Itarella e le altre storie...un gelato a gelso da Gabriele


“Di questi tempi prendere il treno non è una bella cosa, fa caldo e l’afa non si sopporta. Ma io ci devo andare. Ho fatto una scommessa”. Itarella ha preso la Vesuviana per andare in costiera, accompagnata dall’amica. A casa ha detto che andava al Vomero per compere, invece è sulle rotaie per un gusto: un gelato a gelso. “Non so come ti vengono certi sghiribizzi, Itarè. Un gelato al gelso non si può comprare a Napoli? Immagine correlata

Vuoi vedere che in tutta Napoli non si trova una gelateria e soprattutto un gelato a gelso? Potevamo risparmiarcela ʻsta sudata. Ma lo sai, non riesco a dirti di no!”. “Questa sì che è amicizia e dopo che avrai assaggiato il gelato di Gabriele, mi sarai ancora più amica!” In un  pomeriggio assolato, quando nemmeno i cammelli lasciano l’oasi, sedute vicine nel treno Napoli Sorrento, Itarella e l’amica viaggiano per Vico. “ʻA creatura non l’ho portata, è rimasta con Cosimuccio e poi di gelati ne ha mangiati parecchi”. “Ma con la dieta come la metti?” “ La metto che sto con un’insalatina di pomodori e una fettina di tofu. Hai capito? Con tutti i caciocavalli e provoloni del monaco della nostra terra, mi vado a mangiare il tofu! E tutto questo, per un gelato! E non è mica un gelato normale. No, no!  E’ qualcosa che parla da solo, e racconta, racconta e non la finisce più. L’ultima volta che l’ho mangiato è stato due anni fa. Ho preso 4 coppette, una brioche, un cono, e una delizia!” “Itarella mia, ma dal professore non devi più andarci, fai tutte brutte figure, spendi una cifra e non perdi peso. Tu il gelato non dovresti proprio vederlo!”
“Ma come, dopo un’insalatina e una fettina di tofu? Devo fare la fame? Anche al condannato si dà un’ultima possibilità e questa per me è l’ultima cosa che mangio prima di andare dal professore, lo giuro”. Ormai il gelato è  la meta e come quelle cose che devono accadere per forza, non c’è motivo di riprendersi se non dopo aver fatto un bel pieno. Quando giungono a Vico, Itarella, strada facendo fino a  Corso Umberto I,  racconta la scommessa in atto. Una sera in compagnia di amici si misero alla ricerca di un gelato a gelso ricordando quello di Gabriele, ma quando lo trovarono sembrava tutt’altra cosa. Lei giurò che avrebbe portato loro il gelato a gelso di Gabriele e far notare la differenza. Se avesse vinto la scommessa, il marito le avrebbe comprato la tanto sospirata gelatiera che da tempo andava chiedendo, da prima che iniziasse la dieta, e mai si comprava.  Arrivano alla gelateria e facendo largo tra la folla, raggiungono il banco dei gusti e, alla vista di quei colori, pregustando i sapori, chiede il sospirato gelato a gelso. Lei sceglie una brioche con gelso e pistacchio, mentre l’amica un cono con cioccolato e zuppa inglese. Si mettono comode fuori in panchina e mangiano quel pasto. Non riescono a parlare, i loro occhi però esprimono soddisfazione e più che un gelato è un peccato di gola. Corre all’interno e chiede al proprietario:” Si può conoscere il segreto di questo gelato?” “Signora, non c’è alcun segreto da svelare, solo una tradizione e una passione da raccontare, adesso le spiegherà meglio la commessa, mentre taglio questi formaggi!” “Nel frattempo che lei parla mi fa anche un cono col gelso?” “Certo signora, ecco a lei!” Itarella mangia il suo gelato e guarda le tante bontà della vetrina: altri gusti, torte con fragoline di bosco, paste, dolci, formaggi. Tra i formaggi la scamorza, quello con le noci, le caciottine, il provolone, il gorgonzola…E ancora due vetrine frigo piene di torte, liquori, biscottini, tarallucci, limoncello, babà in barattolo…Oddio. La signora intanto le parla del gelato e le spiega come  a una bambini. Lo sapeva che non doveva andarci. Ma come si fa a lasciare in vetrina tante delizie? Dopo chiede  una vaschetta di gusti vari da portare ai suoi, delle brioche, una busta di formaggi e dei liquori. E dulcis in fundo pretende una delizia a limone che consuma mentre scruta i gusti e i formaggi passandoli in rassegna come quando si fa un inventario. Appena finisce, rivolta all’amica che la guarda come un’aliena, dice: “Adesso giuro che posso andare via, anche se non ci penserei due volte a prendere una porzione di fragoline o frutta col gelato!” “Ma tu stai bene Itarè?” “Mi ha spiegato il proprietario che adesso non è più come una volta, diciamo che i gelati sono un po’ più light, più dietetici, tengono conto delle calorie, dei diabetici, del colesterolo, dei trigliceridi e compagnia cantando…e poi dobbiamo pur arrivarci da qui alla stazione a piedi. Non è che immettiamo sempre e non consumiamo mai. Non devi essere così rigida, ogni tanto fatti passare la voglia di un gelato. E poi, metti noi che siamo venute da Napoli, che facciamo? Ammiriamo la vetrina? Sentiamo il profumo? Ascoltiamo gli altri e li vediamo saziarsi mentre gli brillano gli occhi? No, no, si vive anche di soddisfazione e un gelato di Gabriele toglie la depressione, ti fa sorridere e se metto un po’ di ciccia giuro che da domani mangio solo tofu e verdura. Ma io vorrei dire, con tutto questo ben di Dio, che ingiustizia non poter mangiare. Guarda quella signora con due coni in mano: nella destra nocciola e nella sinistra fragola e panna e non sa dove tuffarsi. Questa non me la devo perdere, adesso ci facciamo un selfie con la signora che mangia i gelati dietro di noi e postiamo. Tutto siglato con la scritta di Gabriele, così a Cosimuccio viene un colpo, non perché sto qui da sola e mi posso perdere, ma per dover pagare la modica cifra di 200 euro a visita dal professore. Hai capito? E questo è l’amore! Sai che ti dico, un gelato può essere la prova. Se l’amato non ti dice niente, non si preoccupa che ingrassi, vuol dire che ti ama, se ti denigra mentre tu stai affondando nel tuo bel gelato e ti dice che non lo devi mangiare, vista la mole che ti trovi, allora lascialo su due piedi, non è uomo di passione! E un uomo che non ama il gelato non ama  nemmeno te, e va di sicuro all’inferno!” Intanto l’amica ride e la lascia parlare e non si accorge che Itarella entra per l’ennesima volta  a chiedere una granita. “Con te è inutile, Itarè!”
“Caro signor Gabriele le devo dire che lei ha un grande merito, quello di farmi scendere dal treno e camminare a piedi dalla stazione, per venire a gustare il suo gelato.  Diciamo che ha avuto il coraggio di portare la montagna da Maometto, in questo caso la montagna sono io e Maometto il suo gelato, solo che a queste condizioni posso venire una volta l’anno. E’ vero che ho fatto dei passi a piedi ma, se venissi spesso, dovrei fare dei pellegrinaggi per ammazzare le calorie. Caro signor Gabriele, non voglio il suo male, ma ogni tanto ci metta un po’ di peperoncino, così quando vengo, trovandolo amaro, me ne vado delusa e non mangio come oggi. Avrò ingurgitato più di 1000 calorie, domani devo digiunare, capisce? Mi vuol male!” “Ma no, signora, cosa dice, qui solo prelibatezze, lei sceglie quello che ama di più e non si preoccupi. Quando mangia non si fanno conti, o meglio si fa un solo conto, con la morte e non con tutto il resto!” “E lei mi vuole morta allora?” “ Ma no, cosa dice, è un modo di dire!”
“Ma lei ogni tanto perda la testa e ci metta un ingrediente strano, così, tanto per cambiare fa impazzire pure il gelato. Lo fa sempre allo stesso modo, sempre buono, delicato, insuperabile. A me poi piace il gelato a gelso e lo devo mangiare prima di ogni altro gusto!”
“Tutto quello che mangia con gusto le fa bene, senta a me, mangi e non si preoccupi, garantisco io, anche la dieta!”
E dopo queste parole, alla granita aggiunge uno spicchio di formaggio alle noci per non restare col dolce in bocca e ovviamente lo accompagna con un pezzo di taralluccio e la casa le offre anche un bicchiere di vino. E mentre gusta, le squilla il telefono. E’ Cosimo che ha ricevuto una telefonata della sorella che le parlava del suo selfie dopo che lei aveva postato la foto della signora con i due gelati in mano e, tutto arrabbiato, tenne a dire che era stata una bella egoista a far quella “fuitina” a Vico mentre sarebbe andato volentieri anche lui. “Davvero dici Cosimì? Non ci avrei giurato…io, la dieta e il professore!” “Ma un buon gelato non si vieta a nessuno Itarè, quello di Gabriele manco a un obeso!”
E così, contenta per non sentirsi in colpa, con una borsa di tutto rispetto colma di ogni bene che c’era nella gelateria Gabriele, si avviò con l’amica alla stazione. “Hai visto? Ho avuto la prova che Cosimuccio mi ama! Pensavo mi sgridasse, invece…” Poi ripensandoci disse: “O mi vuole grassa per avere un alibi?” L’amica rideva e mentre si sganasciava dalle risa, rincarò la dose: “Itarè, il dubbio è l’inizio del credere lo dice quello del Cogito ergo sum!” “Ma anch’io ho l’alibi: il gelato di Gabriele, è tentatore! Provare per credere!”

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