Cara Mena...

                                                                                                                
Cara Mena,                                                                                            

mi devi perdonare se ti scrivo dopo tanto tempo, ma sai com'è difficile oggi scrivere quando si hanno tante cose da fare. Poi mi prometto di farlo per Pasqua, poi per maggio, poi per fine scuola e ringrazio il cielo di avercela fatta per fine maggio. Sai quest'anno sono stata in montagna, abbiamo cambiato luogo, siamo stati in Trentino. Ci voleva proprio questa pausa silenziosa e riflessiva. Giulio non ama il caos e devo dire che ha fatto piacere anche a me. Con la crisi abbiamo ridotto le nostre vacanze ma contiamo di rifarci a Natale per un piccolo viaggio in bassa stagione. Beata te che vivi sotto il sole, qui da noi, a Milano, c'è sempre un'aria cupa e spesso si incupisce pure il cuore.
 
 Sto cercando di avere un bambino, ormai sono tre anni che siamo sposati ma niente, non ne arrivano e non voglio  nemmeno avvilirmi, seguo il tuo consiglio: quello di pensarci il meno possibile così qualcosa accadrà senza che me ne accorga.
 Devo approfittare adesso per fare quello che non riesco durante l'anno anche perché  quando comincia la scuola non potrò fare più nulla.. Mi manca tanto una sorella, sei l'unica persona alla quale racconto tutto. E' importante avere qualcuno con cui confidarsi, è come deporre il peso della nostra anima, mentre Giulio dice che sono troppo curiosa e chiacchierona. Oggi va di moda, poi, parlare di tutto a tutti, basta che ci nascondiamo dietro a qualche paravento e così anche le persone più introverse riescono a parlare a cuore aperto.
Ti annuncio che scenderò  tra qualche settimana per andare in riva al mare. Sapessi, da quando abito su, tutto per me  ha il profumo del mare. Sapessi com'è brutto girare e non trovarlo mai. Credo che l'acqua sia un elemento vitale soprattutto per noi che col mare abbiamo sempre convissuto. Voglio andare allo scoglio dove eravamo solite giocare da piccole, ricordi? Saranno solo tre giorni ma voglio trascorrerli intensamente. Vorrei avere più tempo per fare tante cose che mi prometto di fare qui e non ci riesco mai, quelle che mi piacciono, invece sto solo a fare quelle che devo.

Qui si corre sempre, è un continuo, la fretta ci assale. Mi sto  preparando a scendere, ti porterò un po' di libri, tu che leggi così tanto, ma quando sarò lì credo che non potrai leggere, voglio uscire a prendere aria. Voglio andare giù a Seiano a raccogliere un po' di sassi in riva al mare, così da metterli in un barattolo e portarmi qui un po' del nostro mare. Abito al sesto piano di un palazzo che dà sulla ferrovia, vedo solo treni su treni che partono e arrivano e questi fili mi fanno ancor di più pensare che devo andare via di qui, mi mette tanta malinconia la stazione. Voglio trovare una casetta al centro,  che so, che guardi alla Madunnin, così  divento più buona. L'altro giorno ho fatto amicizia con Sally, una peruviana chissà come trapiantata qui, mi ha fatto un infuso di erbe dicendo che se lo prendevo mi arrivava la cicogna. Tu ci credi?
Come una stupida l'ho bevuto, mi lascio condizionare come i bambini. Ma vorrei tanto un figlio, farei qualsiasi cosa. Tutte pensano alla carriera io penso a fare un bambino ma non ci riesco! Sembra l'ultima cosa oggi quella di fare un figlio! Male che vada ne adotterò uno...vedremo! Quando sarò da te andremo da Metronia...sì hai capito, quella che legge la mano, forse mi dirà qualcosa, ma non arrabbiarti, lo so che non credi a queste cose, ma nel bisogno si crede a tutto. Adesso ti lascio vado a fare la spesa, comprerò della lanetta color canarino per farne scarpette, così se ci sarà questo figlio avrà già cosa mettere ai piedi.    A presto, un abbraccio. Marina

Milano, 23 maggio 2014
                  



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Firenze, città d'arte e non solo

Firenze, dal tempo in cui ho capito che era una città d'arte, è stata sempre un mio punto di riferimento. E' una città dove si respira quello che abbiamo studiato, dove sembra di camminare accanto a Dante che ci faccia da Cicerone e rivedere Beatrice passeggiare lungo l'Arno. Se poi pensiamo alla maestosità del David non possiamo non vedere Michelangelo  sbucare da una stradina con gli attrezzi in un zaino per dare un'aggiustatina alla sua opera universale che si porta dietro qualche sofferenza dovuta all'usura del tempo.


E che dire di Leonardo: stare a Firenze è come averlo sempre alle spalle, incombe la sua presenza ovunque e l'importanza e la grandezza della città pare sia racchiusa in quest' uomo che si è mostrato al mondo come un dio. Firenze è questo e altro per me.

Per esempio è presentare un libro. L'ho fatto con "Rosella" il mio romanzo e poi con "Sotto le stelle d'agosto", il libro di racconti uscito a marzo 2013. Scrivere è una passione alla quale non potrei più rinunciare e presentare non è poi così interessante come scrivere se non fosse di  aver scoperto un modo diverso e nuovo per comunicare: incontrare il pubblico, avere un rapporto umano misurandomi sui sentimenti, sui gusti, sulle attese, sulla scrittura. Per un carattere schivo e dedito allo studio e alla scrittura completamente come me, incontrare le persone, avere un contatto caloroso, vivo, un modo per scambiarsi idee, per intuire gusti.. Ogni presentazione è un fatto a sé, un capitolo che si apre e ogni volta si impara qualcosa, dal pubblico, da se stessi, dagli altri. Il calore delle persone che intuiscono quello che vuoi dire, che interagiscono, è educativo. Io stessa, ad ogni presentazione conosco meglio i miei libri, ovviamente non per quello che ho scritto io, ma come gli altri mi interpretano e di un libro ci sono mille sfaccettature, mille volti e modi per leggerlo. Ogni volta sono sorpresa per quello che imparo e mi sento molto responsabile di quello che dico.
Firenze è la mia seconda città! L'ho visitata tante volte, ci ritorno spesso e sempre con lo stesso animo curioso e attento a quello che mi circonda.  Firenze è arte, storia, libri, amore, poesia, cultura, moda...Firenze è un mondo intero calato in una città, in piccole stradine dove i guelfi e i ghibellini stanno ancora lottando, dove  Palazzo Vecchio è ancora il centro politico, dove Gli Uffizi ricoprono un ruolo di sovranità assoluta e l'Arno è posto lì a prendersi tutti i versi dei poeti. Firenze la si ama così solo se i suoi secoli di cultura sono stati assimilati come un latte materno, allora ti nutri di lei, cresce la voglia di conoscerla, e perché no, di presentarci i libri. Tanti personaggi affollano la mente a ricordarmi Firenze,  Firenze storica e artistica per antonomasia.
 
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Scrivere è prima di tutto pensare


Cosa scrivi? Perché scrivi? Come scrivi?


 
Queste sono alcune delle domande che mi sento sempre più spesso in relazione allo scrivere. E pensare che alle scuole superiori sarebbe un successo avere in mano la penna facile e non trovarsi mai con lo spauracchio del foglio bianco!
 
Al Liceo, quando facevo i  compiti in classe, passavo anche mezzora a pensare, ma non era un pensare costruttivo o per elaborare pensieri, no, era semplicemente una tecnica per sgombrare la mente da ogni cosa e prepararla alla sua passeggiata o ricognizione, cioè cominciare a trovare pensieri importanti, conseguenziali, attenti e mettere su carta facendo passare quel momento di dire: "Cosa scrivo adesso?".
 Tutte queste domande non le concepisco, si va sempre alla ricerca di una genesi in ogni cosa e a maggior ragione dello scrivere poiché presume un'attività mentale precedente all'atto tecnico di mettere l'inchiostro sulla pagina. Ma le cose nascono e non sempre ci sono delle spiegazioni. Scrivere è passione e bisogno, necessità e dovere, così come uno strumento per trasferire concetti, idee e pensieri! Quando facevo i miei bei compiti da liceale, ricordo che dopo la mia mezzora per resettare la  mente, il mio cervello era pronto per partire come un turbo e non fermarsi più. Una volta messa la penna sul foglio, nessuno poteva fermarmi  e finivo solo quando dovevo staccare a causa del tempo che volgeva al termine. Poi limavo quello che avevo scritto e finalmente passavo in bella. Ma la fase più bella era quella precedente allo scrivere, quando la mia officina mentale sviscerava l'argomento in lungo e in largo, creando connessioni, facendo paralleli, trovando analogie, riferendo sentimenti ed emozioni...ero un vulcano, nessuno più mi fermava. Poi c'era la parte più dura, quella di costruire, cancellare, aggiungere, togliere, anteporre, spostare, insomma come un artista che lima la sua opera. Ero solita dare una bella considerazione anche alla calligrafia e quando consegnavo il foglio era come se mi fossi svuotata. Scrivere è come voler racchiudere il mondo sul foglio, e diventa una vera e propria alchimia il modo in cui cominciamo e perché proprio da quel punto. Leopardi era solito dire che l'opera d'arte nasce tutt'uno con la forma e le due cose non possono essere scisse. Scrivere, non è solo scrivere, ma include il pensare, l'elaborare, il ricordare, l'ordinare, tante operazioni mentali e solo alla fine possiamo dire di scrivere, ma quello scrivere è costruire col pensiero e cementare con la penna!
 
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