Cultura e lettura

Le continue presentazioni, sia mie che di altri autori, alle quali prendo parte, mi hanno dato lo spunto per fare alcune considerazioni circa l'interesse che le persone possano avere per la cultura. Chi opera in ambienti come la scuola, la scrittura, la poesia, il giornalismo, sa che è fondamentale avere conoscenze di base che permettano di spaziare e soprattutto avere una mente aperta e una capacità critica su ogni argomento che si tocchi.
Il pensiero si forma con la conoscenza, lo stesso Catone il Censore, nell'antica Roma, era solito raccomandare suo figlio di conoscere bene gli argomenti e le parole si trovano solo quando si è padroni della materia. La conoscenza, da più parti, viene vista come la base senza la quale non possiamo dare niente, solo contributi di poco conto, se quello che diciamo non è supportato da valide informazioni.

Tra le attività indispensabili per fornirsi una conoscenza di tutto rispetto, c'è la lettura. Leggere non solo i classici, cosiddetti sempreverdi, ma anche libri dei nostri tempi senza distinzione tra scrittori affermati e giovani, esordienti e critici, senza avere alcun pregiudizio nella nostra scelta. Leggere significa avere un ventaglio di notizie e di strumenti indispensabili per conoscere in modo profondo la società che ci vede protagonisti e, a meno di non trovarsi davanti a uno scritto scialbo e poco curato, leggere autori diversi può aiutare molto. Alle presentazioni di libri, di solito, partecipano persone informate sull'autore e sul contenuto del libro, persone interessate e talvolta essi stessi autori, per cui molto spesso ci troviamo davanti persone dell'ambiente. Questi momenti potrebbero, invece, essere utili per far intervenire coloro che sono ostinati a non prendere mai un libro in mano, pensando che la cultura sia solo costituita dalla vita quotidiana, dal saperci fare, dal risolvere problemi. Cultura deriva dal verbo latino "colere" e significa coltivare, proprio come il saper coltivare nei campi.
Qui coltivare sta per costruire passo passo la nostra identità e il nostro bagaglio di conoscenze per poter acquisire la nostra autonomia e libertà di pensiero. Per cultura s'intende tutto ciò che in noi matura nel tempo con l'esperienza, significa conoscere comportamenti di vita, di formazione intellettiva... ma anche scambio di fatti e idee, ascolto di contenuti che potrebbero esserci utili per tanti motivi, e soprattutto confronto attivo con quella parte di notizie che possiamo avere da persone che ne sanno più di noi. C'è sempre qualcuno che ne sa più di noi, anche per chi pensa di sapere tutto: più si sa meno si sa. Democrazia è anche lasciar dire e ascoltare idee altrui e operare una nostra scelta, attribuire un valore a quello che ascoltiamo o leggiamo. La cultura non si esaurisce e non ha un limite oltre il quale non c'è più nulla da imparare. Imparare è quasi un dovere e il fatto stesso che si scriva tanto, vuol dire che ci sono molteplici aspetti e punti di vista diversi nell'ambito della società. L'aggiornamento continuo a cui siamo sottoposti in tutti i campi lavorativi, ci dice quanto la cultura sia di facile trapasso, quanto le conoscenze siano facilmente rimpiazzabili da altre più fresche e nuove. E allora leggere diventa un dovere per la società, per essere informati e fruire di contenuto che la società produce nel suo progredire.
La cultura è un processo di formazione individuale quantitativo e qualitativo che si serve della conoscenza e questa può avvenire solo attraverso la lettura, quindi il rapporto tra cultura e lettura è un rapporto molto stretto, indispensabile per favorire l'acquisizione di uno sviluppo intellettivo, adeguato e attivo.

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