L’educazione
socioaffettiva si apprende sin dalla tenera età. Il rituale di rimboccare le
coperte, per esempio, è un modo per accompagnare i piccoli nel mondo dei sogni
e dire di essere lì con loro. Passeggiare insieme non è da meno, come giocare, leggere storie, condividere il riposo
o l’impegno sono momenti formativi. Attraverso i gesti, i bambini imparano
tante cose, apprendono stati d’animo e pensieri, provano emozioni e
costruiscono il loro modo di sentire. Se a un bambino non date carezze, non gli
dite che gli volete bene, non lo rincuorate, non lo aiutate, non lo valorizzate,
dove dovrebbe prendere la forza per affrontare il mondo? Addirittura abbiamo la
presunzione di credere che se si comporta da adulto, sia più intelligente e
puntiamo a rafforzare quest’aspetto del suo carattere. La mancanza di
affettività produce indifferenza, vuoto e assenze che si presentano sotto forma
di svogliatezza, incapacità, distrazioni, disinteresse. La sfera emotiva è
fondamentale alla vita relazionale e un bambino privo di esperienze affettive
diventerà un adulto distratto, puntando solo su se stesso e avvertendo il
prossimo come un potenziale nemico. L’affettività è essa stessa fonte
necessaria e indispensabile per lo sviluppo intellettivo. I sentimenti vanno
educati, insegnati, devono fare un percorso prima di maturare. Non è come
insegnare una materia, ci vuole tatto e tutta la sensibilità di un adulto che
si propone con gli esempi, l’identificazione, la dedizione e l’affetto. E
bisogna stare attenti a non far credere che tutto sia possibile, dovuto, rendendo
i figli esigenti, prepotenti e arroganti. La questione è più delicata di quanto
s'immagini. I bambini privi di manifestazioni affettive saranno adulti analfabeti
di carezze, di abbracci, di attenzioni e proietteranno i loro disagi sugli
altri finendo per non comprendere il mondo e chiudendosi in se stessi. Chi è
affetto da immaturità affettiva si pone come in uno stato puerile, per cui non
può esprimere i suoi sentimenti, non sa relazionarsi agli altri, non prova il
senso di colpa, né quello del rimorso, è indifferente alle frustrazioni, è
apatico anche di fronte a situazioni che invece dovrebbero sconvolgere. Si
tratta di uno stato psicotico. La psicopatia, secondo il professore Umberto
Galimberti è indifferenza, per cui “quando
le emozioni scomposte e disordinate stanno a bollire nella nostra anima,
innescano un meccanismo imprevedibile che sfocia in gesti estremi”. Quando
parliamo di educazione emotiva, pensiamo a un rammollimento del nostro
carattere, o a un sentimentalismo da femminucce. Si tratta di risposte e
reazioni alle esperienze che ci toccano e che creano in noi dei precedenti,
delle costanti cui rifarci quando ritorna quel tipo di esperienza ed ogni volta
che il nostro io viene sopraffatto da quella situazione. Secondo Howard Gardner
i tipi d’intelligenze sono sette: linguistica, matematica, musicale, spaziale,
cinestetica, interpersonale, intrapersonale. Sono queste due ultime a essere
alla base dell’intelligenza emotiva, quella che ci predispone alla comprensione
e alla relazione esterna. Oggi il mondo digitale predispone all’analfabetismo
affettivo, lasciando i giovani privi di rapporti ed esperienze costruttive,
educative. Non insegnano a capire le proprie emozioni su determinati fatti, ma
lasciano nell’equivoco e nell’illusione, raddoppiando la difficoltà di
apprendere come comportarsi, cosa scegliere. E ‘molto comodo chiudersi tra lo
schermo e la tastiera e trasferire il nostro mondo su un piano diverso e poco
coinvolgente se non addirittura mascherato. L’esperienza diretta è ancora
l’educazione migliore, quella che affina le nostre intelligenze che non sono
più settoriali ma interdipendenti tra loro. L’educazione sentimentale avviene
per mezzo di fiabe, favole, tradizioni, libri, rappresentazioni teatrali adatte,
visioni di film per comprendere un vissuto. Un bambino non è un contenitore
vuoto da riempire, ma un mondo da tirare fuori. In se stesso c’è tutto quello
di cui ha bisogno, ma ci vogliono pionieri che entrino con sensibilità in quegli spazi e li accendano. L’adulto deve
scendere a livello del piccolo e non deve pretendere che il bambino si uniformi
al suo pensiero come segno di maturità. Quello che trasmettiamo si trasformerà nei pensieri
di domani dei nostri figli. Cultura, attenzione, tempo, affetto, educazione
sono gli elementi fondamentali per costruire uomini attenti e non sconnessi
dalla realtà.
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