Per Natale potremmo mettere sotto l’albero un regalo sospeso:
le nostre richieste con la speranza che qualcuno le esaudisca. O viceversa, lasciare
una quota per acquistare ciò che desiderano. Non è una scortesia, ma un salvarsi
dal regalo natalizio diventato un rompicapo. Eliminati quelli che ormai non si
fanno più nemmeno ai malati: pantofole, pigiama, il regalo prevede la solita
cravatta, la cintura, il profumo, utili ma scadono nel personale e sembra un
attentato al gusto e allo stile. Il benessere ci ha viziati e il regalo ha
perso il valore della sorpresa, soprattutto se delude le aspettative. Oggi sembrano
inadeguati perché non abbiamo bisogno di queste cose. Dovremmo mettere
sull’albero bontà, pazienza, ascolto, educazione, solidarietà. Visto che questi
sono doni troppo pretenziosi e
irraggiungibili, ci limitiamo a cose materiali. Pur di toglierci il pensiero ci
affrettiamo nella ricerca dei regali da sistemare sotto l’albero, come di un
onere di cui vogliamo al più presto liberarci. Salta in mente la novella di
Luigi Pirandello dal titolo proprio Leviamoci
questo pensiero tratta da Novelle per
un anno dove Bernardo Sopo, il protagonista, con la moglie appena deceduta sul
letto, si preoccupa di rendere la dote al suocero, che si innervosisce a
vederlo smaniare. E dopo si preoccupa di non poter pagare la pigione per la
perdita della rendita. E continua così a voler declinare quello che non potrà
più avere a causa della morte che giunge a metterci in difficoltà, mentre la beata
Ersilia, che lo ha lasciato, ha raggiunto l’aldilà, come tutti prima o poi,
togliendosi anche lei il pensiero. Anche noi facciamo come Bernardo, corriamo e
così finiamo per regalare stupidaggini, per la fretta di toglierci il pensiero,
quando non tergiversiamo troppo nell’acquisto di doni utili, importanti, attesi.
Pensiamo che il denaro sia offensivo e che l’altro conoscendo
la quota possa giudicarci e reputarlo al di sotto delle sue aspettative. Non è
semplice scegliere, molto spesso si ripiega sulle solite cose di ogni anno.
Conosco persone che si preparano molti mesi prima per i regali di Natale, fatti
con le proprie
mani, un po’ come accade con la preparazione dei pastori nel presepe
napoletano: si lavora per avere tutto pronto a dicembre. E’ pur vero che non si
può impiegare lo stesso tempo per tutti. Si finisce per discriminare un amico o
un parente, per aver dedicato maggiore
attenzione ad altri. Poi ci sono quelli che
a Natale attendono in regalo una dote, una rendita, una rarità e non un
semplice dono. Il regalo è una manifestazione del nostro affetto, quel pensiero
che veramente c’è in un angolo del nostro cuore per l’amico, il vicino, il parente.
Col tempo il dono è diventato uno sforzo o sterile scambio di oggetti e pacchi
senza senso, solo in virtù di una legge economica. Così quelli che regalano sempre
cose inopportune, come l’accendino a chi non fuma, la borsa da manager a chi ne
avrebbe bisogno di una per la spesa, una trousse a chi non usa cosmetici, una
macchinetta del caffè a chi non lo beve, dimostrando indelicatezza e
insensibilità. Le gaffe sono tante e pur di mettere quel pacchetto sotto
l’albero, la cui carta e fiocco a volte costano più del contenuto, siamo disposti
a prendere la prima cosa capitata sotto gli occhi. Per non parlare dello
squallore di chi lascia il prezzo nella scatola del regalo come a dire “guarda
quanto ho speso per te”, se è costoso, o “vedi che non mi sono sprecato”, se è
irrisorio. Dopo tutto sotto l’albero non mettiamo mai regali dello stesso
valore, oscillano dall’oggetto utile al prezioso, quindi per alcuni sarà
stupendo per altri sarà una delusione. Non possiamo mica livellare i regali, sarebbe
ugualmente offensivo lo stesso dono a tutti. E a volte rimuginiamo sul quello
che proprio non va giù, al prezzo al suo interno che ci ha messo tanto
imbarazzo fino a offenderci. Molti non hanno l’arte di saper fare doni, ed è
inutile affannarsi nell’interpretazione dei loro messaggi subliminali, mentre
ci vogliono trasmettere palesemente quello che pensano di noi. Ecco, per queste
categorie il regalo è vietato, non solo non devono farlo, ma nemmeno riceverlo.
Sono pericolosi anche quando li ricevono, potranno pensare che spendere una
cifra per loro, sia un modo per farsi perdonare qualcosa, sminuendo il nostro
pensiero. E non devono farli nemmeno quelli che spendono troppo per tutti, se
non vogliono svenarsi in pochi giorni. Vietato pure a quelli che si limitano a
oggetti orripilanti e senza senso. Alla fine vogliamo che il regalo traduca i
nostri pensieri affettuosi, che rappresenti quello che di buono auguriamo agli
altri per il Natale. I pastori donarono il tempo e le note, forse i loro
prodotti, i magi, che erano ricchi, preziosi doni. Così dovremmo regalare solo
ciò che abbia valore per noi. E’ questa l’unica garanzia di un regalo vero.
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