Napoli, mia bella Napoli!

Avevo visto Napoli dall'alto, quando l'aereo che ci riportava dall'Inghilterra, aspettava in volo prendendo tempo per dare la possibilità di sgombrare la pista prima di atterrare, ed io da lassù ammiravo la bellezza di questa città stupenda. Ma non avevo mai visto Napoli venendo dal mare: una sensazione di stupore che prende man mano che ci si avvicina al porto, vuoi per l'ampiezza del golfo, vuoi per il traffico marittimo che è in continuo fermento e non si contano i traghetti, i vaporetti, gli aliscafi, le navi da crociera, le navi mercantili e quelle private, uno spettacolo inverosimile. E poi tutti quei palazzi incantevoli, nelle loro strutture imponenti che si stagliano lungo tutta via Marina  continuando fino a Mergellina.

Napoli è veramente la città più bella del mondo, ma poi non so dare risposte ai malesseri di Napoli e davanti a queste cose si resta senza parole.
 Quando dico di amare Napoli intendo soprattutto questo posto unico al mondo, per lo scenario che presenta ai nostri occhi, ma i luoghi hanno  anche un'anima, quella di chi li abita, sono depositari delle loro vite. Un luogo racchiude quello che siamo, quello che proviamo e che pensiamo. Ci si identifica nel luogo in cui si vive. Molti di coloro che lasciano Napoli credono di essersene liberati ma poi si lasciano divorare dai ricordi, sdoppiandosi in due: quello che sono e quello che erano, come se avessero una doppia  personalità.
  Napoli è anche una realtà complessa, difficile da vivere e in questo caso  le bellezze naturali passano in secondo piano. Non più tardi di qualche settimana fa mi trovavo nel traffico di via Marina e la percorrenza di questo tratto è durata esattamente due ore: asfissiante! Lungo il percorso non c'era un vigile a pagarlo, ma un caos infinito, gente che suonava impazzita per la fretta ma era  imbottigliata senza via d'uscita; le macchine cercavano di passare da una corsia all'altra come quando le automobiline vanno in pista. Quando sono giunta all'Università, a via Porta di Massa, ho lasciato la macchina al parcheggio,  con il modico costo di 24 euro per circa 5 ore di permanenza. Al ritorno, nel prendere l'auto, ho trovato un graffio lungo la fiancata e quando mi sono permessa di far notare la cosa, mi hanno risposto che si vede che l'avevo procurato altrove ma  impossibile al parcheggio.
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 Qualche mese fa, percorrendo la stessa strada, qualcosa del manto stradale, che ricordo essere lo stesso da almeno 20 anni, è schizzato come un proiettile bucando due ruote in modo irreparabile, costo 400 euro. Dopo due giorni le altre due ruote sono scoppiate per lo stesso motivo, per essere finite nelle buche della stessa strada. Giungendo da Ischia, al molo Beverello, l'attracco è durato circa 20 minuti solo per agganciare la passerella per lo sbarco...Arrivata al semaforo un ragazzo, posando i suoi fazzoletti sul vetro della macchina, non si è reso conto che tenevo i tergicristalli in azione per ricordare all'altro ragazzo, che intanto giungeva dall'altro lato, che la macchina era uscita dall'autolavaggio e non volevo che me la sporcasse, e i suoi fazzoletti sono volati via. Ha cominciato a inveire contro di me che intanto col semaforo verde avanzavo. Ecco, se ricordo tutto questo mi dimentico della bellezza di Napoli!  La bellezza di una città è data ancor di più  dalla qualità  delle sue funzioni, del suo sviluppo sostenibile,  e tutto il resto non è altro che un'aggiunta, una nota estetica e poetica che arricchisce, ma da sola non basta. Anche la pigrizia nel denunciare i disagi  può acuire questo senso di impotenza. Dobbiamo invece essere attenti e propositivi, mai approssimativi e risvegliare anche un' amministrazione non sempre vigile. Una città è data anche dalla coscienza dei suoi cittadini oltre a coloro che la governano, che devono tener conto  della complessità e delle difficoltà di Napoli per poterla gestire bene.


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