Cara Mehari,
tu e Giancarlo eravate inseparabili. Chissà
quante volte ha innestato le tue marce e ti avrà fatto correre per arrivare in
tempo o per andare in giro per le indagini. E tu obbedivi rendendoti amabile
nella guida. Se potessi parlarci di lui, la tua testimonianza sarebbe la più
emozionante e la più aderente ai fatti. Gli inquirenti ti avranno studiata e
rivoltata come un calzino nella speranza che i segni, all’interno del tuo
abitacolo, svelassero più di quello a cui sono giunti. Quante volte sarai
finita in sosta vietata, nel bel mezzo della strada, in vicoli stretti, in
posti malfamati, o quante volte ti avrà strattonata e, in situazioni di calma,
avrà ammirato un panorama, letto una
frase sul giornale, appuntato una notizia, un numero di telefono, ascoltato
canzoni. E tu ai suoi ordini, sempre ubbidiente, senza opporti, devota e
silenziosa. Sicuramente lo avrai accompagnato anche in luoghi più ameni, dove
trovava ristoro e riposo, come qui a Vico Equense. Cara Mehari, questo posto ti
è caro così come a Giancarlo che veniva qui per la sua Daniela. Quanto amore avrà
sacrificato per il dovere, quanti momenti in famiglia, quanti amici lo avranno
visto così poco tempo per dedicarsi al lavoro. Avrai ascoltato la sua voce
mentre cantava, le sue parole al telefono, presagito i suoi stati d’animo, capito
l’umore da come guidava. Sai tutto di lui, anche della sera in cui fu
assassinato. Avrai pianto forse con lacrime a noi sconosciute, lasciando cadere
al suolo acqua, gasolio, con disperazione e paura. I circuiti non avranno più
risposto ai comandi ma alla tua collera, impotente davanti alla crudeltà cui
assistevi. Dal giorno della sua morte anche tu hai subito un arresto, i colpi
inferti a Giancarlo sono stati anche tuoi. Uno scempio! La pompa di aspirazione
chiedeva al motore, la batteria si sarà esaurita a suonare e i fari erano disperati
nell’intento di fulminare gli assassini. Nella pelle dei sedili, sul cruscotto
e tra lo sterzo rimbombano ancora i colpi, tutti e dieci che ancora oggi ne rimandano
gli echi. Ed eri sola ad abbracciarlo quando si accasciò. Hai chiesto aiuto con
qualche rantolo di voce rimasto, prima che arrivasse qualcuno a testimoniare il
tuo e il suo giorno più tragico. E’ stato troppo chiederti di vegliare tu sola su
di lui negli ultimi momenti e lì ti sei fermata anche tu e non avresti immaginato
che, sulla strada di casa, lo avresti condotto alla morte. Se invece per una
volta fossi stata disubbidiente, avresti potuto condurlo in giro per la città,
sul lungomare, a mangiare una pizza, a trattenerlo nel traffico. Così facendo
le ore piccole, l’alba lo avrebbe sorpreso e la luce del giorno mandato a casa
gli assassini. Sei morta anche tu quel giorno. Ora ti resta solo il colore
della speranza. Il tuo verde è come una bandiera, quella della libertà. Tornerai
nella città in cui Giancarlo amava venire. Quell’amore ti riporta qui, l’unico
richiamo a cui tu non hai potuto resistere. Quando l’amore chiama bisogna
correre e tu, cara Mehari, ritorni qui. Giancarlo ti vuole proprio lì di fronte
a lei, come allora, come se un vento ora spirasse tutti i giorni e avvicinasse quei
due giovani che hanno visto finire troppo presto i loro giorni ma non il loro
amore. Forse proprio le loro anime, di comune accordo, come fiori recisi che
gridano alla vita, hanno chiesto e ottenuto che tu venissi qui: loro complice, amica,
testimone. O Mehari se tu potessi parlare, se non fossi solo una carrozzeria
assemblata ma avessi conservato la memoria e potessi raccontarci…Ma a cosa
servirebbe se loro due non ci sono più? Ora il tuo compito è di andare in giro
come se Giancarlo fosse ancora al posto di guida, con la gioia di vivere dentro
e tanto ancora da fare. Sei quel che resta di quel giorno e anche se non corri più come
allora, ne dovrai fare di strada in nome della libertà e di quel giovane che
per tutti noi non è mai morto, e se qualcuno voleva zittirlo, non c’è riuscito,
il suo ricordo, il suo sorriso, la sua voglia di vivere saranno come la spada più
affilata che trafigge i loro petti. Vai, cara Mehari, per raccontare a tutti che
Giancarlo è vivo più che mai. E tu come allora lo accompagni.
Commenta...
Nessun commento:
Posta un commento