Il croccante




Il croccante è il gelato con la stecca ripieno di cioccolato, caramella mou e amarena, nella parte centrale, immerso in una vaniglia e ricoperto di una sfoglia di cioccolato e granella. Tirandolo fuori dall’involucro sono rimasta delusa: piccolo, con la granella rada e senza amarena, con una sottilissima sfoglia di cioccolato. Era una vita che non lo mangiavo, scandiva le mie estati di una volta. Quando ero ragazza era tutta un’altra cosa. Nei pomeriggi assolati, quando non bastava una pennichella per riprendersi dalla calura, ciò che tirava su era un buon gelato. Io e le mie sorelle prendevamo tutti i nostri spiccioli, li mettevano insieme e andavamo a comprare i gelati all’insaputa di mamma. Le mie sorelle preferivano: una il cornetto e l’altra il cuor di fragola. Accovacciate sui nostri letti sembravamo le chiocce a covare uova. Anche col gelato c’era da fare un buon lavoro e si finiva quando in bocca arrivava il sapore di legno dello stecco e non c’era più niente da tirare via. Poi, non soddisfatte, ripetevamo la stessa scena di prima, contando  altri spiccioli e andando una seconda volta a comprarne. Cosa eccezionale, mentre nei giochi litigavamo, il gelato metteva tutte d’accordo, ci rendeva complici, docili, pur in età diverse. Alla fine, ancora con residui di crema e cioccolato agli angoli della bocca, attendevamo di mangiare il secondo. E se mamma ci chiedeva per quale motivo stessimo così assorte, avevamo la bontà di non risponderle. Abbassavamo la testa per non farci cogliere in flagrante visto che ancora ci asciugavamo con le mani. Una di noi aspettava dietro la porta l’altra che arrivava. Lei non doveva sapere per vari motivi. Primo, mia sorella la piccola era grassottella e la sua dieta vedeva pochi dolci e gelati; secondo, avrei preso una bella ramanzina visto che ero la più grande e su di me ricadevano le responsabilità delle altre due; terzo, non volevamo, una volta scoperte, non poterne mangiare per un po’. Eravamo brave a non farci sorprendere. A volte accadeva che mamma, ignara dei nostri gelati appena mangiati, faceva esplodere la sua voglia andando giù e comprandone di tutti i tipi con grande stupore della salumiera che non si spiegava l’acquisto di tanti gelati a più riprese.  Poi mentre mangiavamo, ridevamo a crepapelle per aver ingannato mamma che non sapeva stessimo al terzo. E quando ci riportava le parole di Maria la salumiera, noi la guardavamo come se stesse raccontando cose dell’altro mondo. Ognuna le rispondeva: “Ma quando?”. E non trovando riscontro in quello che diceva, tutto sfumava. Per noi la salumiera stava invecchiando e s’inventava le cose. Spesso le nostre sedute col gelato diventavano vere e proprie riunioni che sfociavano in altri giochi. E in quel contare, controllare le uscite, mangiare, felici di stare insieme, c’era tutto il nostro mondo di bambine in crescita. Altre volte mamma ne faceva provviste e io sapendo che nel freezer c’era un pacco dei miei croccanti, non ci mettevo molto a svuotarlo. A quel punto lei si arrabbiava e finivano i gelati per un lungo periodo. Oggi, quando l’ho tirato fuori dal freezer, l’ho trovato spelacchiato di granella e la delusione è stata grande. La memoria è venuta in soccorso a portarmi quello della mia adolescenza, più ricco e gustoso, con tutte le sceneggiate che facevamo per procurarcelo. Era divertente mangiarlo insieme nella nostra stanza, in silenzio e come in adorazione. Il momento più irresistibile era quando, chi finiva per prima andava a stuzzicare l’altra per averne ancora un po’. La si imprecava, fingendo di piangere fino a quando, più per non sentire i suoi lamenti che per compassione, l’altra cedeva. E allora c’era quella che si lamentava di averne mangiato meno e quella che sapendo di averne avuto di più, faceva finta di stare male per togliersi l’ombra dell’usurpatrice del gelato altrui. Al momento della riunione mia sorella chiudeva la cagnolina fuori la porta della stanza,  senza che la piccola opponesse resistenza, ben sapendo che, se avesse fatto le sue rimostranze, avrebbe perso l’uscita serale. Mia sorella, che era la sua padroncina, l’aveva addestrata anche in quella situazione. Come cambia il croccante così tutte le cose della vita, e al ricco gelato di una volta si oppone quello di oggi, che dopo averlo mangiato in 4 bocconi, ti senti insoddisfatta e preoccupata di aver rovinato la dieta, mentre quelli della nostra infanzia avevano un sapore più intenso fatto di piacere nell’assaporare senza fretta e senza seguire alcuna dieta, condividendo il caldo, il mare, il sonno e i giochi.  

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