Siamo educati all'ascolto?


Disegno di F.Baratto
Plutarco, uno dei maggiori maestri di saggezza ,un greco nato a Cheronea nel 46 d.C, inserì tra le sue opere pedagogiche, Moralia, "L'arte di ascoltare". Oggi Plutarco non riscuote molto interesse per la poca aderenza che i suoi consigli di virtù hanno sul nostro tempo, ma a partire dal Rinascimento ha ricoperto un ruolo importante nella storia del pensiero. Insegnando  mi rendo conto di quanto sia difficile farsi ascoltare. Ci sono diverse strategie per preparare all'ascolto che ogni insegnante escogita in base alla tipologia della sua scolaresca e che apprende anche nei vari corsi di aggiornamento. Fu proprio durante una lezione del corso "Insegnanti efficaci", che il nostro relatore entrò in aula sputacchiando con una certa veemenza sul pavimento attirando la nostra attenzione, a cui seguì un silenzio tombale che aveva tutte le caratteristiche di un biasimo a oltranza nei suoi confronti. Subito dopo, tirò al suolo una pila di libri che recò un tonfo da far credere che il pavimento stesse crollando. Ci mostrò, con questi espedienti, come una migliore attenzione dipendesse da situazioni estemporanee ai momenti della lezione.

L'attenzione all'ascolto, sebbene si serva delle tecniche più disparate, dipende dall'interesse e, quando in classe riesco a produrre un coinvolgimento totale, vuol dire che la lezione riscuote un alto indice di gradimento, grazie anche al modo di porgerla.

Da solo l'interesse non sempre funziona e se non educhiamo all'ascolto, l'attenzione sarà solo un fatto saltuario. Plutarco ci fornisce indicazioni in merito prendendo in esame, prima ancora, l'udito che, tra i sensi, è quello più esposto, non solo agli stimoli esterni ma anche a quelli interni, poichè la vista, il gusto e il tatto non producono i turbamenti che l'udito riversa sull'anima. Plutarco afferma che le orecchie sono le uniche parti del corpo sensibili alla virtù. Ascoltare è come avvicinarsi all'anima del nostro interlocutore, percepirne i flussi e, al suo cospetto, siamo in grado di smascherare anche i suoi errori che potrebbero essere i nostri. L'ascolto prepara al dialogo e la comunicazione è fondata sul dialogo.
Non sempre fa bene parlare, talvolta è necessario tacere e in certi casi ascoltare è meglio di qualsiasi altra azione. Ascoltare è come apprendere, valutare, discernere, confrontarsi, migliorarsi e per mettersi in ascolto si presuppone essere privi di arroganza, di presunzione, di protagonismo, d'invidia come ci ricorda Plutarco. Chi sa parlare sa anche ascoltare e sa tacere con pazienza ed educazione. L'ascolto è la migliore tecnica in assoluto per conoscere bene se stessi, oltre che apprendere il mondo esterno. In questo bisogna anche preservarsi dai pericoli e dai rischi quando il mondo esterno ci bombarda con i suoi messaggi martellanti.
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