La mia Pompei

Da quando è crollata la casa del gladiatore, negli scavi di Pompei, è ritornata l'attenzione su uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Gli scavi sono stati, negli anni della mia adolescenza, un luogo di vita quotidiana per me. Da via Roma fino a Villa dei Misteri si può camminare parallelamente al sito e, a mano a mano che si procede, si possono vedere gli alberi a ridosso della strada e l'ampia distesa della vecchia città. Ho effettuato diverse escursioni per visitarli a tutte le età e il luogo mi è sembrato sempre così suggestivo, da svolgere, al suo interno, diversi servizi fotografici per diversi eventi.


Ho potuto assistere, all'interno degli scavi, nel teatro antico, alle commedie di Plauto e Terenzio, a concerti e manifestazioni che venivano rappresentate ed è stato come vivere un incantesimo, sentendomi parte di un mondo ancora lì intorno.

Chi opera in questa struttura vasta e complessa deve essere fornito di diversi tipi di conoscenze per poter vivere giorno dopo giorno la magia del luogo. E a tal proposito mi viene in mente di un episodio in Grecia, quando chiedendo di Omero a dei pastori, questi si guardarono smarriti lasciando intendere di non conoscere il grande concittadino. Succede anche questo. La storia non ci vuole impreparati e in questo caso è fondamentale conoscere il mondo che ci ha preceduti.
Ho potuto apprezzare la bellezza di un luogo di grande interesse culturale solo maturando conoscenze e amando l'arte. Chi vive in luoghi d'arte però non ha questa dimensione, ha un'assuefazione, nel tempo, a tanta bellezza e non ci fa più caso, un po' come è accaduto ai pastori parlando loro di Omero.
Il mio interesse per Pompei va, oltre oltre il fatto di appartenere a questo territorio geografico, alla storia e alla cultura, alla letteratura, alla geologia e allo spettacolo. Difficile non ricordare la fatidica eruzione del 79 d. C. che fece crollare la città lasciando al suo posto un cumulo di macerie. L'imperatore Tito, al potere dal 79 all'81, mandò in tempo quasi reale una commissione di "curatores restituendae Campaniae"costituita da ex consoli, perchè venisse avviata la ricostruzione in tempi rapidi. Per la sua umanità e l'amore dimostrato in genere e in particolare verso la città, venne definito da Svetonio "amor ac delicia generis humani". Lo stesso Plinio il Vecchio trovò la morte osservando il fenomeno dell'eruzione dalla spiaggia di Stabia e il nipote Plinio il Giovane narrò l'episodio a Tacito nella sedicesima lettera del sesto libro dell'Epistolario.

Passeggiando tra le rovine si assapora ancora l'esistenza di un mondo che vive come un fantasma di cui si avvertono i movimenti. Non è difficile ritrovarsi tra la gente per le strade dell'antica Pompei e sentire il ciarlare e vociare in una lingua che ancora fa la sua parte. E incombe nella mente quella lontana eruzione, come se Giove, arrabbiato e severo, avesse scatenato l'inferno come il gladiatore nell'arena. Lo stesso Spartaco, il famoso schiavo che incitò alla rivolta anche gli altri, trovò rifugio, molto tempo prima dell'eruzione, nel 73 a. C., proprio nella boscaglia del Vesuvio. Se invece ci rechiamo agli scavi col bel tempo e ci appoggiamo su un masso di colonna, il sole farà risplendere l'armonia degli stili, la precisione degli intonaci e la stupenda arte degli affreschi. In questi casi il pensiero va ai neoclassici, che in preda a studi di stili e storia, andarono alla ricerca di suggestioni in luoghi d'arte dove rivivere il passato. Parlo di Goethe, di Stendhal e tanti altri letterati in visita negli scavi subito dopo la loro scoperta.

Molti studi sono stati fatti anche per la toponomastica e tra gli autori latini, che vantano natali a Pompei, abbiamo Tito Lucrezio Caro. La storia di Pompei è una storia affascinante e racchiude le orme di un passato conosciuto in tutto il mondo. Mostrare incuria per questi luoghi è come non avere amor proprio. Bisognerebbe prendere esempio da Schliemann che, sognando di recuperare il tesoro di Troia, investì un patrimonio fermandosi solo quando lo trovò e il suo sogno divenne realtà. Bisogna amare il passato, la nostra storia, avere senso civico e grande responsabilità per tutelare un patrimonio. Non basta essere investiti di una carica per svolgere un ruolo, ci vuole molto di più, la passione della vita e il passato fa parte del nostro presente.

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