Fa discutere la frase
pronunciata dalla sottosegretaria alla
cultura Lucia Borgonzoni di non leggere da tre anni, tanto più per il ruolo che
occupa e non per “la superiorità antropologica dei lettori” come è stato detto.
Il tempo per certe cose come la lettura non
deve mancare. Essa non va affidata solo al
tempo libero, non si legge per caso, e i libri è meglio comprarseli. La lettura
non riempie un tempo ma il tempo diventa
conoscenza. Leggere comporta una scelta e non è un’opzione, si legge per necessità. Si legge quello per
cui siamo più propensi, partendo dai nostri bisogni, dai nostri interessi. A
volte ci lasciamo convincere da chi ha già letto, che può anche essere un buon
inizio, ma entrare in libreria, scegliere un libro e acquistarlo è un momento
fondamentale. I libri si comprano, non
si prestano né si leggono quelli già passati per altre mani. Diventa qualcosa
di personale come un oggetto, un vestito, un orologio a cui siamo legati. Non
possiamo risparmiare sui libri mentre ci
permettiamo l’impossibile e costa quanto tre pacchetti di sigarette, o dieci
caffè, o 4 bibite, mezzo metro di pizza, e basta una di queste cose in meno ed
è fatta. Ha il valore di un bene di prima necessità e rientra nell’economia
familiare. Il libro ci parla anche dopo che lo abbiamo letto e dimenticato.
Ricordiamo tutti una frase, un detto, una parte, una descrizione, un rigo per l’emozione
che ci ha regalato. Non avere tempo per la lettura è una scusa, se ne trova
sempre un po’ dove infilarcene uno. E leggere insieme è il miglior modo di
conoscere gente: coinvolge, fa discutere, fa tessere discorsi, fa scambiare
opinioni e arricchisce. Ogni momento è
buono per leggere. Io ne porto sempre uno con me, di solito l’ultimo in ordine
di acquisto e lo tiro fuori nei tempi di attesa. Spesso faccio pubblicità itinerante: mi chiedono cosa leggo, come lo
trovo, il motivo per cui l’ho scelto. A pensarci bene non ho tempo, ma i libri
sono il mio tempo e proprio per questo è una sfida continua. Sono come le
ciliegie, uno tira l’altro, e la lettura è un piacere infinito. Se la cultura
per noi ha un valore, leggere è un dovere e la lettura non va affidata al caso.
Chi legge un libro all’anno non esercita nemmeno la vista. Bisogna macinarne di
fogli per dirsi lettori. C’è sempre tempo quando si ha la passione e la lettura è tra gli esercizi intellettivi più
completi. Esercita la memoria, l’immaginazione, l’intelligenza. Altro che
passatempo! E’ un arricchimento continuo, un addestramento che migliora le
nostre prestazioni mentali e amplia i nostri orizzonti. Chi legge è come un
pioniere alla ricerca di terre nuove da scoprire, da battere, e non si
accontenta mai di quello che trova, crede che al di là dell’orizzonte ci sia
sempre un oltre da conoscere. “Non ho tempo” di solito lo dice chi si
confeziona convinzioni su misura e non scolla dal suo trono di presunte conoscenze.
La vera cultura continua giorno per giorno, quando si apprende senza soluzione
di continuità, segno del nostro confrontarci e non chiuderci in un mondo che
potrebbe nuocere prima a noi stessi. Ma spesso diamo priorità all’esperienza
più che alla conoscenza, ritenuta di
gran lunga più necessaria. Una volta si combatteva l’analfabetismo, oggi va di
moda la convinzione di sapere e quel poco basta a sopravvivere, magari
sopperendo con l’esperienza, convinti che quest’ultima formi ancora di più.
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