Cenerentola

Cenerentola è in assoluto la fiaba più amata, rimasta nel nostro immaginario sin da bambini. Presenta situazioni reali e custodisce i desideri che ogni fanciulla sogna. La fiaba nasce per accompagnare i bambini nella loro crescita e non solo, essa riprende la tradizione popolare per poi lentamente trasformarsi in un vero e proprio genere letterario con autori come Perrault, Grimm, Andersen. La versione più antica di Cenerentola la troviamo in Egitto ma nello stesso tempo era conosciuta anche in Cina per poi giungere fino  a noi con l'elemento del piede piccolo e la sua scarpetta. Successivamente fu ripresa da Perrault, ma grazie a Giambattista Basile, autore napoletano del seicento, Cenerentola si diffuse nel nostro paese.
E' una fiaba con l'esigenza di descrivere il passaggio dall'adolescenza all'età adulta in un processo dove la protagonista si confronta con una serie di esperienze che la condurranno alla maturità. La situazione familiare di Cenerentola non è invidiabile: orfana di madre, resta sola col padre che si risposa. La matrigna ha due figlie e Cenerentola subirà molti soprusi dalle tre donne. La morte della madre è il suo primo dolore e, nonostante abbia un papà affettuoso, si sente sola.
Vladimir Propp, studioso russo, affermava che nella fiaba si riscontrano sempre delle costanti, delle situazioni ricorrenti che rispondono ai bisogni psicologici e cognitivi ma anche alle esigenze del contesto socioculturale in cui il bambino è inserito. Così, a seconda del contesto, troviamo soluzioni letterarie differenti. L'apprendimento del messaggio di una fiaba non si limita al piano verbale e cognitivo, ma si trasforma in piano di azione, vale a dire di intervento sulla realtà per modificarla in base a quanto è stato appreso e verificato. In Cenerentola abbiamo tra le funzioni quella delle antagoniste con la matrigna e le sorellastre; l'impedimento, che non le permette di progredire nelle scelte; l'elemento magico con la carrozza e la scarpetta di cristallo, l'aiutante, nella fata, il lieto fine nel riuscire a sposare il suo principe e "vissero felici e contenti". La fiaba è ascritta in un tempo astorico e proprio per questo ben si adatta alla realtà. La morale può essere racchiusa nella bontà della protagonista che, in ultimo, è premiata realizzando il suo sogno. Eppure Cenerentola non ha la mamma e la fata buona le resta accanto pochissimo tempo, solo per aiutarla; risente dell'invidia delle sorellastre e della matrigna; non ha amici, gli unici sono gli animali e il papà è spesso assente. Ma è una fanciulla estremamente buona, non si lamenta, accetta la sua sorte, non disubbidisce e non cerca di sottrarsi ai suoi doveri.

Non sempre si è disposti a essere buoni, la reazione di solito scalpita dentro di noi, dove la voglia di ribellarci prevarica sulla bontà. C'è in questa fanciulla quasi la paura di stare bene, di avere dei desideri, di essere la più brava, la più bella, di essere scelta, o forse semplicemente non è consapevole ancora di ciò che realmente lei è. Sembra quasi un romanzo di formazione che vede la protagonista imbattersi nelle situazioni più difficili. A volte accade proprio così, che le situazioni più attese giungono quando non si aspettano, quando arrivano e non si è preparati e la sorpresa ha un effetto raddoppiato. Cenerentola piace per questo. Cresce da sola, matura attraverso le paure e gli errori, i timori e i desideri proprio come una ragazza qualsiasi e si troverà nel mondo degli adulti come per magia con grande senso di maturità. Il male si piega davanti alla sua freschezza e la sua anima così pura. La vita è un oscillare tra desideri e dura realtà, tra sogni e sforzi. Il momento centrale della fiaba è proprio lo scoccare della mezzanotte, momento in cui la protagonista perde l'azione dell'incantesimo, e non esita ad abbandonare il campo, mostrando serietà e senso di responsabilità.
La nostra forza risiede nella nostra parte più vera, nella semplicità e nel saper attendere, nel non forzare i tempi, nell'accarezzare dentro quello che sono i nostri desideri più forti. Nell'attesa, tutto il mondo cadrà ai nostri piedi, ma solo dopo averlo desiderato ardentemente.


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