Intermittenze

L’altro giorno al parcheggio c’era una donna con telefonino in mano  e si guardava intorno come a cercare qualcuno. L'ho guardata e sono salita in macchina. Mentre mi allacciavo la cintura e inserivo la chiave, ho sentito la portiera posteriore aprirsi e una voce che mi diceva:” E quando l’hai comprata questa macchina?” Mi sono girata e ho visto due grosse buste della spesa appoggiate dietro, da una emergeva un pezzo di pane, una marsigliese, proprio quella che piaceva a mamma. In quel momento ho pensato a qualcuno che non avevo riconosciuto e mi chiedevo chi fosse. La voce era di mia madre e nell’illusione non mi sono mossa, come ipnotizzata a pensare che tornava…con le buste della spesa, con quella sua voce inquisitrice, con la sicurezza che aveva quando era certa di  una cosa…E’ stato un attimo me la sono ritrovata accanto, seduta, pronta a chiudere la portiera... una donna che non ho nemmeno guardato. Poi ho realizzato cosa stesse accadendo. Mi sono slacciata la cintura e scesa repentinamente presa dalla paura visto che mi trovavo accanto una sconosciuta. La signora, accortasi dell’errore, è scesa, ha preso le buste e si è scusata, in verità nemmeno tanto. Forse è rimasta delusa di non trovare la figlia al mio posto. Questo episodio mi ha inquietato molto. Mi sono subito chiusa in macchina a difendermi da qualcosa, forse da quello che che il pensiero sovrapponeva alla realtà.

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Qualcun altro avrebbe preso il fatto per quello che era, io, da una semplice immagine: le buste della spesa come era solita appoggiarle mia madre e quella voce sicura che tante volte mi risuona ancora nelle orecchie, mi sono lasciata andare al suo ricordo. Mi sono preoccupata e spaventata per lo slancio che avevo dato alla possibilità di riavere quello che mi mancava, perdendo  il senso della realtà. Rincorrendo il  ricordo non ho percepito il pericolo nel caso quella persona avesse avuto cattive intenzioni. Tutti ci lasciamo andare ai ricordi quando questi nascono da un bisogno e quella donna cercava sua figlia e l’ha vista in me. A volte sogno e realtà si confondono, la prova che  i pensieri si incarnano  intorno a noi. I desideri diventano realtà e i sogni,  che nascono dai nostri bisogni e ricordi, interferiscono continuamente con la realtà. Viviamo dimensioni diverse che non sempre sono controllate dalla ragione, troppo fredda per capire, e assiste impotente come se un circuito più intenso la mettesse da parte. La vita, una continua intermittenza e interferenza di programma, e non mancano le epifanie come come raccontano Joyce o Svevo, o un bisogno di vivere come in una malattia tutta nostra per non ascoltare il mondo.


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