Un altro anno è andato e più che
eventi mi ha lasciato l’eco dei sentimenti maggiormente ravvisati nelle persone
che ho incontrato o che ho avuto modo di osservare. Da un certo punto in poi gli
anni volano inesorabilmente. Una volta ricordavo il fatto, il lavoro svolto, le
vacanze, ora ricordo le relazioni, i rapporti con gli altri, i loro comportamenti,
e come la vita trasforma cose e persone. Ricordo le espressioni, le parole dette,
le emozioni provate, come mi sono sentita dopo una situazione vissuta
intensamente, cosa avrei voluto esprimere e non ho detto o le parole di troppo
che si potevano evitare. Credo sia dovuto all’esperienza che sposta l’asse
della nostra vita in continuazione, illudendoci di conoscerla ormai bene. Ci
rende forti in alcune cose e ci fa soprassedere su altre cui forse un tempo
davamo molta importanza, mentre oggi leggiamo gli stessi eventi diversamente.
Ricordo le persone e i loro giudizi, le loro espressioni piacevoli o quelle di
mancata accoglienza, chi ha detto cosa e perché. Con la parola “esperienza”
racchiudiamo un bagaglio di vita che immaginiamo ci possa aiutare in futuro. Impariamo
a tollerare ciò che non ci piace o chi non la pensa come noi che non significa
accettare tutto incondizionatamente. Impariamo che le persone si avvicinano soprattutto
nel bisogno, i nostri pregi possono diventare difetti. E raramente ricordiamo un
rapporto scevro da interessi mentre abbondano i ricordi di chi fa il discorso
del do ut des, anche da chi non ci
aspettavamo. Non lo esprimono solo a parole, spesso lo manifestano con i fatti.
E in questi malintesi, incomprensioni, divergenze di opinioni si perdono
amicizie, nascono equivoci, s’inficiano rapporti.
L’orgoglio e subito dopo la
superbia sono gli aspetti negativi più spesso riscontrati quest’anno. Il primo
fa notevoli danni con la convinzione di non dover chiedere mai, di non aver
bisogno degli altri, di non palesare ciò che si prova, di non doversi spiegare:
sarebbe come manifestare le proprie debolezze. Un’armatura di cui ci bardiamo
alla prima difficoltà. La superbia, dall’altra parte, è sempre ben mascherata,
ma sotto una finta umiltà svetta come un trofeo, straborda in modo smisurato e chi
la mostra, crede di aver acquisito una tale meritata posizione od onore, da non
vedere più gli altri. Quanti rapporti stentano a procedere o sono burrascosi
solo per le convinzioni in cui ci trinceriamo. Quante volte pur pensandola come
gli altri ci mostriamo riottosi per il gusto di contraddire. La superbia ci fa
credere migliori e infallibili. Ma ho conosciuto, allo stesso tempo, anche se
in minoranza, persone che sanno riconoscere e apprezzare negli altri aspetti
positivi e valorizzarli.
In giro vedo gente che ha solo
bisogno di sentirsi benvoluta, ma al cospetto degli altri presenta la parte peggiore
di se stessa. “Mai mostrare le nostre pene, gli altri prenderebbero il
sopravvento su di noi”, frase che
abbiamo appreso da chi può sembrare più saggio di noi. Ma se ci mostriamo per
quello che siamo, non sarebbe più facile? Come fai a spiegare a tutti i tuoi
stati d’animo, quello che soffri, quello che ti opprime, ciò che ti fa male?
Non capirebbero, questa è la risposta. Non capirebbero perché sono diversi da
noi o perché siamo noi che abbiamo paura dell’impegno di essere noi stessi fino
in fondo? O forse siamo scaramantici: lamentandoci non siamo presi di mira,
potrebbero metterci gli occhi addosso.
La vita è fatta così, costruiamo il nostro
mondo interiore contrapponendoci a quello esterno, una sorta di lotta che nel
tempo monta ancora di più, nonostante l’esperienza.
Altra risonanza dell’anno appena
passato è la mancanza di dialogo. Confrontarsi è l’unica cosa necessaria per
stare con gli altri. Milioni di rapporti saltano perché l’unico dialogo
preferito oggi è quello con se stesso, presumendo di avere tutte le risposte,
pure quelle degli altri.
La presunzione è l’altro aspetto più
ricorrente così l’invidia e l’indifferenza. L’incontro con gli altri deve
avvenire su un terreno nuovo, dove mettendo forze insieme, si costruisce
qualcosa di unico e di cui c’era bisogno. Questo vale per ogni tipo di rapporto.
Dove non c’è il “noi” vive solo l’egoismo. L’esperienza è ciò che resta di
questo tempo rapido e ingordo, che non va mai bene per il futuro, ma
sicuramente ci fa stare in pace col passato. A volte una disamina di quello che
abbiamo vissuto l’anno precedente può essere l’unico buon proposito per l’anno
appena iniziato.
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