Pagine

Al Social World Film Festival “Il messaggio di Papa Leone XIV e il nuovo codice deontologico”




Il 12 maggio scorso, Papa Leone XIV ha tenuto un discorso agli operatori della comunicazione. Il Pontefice porta ad esempio un estratto dal “Discorso della montagna” dove Gesù proclama beati gli operatori di pace. Il discorso prende a modello un tipo di comunicazione diversa, che non abbia il consenso a tutti i costi, che non si vesta di parole offensive, aggressive o sia in competizione. Ciascuno di noi può essere operatore di pace, dipende da come guardiamo gli altri, come li ascoltiamo, come interagiamo rendendo la comunicazione, un grande strumento per costruire ponti e non muri. Il no va alla guerra delle parole e delle immagini. Per Papa Leone XIV con la comunicazione bisogna uscire dalla torre di Babele in cui ci troviamo oggi, una confusione di linguaggi senza amore, ideologici e faziosi. Per comunicazione non s’intende solo trasmissione di informazioni ma anche creazione di cultura. Lo richiede l’evoluzione stessa della tecnologia, che necessita di responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti. Bisogna disarmare la comunicazione da ogni pregiudizio, fanatismo, odio, rancore. Disarmando le parole, disarmeremo la terra. Ed è stato proprio il messaggio di Papa Leone XIV alla base del corso di formazione giornalisti organizzato dall’Ordine Giornalisti della Campania, tenutosi oggi al Palazzo Giusso di Vico Equense, all’interno della Manifestazione del Social World Film Festival, dal titolo “Il messaggio di Papa Leone XIV e il nuovo codice deontologico”. Sono intervenuti Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Giuseppe Alessio Nuzzo, direttore del Social World Film Festival, Angelo Scelzo, già vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, editorialista e scrittore, Alfonso Pirozzi, redattore Ansa Campania, Antonio Pintauro, direttore dell’ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Acerra, Alessandro Savoia, giornalista e addetto stampa, la giornalista Claudia Esposito moderatrice dell’incontro. Le parole sono pietre, hanno un peso. La comunicazione, in questi ultimi due pontificati è stata fondamentale e i giornalisti sono operatori di pace. La comunicazione, oggi, ha cambiato profilo rispetto al passato, e la società è modellata sul modo di comunicare. Leone XIV afferma che viviamo in una società intricata di rapporti sociali. Il ruolo della comunicazione è plasmare la società del futuro e stemperare la vita, soprattutto quella che si vive con la guerra, una vita fatta di odi e contrapposizioni. Sia con Francesco che Leone XIV la comunicazione è stata al centro della loro vita. Oggi il Papa punta sulla cronaca del momento e lo fa attraverso la Essa è parte attiva e viva, come strumento negoziale, rivolta a far in modo che la vita sia libera dalle tossine. La prossima enciclica potrà essere sulla questione digitale che si pone al centro della vita della Chiesa. Il problema resta come utilizzare questo grande potenziale. Solo i popoli informati possono scegliere il loro futuro. La Chiesa non deve cedere alla mediocrità. Il giornalismo non può esistere fuori dal tempo e dalla storia. A tal fine si chiede una piena corresponsabilità degli operatori che lavorano in questo ambito per evitare che la comunicazione, come sottolineava papa Francesco, sfoci nel pericolo del predicalismo. Pur non vivendo la guerra dal vivo, come le generazioni precedenti, osserviamo comunque ciò che accade nei campi di battaglia che si combattono in territori nemmeno tanto lontani da noi. E anche la comunicazione può diventare un’arma.

Nessun commento:

Posta un commento