Ancora tu, appena nato,
come accade ogni 365 giorni! Il passaggio nel lasciare un percorso e
intraprenderne un altro si fa sentire. Tu arrivi sempre correndo, così che non
abbiamo il tempo di capire il trapasso. Eccoti, vorremmo dirti i tanti
propositi, ma il passaggio ci ha stancati e stiamo qui a osservarti, come se
non ci toccasse ancora il fatto che passerai anche tu. Visto da qui, sembri
lunghissimo, ma poi… Arriveremo a dicembre in un battibaleno. Com’è che da un certo
punto in poi corri,non rispetti i tempi, e vai come un fulmine?
William Hogarth Time smoking a picture, metà XVIII sec.
Credo dipenda da noi che ti cerchiamo per riporre
in te speranze e azioni da sviluppare. Una volta, quando eravamo più giovani,
ci lasciavamo trasportare dai giorni, in modo leggero, senza restarne
schiacciati. Ora accade che ci sono da fare mille cose e temiamo di non
farcela. Inutile fare promesse, siamo i
primi a non mantenerle. Anche tu non puoi farne, finiresti per non crederci.
Percorrere i tuoi sentieri, a volte illuminati, a volte bui, è come inoltrarsi
in un bosco. Quando arrivi abbiamo una visione rosea, ancora sconosciuta, poi,
invece, ti riveli anche duro, pesante, difficile, a volte insostenibile. I
giorni sono tanti, ma possono essere niente, ridursi a poca cosa, un vento che
spazza via tutto. Con quello che ci portiamo addosso diventa sempre più
difficile sostenere l’anno, tenere fede a quanto programmiamo, affidarci ai
tuoi tempi, alla tua clemenza. Ti aspettiamo col nostro carico di pronostici,
prendendo appuntamento col futuro per costruire altri percorsi. Ma ci allontani
anche dal vecchio che temiamo di perdere per sempre. Diciamo che la vita è ora
e il passato non ci tocca più. Ma siamo bugiardi con noi stessi, conosciamo il
passato ma non il futuro, il nuovo che non abbiamo ancora. Alla fine vogliamo da te il tempo che è in noi
e a cui diamo vita noi stessi, ma che ci fa cambiare e le trasformazioni non si
accettano volentieri. Cambia la nostra pelle e il nostro cuore, ma anche la
mente e gli altri. Quello che chiamiamo cambiamento è la stessa vita che non si
arresta mai, se lo facesse, non sarebbe più tale. La vita ci vive e ci fa
rotolare avanti e noi ce la prendiamo con te che arrivi e spazzi via il
vecchio. Più che un bidone per la raccolta, sei un contenitore infinito. A
volte ci dai attimi altre volte eternità di buono e di cattivo, di bene e di
male, ma anche questa è un’illusione: non sei tu che porti e prendi o togli ma
siamo noi, in questa scansione che conteniamo, a procedere. Siamo noi che ti
abbiamo dato vita e ora che hai un nome ci fai paura quando attraversi troppo
velocemente, arrivi prepotentemente e inesorabilmente. Passerà anche questo
tempo, ma è bene passarlo da svegli e col sorriso. Niente è per sempre e ogni
giorno è importante con le sue piccole cose, che insieme formano gli anni. Il
tempo non è fuori, ma dentro di noi e tu vieni a ricordarci a che punto siamo. Ma
tutto dipende da quanta strada abbiamo fatto e come la abbiamo fatta. Vecchi e
giovani è solo un modo per definire quello che viene prima e dopo e sappiamo
che spesso non siamo così ordinati: possiamo fare cose giovani dopo tanto tempo
e altre da vecchi ai primi anni. Siamo così, caro anno, caotici e paurosi,
contraddittori ed eterni bambini. Fino a quando ti parleremo così, siamo ancora
per la strada e mentre a volte abbiamo fretta di percorrerti, in altre non
vorremmo mai arrivare.
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