ho presentato ancora una volta il mio libro "Sotto le stelle d'agosto" edito da Graus Editore. Dopo tante presentazioni andando su e giù per città e luoghi sempre diversi, è stata una grande emozione presentare in un luogo della mia penisola. E' stata una serata all'insegna della serenità e del piacere a cominciare da quello di esserci ed essere insieme a un pubblico caloroso e interessato e venuto per partecipare, con persone che si sono adoperate per il felice esito della serata. Avrei da raccontare molte cose come  accade in questi eventi a cominciare dalle emozioni e gli stati d'animo che non sono da meno per la buona riuscita della serata. Voglio invece cominciare con le persone che hanno contribuito a rendere una semplice serata di presentazione un evento piacevole, per niente monotono e anche divertente, a cominciare da Ciro Daino, Piera Guazzoni, Claudia Scaramellino, Teresa Forte con i suoi musicisti Tonino Suarato e Giuseppe Bagnasco e poi Francesca Pasqua, e i magnifici proprietari della libreria che sono stati attenti e vigili su ogni cosa oltre, e non da ultimo, il pubblico.
 
      Sembrava di essere nella regia di un film, dove ogni particolare era stato preparato sapientemente e mi sono trovata a mio agio per tutta la serata. Di una serata resta in me anche il pubblico: i loro sguardi dai quali percepisco il grado di interesse, il modo come si avvicinano per chiedere o farsi autografare il libro, come guardano pensando che da questa parte ci sia una persona onnipotente con poteri non proprio normali. E poi mi emozionano le persone che nel chiedermi il libro mi raccontano di loro. Quest'ultimo caso è quello che mi intenerisce di più, sì, quando raccontandomi di loro, si immedesimano nelle storie e ne diventano protagonisti. Sono emozioni che non si possono spiegare perfettamente ma in questi momenti registro tutto:  pensieri, idee, spunti, ricordi, passaggi che, se li scrivessi, potrei riempire quaderni e poi libri. La parte vera di una presentazione è questa, senza la quale il tutto sarebbe irrilevante.
Ieri sera il pubblico è stato un grande protagonista. Grazie a tutti voi e vi aspetto alle prossime!


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