Leggere d'estate

                                 
                                

         

                                                                                                                               


Per le vacanze sogno di leggere libri, che scelgo accuratamente. Leggere richiede tempo e concentrazione e a volte mal si accorda con la vita di spiaggia. Spesso ci sono vicini chiassosi, i bambini che fanno incursioni trasportando secchielli d'acqua, sabbia, tirando teli, alzando polvere, che si appiccica alle pagine e, se poco prima avevi del latte solare in mano, sicuramente avrai unto le pagine formando quegli aloni che danno fastidio solo a vederli. E poi ci sono quelli che ti guardano mentre leggi da due ore e sono curiosi di sapere che cosa mai ci troverai di così interessante da preferirlo a un bagno. Questo provoca una continua distrazione. 

La lettura non è un passatempo. Esige concentrazione,  calarsi nella storia, sentirla. È un impegno.

È divertente vedere tutte quelle persone che sfoggiano sotto l'ombrellone il titolone del momento, sfilato dalla classifica settimanale dei più letti.  E si apprestano a isolarsi all'ombra come se stessero partendo per un'impresa. Quanto più grande è il libro tanto più sarà difficile leggerlo fino alla fine  e con l'usura le pagine  mostreranno stropicciature, pieghe, graffi, piccoli strappi. 

Poi ci sono quelli che sotto l'ombrellone leggono al massimo una pagina e la gustano come fanno i sommelier con una coppa di vino in mano. Leggono, distolgono lo sguardo e pensano, poi ritornano sulla pagina, rileggono, chiudono ma stanno ancora rimuginando che, se gli passi accanto, non ti vedono: restano fissi su quella pagina appena letta.

 Qualche volta è successo anche a me di comprare libri senza alcuna intenzione, solo per averli visti da qualche parte. Ma di solito scelgo in base agli interessi, o per conoscere un autore nuovo. Una volta letto, mi piace divulgarlo, parlarne, discuterne. Chiudendo l'ultima pagina è come se me lo fossi bevuto. 

Quando un libro lo troviamo interessante, facciamo in modo che lo leggano anche gli altri, invitandoli a provare le nostre emozioni. 

Ne parlo per ore con amiche, familiari, raccontando quello che ho letto invitandoli a verificare di persona a loro volta. La lettura è fatta anche di passa parola, di trame accattivanti, di personaggi che restano e di cui si parla come di parenti.

Poi ci sono quelli che leggono per trovare nei libri le risoluzioni ai problemi personali, altri per svagarsi con storie leggere. 

Quando sono allegra leggo cose più intense e profonde, ma se sono triste voglio distrarmi. La lettura è una medicina miracolosa: ti trasporta da una parte all'altra migliorando l'umore, regalando punti di vista nuovi, andando a zonzo nel tempo e nello spazio come fossimo viaggiatori alla ricerca di noi stessi.

Una volta, mio figlio, in una libreria di Torino, mi indusse a comprare un romanzo completamente diverso da quelli che ero solita leggere. Scelse per me "Il gioco dei fidanzati" di Daniela Krien,  un'autrice tedesca. 

 Racconta di una ragazza che, stanca di relazioni con ragazzi sempre in cerca di sesso e mai di approfondire la conoscenza dell'altro, mette un annuncio per trovare un ragazzo, ma spiega che non vuole avventure, solo una relazione seria e senza sesso.

Affondai subito nella lettura, e durante tutto il viaggio, da Torino a Napoli, ebbi il tempo di poterlo leggere per intero prima di arrivare a casa. La storia era divertente e ironica e di tanto in tanto mio figlio e mio padre mi sentivano ridere e si affacciavano dicendo: "Ah, ma ci sei anche tu? E facci ridere!"

Non aspettavo altro. Finii per snocciolare loro il romanzo a pezzi: prima leggevo, poi glielo spiegavo. E così per tutto il viaggio. 

 Posso dire che fu una lettura a tre fantastica: non solo lessi per tutto il viaggio, ma condividevo con loro che commentavano con riflessioni a dir poco sorprendenti. 

 Ora sto leggendo quattro libri, non uno per volta ma tutti e quattro insieme: in base all'umore scelgo quello da leggere. Quali sono? "Un altro giro di giostra" di Tizianio Terzani, "La tentazione di esistere" di E.M.Cioran, "Bella e perduta" di Paolo Rumiz e "Il vento conosce il mio nome" di Isabel Allende.

Se mi incontrate in spiaggia, mi riconoscerete per una di queste copertine a coprirmi il viso.



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