Quanta fretta... ma dove corri?


Qualche giorno fa, di mattino presto, mi sono recata sul lungomare. Il pretesto è stato di fare un po' di moto, ma la mia è stata più una necessità di staccare dai ritmi sempre più frenetici.

Mi sono trovata a passeggiare come non ho mai fatto prima. Il silenzio d'inizio giornata, il mormorio del mare, la vista di monte Faito che sovrasta la città coi suoi colori intensi e le navi nel porto, mi hanno fatto riflettere su quante cose ci si può perdere presi dalla fretta.
Passeggiare è un lusso che non rientra più nella nostra quotidianità, piuttosto riconosciamo l'azione di correre. Ma da chi sfuggiamo o dove ci dirigiamo?
Ritornando alla mia passeggiata, c'era un cielo terso, un'aria frizzantina con il mare di sottofondo che non sentivo così da tanto. Mi sono ripromessa di ripetere l'esperimento per respirare l'aria del mare, per ammirare il panorama e guardarmi intorno notando tante cose che ormai non destano più la nostra attenzione. Ho incontrato persone che correvano a suon di musica nelle orecchie, qualche anziano a passo lento, qualche amico col quale ho scambiato chiacchiere e convenevoli, ho preso un caffè davanti a un mare mozzafiato e mi sono chiesta che cosa possiamo cercare di più davanti a tanta bellezza. Ho rispolverato anche sensazioni e suggestioni di vecchi ricordi quando, a un'amica in partenza per Torino, dissi che tutte le mattine sarei andata a guardare il mare per lei, che non voleva lasciare in nessun modo la sua città per un'altra fredda e nebbiosa. La città nelle prime ore del mattino non è ancora desta del tutto ed è bello assistere al suo risveglio. Di buon mattino, anche i nostri pensieri sono i migliori. La mente produce idee e considerazioni tra le più perspicaci e valide.Ma non si ha tempo, si va sempre di fretta e personalmente mi sento come il coniglio di Alice. Va sperimentata a questo punto, la lentezza e assaporare la vita nella sua essenza, come dice Milan Kundera.

Vado controcorrente. Oggi il tempo è denaro e il nostro mondo è cronologia. Ho notato che anche tra le pagine dei giornali troviamo segnati i minuti necessari per leggere un determinato articolo, così da decidere a priori se sia il caso di leggerlo.

La fretta ci soffoca e non ci ridona al nostro tempo interiore. Sono pochi i fortunati che riescono a vivere a misura della loro indole, mentre la maggior parte di noi è trascinata da ritmi insostenibili. E se poi accade qualcosa di bello come l'altro giorno, perduta sul lungomare, mi sento in colpa.

Sono due i parametri che ci mettono in crisi: la paura d'invecchiare e il progresso. Nel primo caso vogliamo esaudire ogni nostro desiderio per non avere rimpianti col tempo che passa e che, a sua volta, ci trasforma; nel secondo caso il progresso ci induce sempre più a dei ritmi che non sono i nostri. Aumentano anche le nostre esigenze che richiedono tempo, come del resto ogni nostra azione. Ma noi siamo vivi quando passeggiamo, ridiamo, ci divertiamo e godiamo del tempo piuttosto che aspettare di viverlo. Nelle nostre corse perdiamo momenti importanti e vitali. Il tempo va catturato mettendo al primo posto uno stile di vita più consono ai nostri ritmi interiori, nella semplicità e nella riscoperta di valori che non possono essere scalfiti nemmeno dal progresso che avanza velocemente.


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