La bellezza oggi è un valore fondamentale rispetto ad altri. L’immagine della perfezione del proprio tempio è questione vitale. Il narcisismo imperante ci vuole perfetti e se la natura ha scelto di renderci unici, la chirurgia estetica ci vuole simili. I modelli standard sono quelli con labbra carnose fino all’esasperazione, prodotte da sieri a gettito continuo, con filler per aumentarne i bordi, con iniezioni che gonfiano; seni costruiti come pietre che di quello naturale non hanno proprio niente, di una misura che parte dalla terza per raggiungere anche di più spropositate; di nasi incavati che ostruiscono la respirazione, che finiscono a punta, limando quel gibbo che tanto offendiamo; liposuzioni che aspirano il grasso, limano fianchi, lisciano pieghe, appiattiscono pance…
La bellezza è diventata un’industria, una macchina che aggiusta ciò che è in eccesso o in difetto aspirandoci anche l’anima. Si rischia, con l’esagerazione, di approdare a fisionomie che non ci appartengono e col tempo potrebbero crearci qualche crisi di identità. È come voler trasformare Notre Dame in stile barocco e San Pietro in gotico. Il mondo del cinema ci fornisce modelli in continuo aggiornamento. La chirurgia estetica ha trovato terreno fertile nella fragilità delle persone che cercano nella bellezza la soluzione ai loro problemi. Una ricerca della bellezza senza soluzione di continuità poiché non giunge mai alla fine. E anche dopo aver rifatto il naso, gli zigomi e la bocca, ci sarà sempre un altro ritocco da prendere in considerazione per acquisire una perfezione che non viene mai raggiunta.
Ma ahimè, la bellezza non resta fissa, decade di volta in volta e di questo passo i ritocchi diventano necessari per mantenere quello che la stessa chirurgia ha mutato. Come si può vedere non si è mai soddisfatti del proprio corpo poiché siamo insicuri dentro e non riuscendo a conoscerci a fondo, crediamo che l’immagine sia tutto quanto noi possediamo.
L’Italia è al quinto posto nel
mondo per interventi di chirurgia estetica.
Gli antichi trovavano la bellezza associata ad altre qualità
proprio perché non avevano un modello e pertanto essa andava con altri aspetti.
Difatti "Chi è bello è caro, chi non è bello non è caro” raccontava Esiodo. La
stessa bellezza di Elena di Troia era da rapportarsi ai lutti che aveva causato
e non al suo modello di aspetto esteriore. La proporzione quindi è ciò che definisce la bellezza, che non è altro che armonia. Per essa non si intende
assenza di contrasti, ma equilibro tra le parti.
Il tempo passato a trovare difetti da limare, lo togliamo ad altre attività che formano quel corpo. Si passano più ore dai barbieri, parrucchieri, estetiste, centri estetici, chirurghi, cliniche, che nelle biblioteche, nelle librerie, nei luoghi preposti alla cultura. E i ritocchini sono continui, con punturine varie per riempire la pelle che cede, la gota che cade, la ruga che emerge.
Avete mai provato a evitare lo specchio per una settimana? Si va in paranoia. Abbiamo bisogno di quella faccia dall'altro lato per cercare i punti critici da migliorare. Senza lo specchio non sapremmo dei cedimenti, i particolari della nostra pelle, l'aspetto, la gradevolezza che di noi offriamo agli altri.
Siamo talmente curati che cadiamo nel trash o nel ridicolo. Ma è quando si apre la bocca che si vede la vera bellezza. Oggi si arriva a trent'anni col fisico perfetto, ma col tempo una mente poco curata renderà anche il fisico appassito.
Si cambia non solo fisicamente, anche mentalmente e viene il tempo in cui poco importa del fisico se non si ha la salute. E anche tra le persone avanti con gli anni si pecca di narcisismo, quando rincorrono la giovinezza attraverso la bellezza.
È molto più attraente una mente giovane che un fisico statuario senza cedimenti. La mente giovane è quella che vive i passaggi senza disperarsi ma continuando a godere della vita con passione, col piacere di fare le cose, con l'ironia e col non prendersi troppo sul serio. Bisogna guardarsi anche un po' da lontano, non mollare mai con la curiosità, col sapere, col conoscere nuove cose. La potenza che ti dà il sapere non te la dà la bellezza fissa nel tempo.
È un piacere ascoltare persone ricche dentro che ti snocciolano la vita, la loro esperienza, i loro consigli senza preoccuparsi del loro nuovo aspetto. Accettarsi è la prima forma di amore verso se stessi e gli altri. Vogliamo bloccare il tempo senza capire che è proprio quel tempo a riempirci.
Nessun commento:
Posta un commento