La via della seta



La via della seta, sin dall’antichità, metteva  in comunicazione l’Oriente con l’Occidente. Un percorso costruito via terra e via mare che  avvicinava l’impero cinese a quello romano. Su questa 
rotta  si pose il veneziano Marco Polo, viaggiatore e mercante, nonché scrittore, che all’età di 17 anni effettuò il primo viaggio in Cina.  Partì nel 1271, con il padre e lo zio, e fu affascinato da quel 
mondo così lontano. La via era detta della seta per essere 
quest’ultima la merce più richiesta a quel tempo. I Romani la 
importarono dall’Asia e arrivò a Roma già nel I secolo a.C. grazie a Giulio Cesare. Così preziosa da incontrarla nei versi di Virgilio, «velleraque ut foliis depectant tenuia Seres»di come i Seri cardano con il pettine/ i sottili fili di seta dalle foglie'»(Virgilio, Georgiche, II, 121), e in quelli di  Plinio il Vecchio «I Seri sono famosi per la sostanza lanosa che si ottiene dalle loro foreste. Dopo un'immersione nell'acqua essi pettinano via la peluria bianca dalle foglie...» (P.il Vecchio, Storia Naturale, 23, 79).
 Le carovane non si limitavano a portare solo la seta, con essa giungevano anche altri beni. Oggi, con la globalizzazione, la Cina ha deciso di portarci la seta di persona, evitandoci anche il fascino del viaggio. Una lenta conquista cominciata in modo silenzioso, per affermare un commercio intenso con l’Eurasia e andare anche oltre. Chissà che cosa direbbe, oggi, Marco Polo, o cosa farebbe al cospetto dell’Impero cinese che si avvicina  sempre più all’Europa proponendo un percorso commerciale che va oltre quello della seta.  Nel Medioevo, con l’esplorazione di nuove terre, la Cina era un mondo ancora isolato  e da scoprire. I suoi progressi e la tenacia del suo popolo lo rendono un attore economico di primo piano a livello mondiale. Il viaggio del giovane Marco durò più di due anni. Di quel mondo affascinante e nuovo raccolse diverso materiale per  un resoconto  che scrisse solo dopo il suo ritorno. L’occasione gli fu data mentre era prigioniero di guerra a Genova. Qui dettò le sue memorie a  Rustichello da Pisa. Il libro nasce in lingua d’oil, Devisament du monde, cosiddetto Il Milione solo in seguito, nome tratto da un soprannome di famiglia “Emilione”, per distinguere la grande famiglia Polo dalle altre omonime. E forse per menzionare più volte la parola mille al suo interno. Un testo prezioso con notizie di scienza e di storia raccolte in 25 anni. Marco Polo narra la storia col garbo del visitatore, attenendosi alla realtà conosciuta. Usa una scrittura scarna, priva di aggettivi e parole di circostanza, attenendosi solo ai fatti e alle impressioni ricevute, con descrizioni fedeli e precise che appartengono più allo scienziato che al narratore. Eppure il testo ebbe una larga diffusione grazie ai rari sprazzi avventurosi in esso descritti che affascinavano i lettori che per la prima volta si avvicinavano all’Oriente. Ci furono varie edizioni, da quelle latine a quelle volgari per un pubblico di commercianti. Nell’opera sono omesse molte cose e lo stesso autore, in punto di morte, tenne a dire di non aver scritto che la metà delle cose viste o forse ancora meno. Oggi si apre una nuova via della seta, con una rotta terrestre e un’altra marittima. Il paese sta cercando da alcuni anni di preparare sbocchi in Europa con una fitta rete di scali che permettano di raggiungere facilmente le destinazioni delle merci e che trovino approdi sicuri. La visita del Presidente cinese Xi Jinping di questi giorni in Italia ha portato all’adesione del nostro paese al progetto Belt and Road Iniziative con cui si sono firmate 29 intese tra istituzionali e commerciali. L’Italia è il primo paese dell’UE a firmare l’adesione. Un progetto geopolitico che porterà la Cina a un’espansione in più continenti. Importanti scali sono dati proprio dall’Italia con i porti di Genova e Venezia. E mentre il Governo italiano punta a uno sviluppo economico, la Cina ne prevede anche uno politico. Posizioni non proprio convergenti, mentre per gli altri paesi dell’UE più che all’adesione del progetto cinese si è volti a condurre azioni prettamente economiche col paese asiatico. La vecchia via della seta ha un nuovo ordine e nuove rotte, ma questa volta è l’Oriente a spostarsi verso l’Occidente.

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