Grazie

Cari amici,


"Il mio sole"compie un anno di vita e sono molto felice dell'attenzione che voi tutti mi dedicate. Un interesse, da parte vostra, cresciuto lentamente nel corso di quest'anno, grazie agli argomenti che si sono rivelati di vostro gradimento. Ringrazio tutti per l'assiduità con la quale partecipate alla lettura di questa pagina, un aspetto che rilevo dalle visualizzazioni che sono veramente tante.



E' grazie a voi che scrivo con grande entusiasmo e piacere i miei post, portando a vostra conoscenza tutto ciò che è di mio grande interesse.


L'arte è l'argomento principale di questa pagina, in tutte le sue espressioni, spaziando dalla pittura all'opera, alla poesia, passando attraverso la letteratura e i temi di attualità che mi toccano molto.



Tra i post che hanno riscosso maggiore successo,in questo primo anno di vita del Blog, ci sono in ordine: "Ulisse", più di duemila visualizzazioni, segue "Cenerentola", poi "La Cornovaglia che amo" e infine"Lettera a Gesù Bambino".



Voglio dedicare questa pagina di ringraziamento, oltre che a tutti voi, che mi date la possibilità di essere tra queste righe, anche a colei che ha esaudito il mio desiderio di creare un Blog secondo le mie esigenze e precise richieste, la scrittrice napoletana Tiziana Iaccarino, alla quale faccio i miei complimenti per l'imminente uscita del suo secondo romanzo"Le catene del potere", Eracle edizioni. La presentazione si terrà il prossimo 7 giugno , presso la libreria Loffredo al Vomero, Napoli. Pur nella sua giovane età, è un'artista e scrittrice che merita grande attenzione, per competenze ed esperienza . Un grazie di cuore Tiziana!


Ringrazio, inoltre, tutte le persone amiche che mi seguono con affetto, così come coloro che, pur non conoscendomi, apprezzano questa pagina.


Spero, nel tempo, di non deludere le vostre aspettative e offrirvi sempre post interessanti e che riscuotano il vostro favore.


GRAZIE

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L'arte all'aria aperta

Qualche giorno fa, in una domenica di sole, mi sono recata nei prati di Avigliano, e lì, tra i filari della vigna e sotto gli alberi di frutti, spirava un venticello di mare e portava con sè un profumo misto di fiori, di piante e di salsedine. In lontananza il mare, come una tavola, di un blu cobalto incantevole.

Ho cercato di ritrarre un po' di questa bellezza misteriosa, avvicinandomi ai limoni e lì sono stata catturata dai boccioli dei fiori chiusi, come piccole uova ricoperte di un verde smeraldo e al lato i limoni già maturi di un giallo intenso. Vedere i rami carichi e pendenti da un lato dell'albero e come lo stesso tronco contorto ne sopportava il peso, mi ha distolta dal mio primo intento di fare le foto. Sembravo più una scienziata che un'artista e mi sono emozionata a vedere intorno una natura che non era inerte , ma viveva con me, assecondando le mie emozioni e facendomi scoprire i suoi tesori.

Lì accanto il ciliegio, che mio padre segue con una cura certosina e il suo profumo mi ha ricordato che è già tempo di marmellate, di tutti i tipi! Il ciliegio ha appena dieci anni , ma solo da tre ci offre i suoi frutti.


Mi sono recata nella vigna, per vedere una buca creatasi con le ultime piogge, che mio padre ha ricoperto di terreno, per sporgermi a guardare dentro e valutare l'entità del danno, ma sono caduta sul prato e non ho potuto fare a meno di accarezzare l'erba di un verde così intenso, da sembrare finto. Passando la mano sugli steli sgargianti, che avevano intanto preso il verso del vento, la mia mano ha toccato un tappeto liscio e morbido come un velluto. Ho ripensato alla novella di Pirandello: "Il viaggio", dove la protagonista, sulla gondola a Venezia, accarezzava il velluto tra le mani in preda ai ricordi. Subito si è accesa la mia fantasia , carica delle sensazioni e delle emozioni provate e, come in una catena di associazioni, ho preso piacevoli voli: la morbidezza di un gatto persiano avuto da ragazza, la Dama con l'ermellino di Leonardo, i capelli morbidi e setosi di mia madre, la coperta della nonna col bordo di velluto che tenevo tra le mani da bambina...


A questo punto non ho potuto fare di meglio che stendermi sul prato e davanti a me si è spalancato un cielo immenso, che il mio sguardo non riusciva a contenere, di un colore turchino come quello delle fate. Tanti batuffoli di nuvole erano sparse qua e là a mo' di pecorelle al pascolo! Lì è sopraggiunto Giotto e lo vedevo in mezzo ai ciuffi d'erba, chino su un masso, mentre scolpiva, con una pietra appuntita, una delle sue pecorelle, un'immagine che mi ha accompagnato nel tempo perchè ho sempre visto sulle scatole dei miei pastelli: ne avrò consumate tantissime.


Tutte le nuvole erano di un bianco delicato con contorni celesti, solo qualcuna con leggere sfumature di un colore caldo come l' oro. Quelle pecorelle camminavano lentamente trasportate dal vento, brucando l'una accanto all'altra, senza allontanarsi dal gregge ed io correvo dietro di loro con l'occhio svelto e curioso, a vedere le nuove formazioni con i batuffoli che si univano e si scioglievano continuamente .Piccolo, il cane, mi ha raggiunto, scuotendomi e riportartandomi giù dalle nuvole, facendomi notare che era quasi ora di pranzo.


Mi sono sollevata e nel mentre mi scrollavo il terriccio e l'erba di dosso, sono capitata sotto la giovane vite appena sbocciata, di un verde tenero e delicato, con i rami appena nati, suddivisi in quattro capi, ciascuno legato al suo sostegno di legno e le cui foglie, ampie e ricche di nervature, avvolte tutte intorno ai pali, danno una piacevole frescura. Uno spettacolo che merita attenzione!


Mi sono infilata tra i filari, nelle orecchie il sibilo del vento che un po' mi spingeva in avanti e lì ho scoperto i bottoni dei grappoli appena visibili, come un miracolo venir fuori e lentamente assumeranno le sembianze di acini succosi di un intenso violetto. Che meraviglia!



Immaginando l'uva matura non ho potuto resistere ai bei cesti con la frutta di Caravaggio, proprio lì tra i filari con i pampini nei capelli a ridere come un Bacco già sazio in preda al vino. Così con fogli e matite ho ripreso le forme piene e corpose degli alberi, della vigna, del limone carico e pendente, della grande mimosa e delle case intorno, fermando tutto nel tempo e nello spazio di un foglio. Il profumo della carne arrostita mi ha riportato alla realtà, irresistibile, e mi sono avviata verso casa per mangiare, ancora stordita di profumi e di fragranze, di colori e di forme. Che bello poter osservare la natura mentre vive sotto i nostri occhi. Ritornerò appena posso per rapire il mistero della vita e la sua bellezza!

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A mia madre

HO BISOGNO DEI TUOI OCCHI


Ho bisogno dei tuoi occhi

che guardino dentro di me

a discernere il bello e il brutto,

il dolce e l'amaro

e tutti i colori dell'arcobaleno.

Ho bisogno di affondare

nei tuoi occhi,

in un lago di bene,

il più vero, dove posare

il mio capo senza vegliare.

Ho bisogno dei tuoi occhi

per capire il cammino

senza scortesie,

solo col tuo amore

quello della madre mia.

Ho bisogno dei tuoi occhi

quando sorridi compiaciuta

e ti abbandoni al gioco

e io mi guardo in te.

Ho bisogno del rimprovero,

dell'assenso, della saggezza

e della tristezza dei tuoi occhi.

E' lì che sono nata,

dentro i tuoi occhi

ho messo radici.

Ho navigato e spaziato,

lì nel tuo mare

mi sono sentita al sicuro

e se oggi amo

è per la vita che ho visto nei tuoi occhi.





Poesia tratta da

"Ritorno nei prati di Avigliano"



La mamma è sempre la mamma!







Non ci vuole la festa della mamma per dare a questa figura la giusta considerazione, ma in una società consumistica anche la mamma chiede il suo tributo. La figura materna ci ricollega subito alla Madonna, la mamma di tutte le mamme, con quel senso materno che ogni donna si ritrova per vocazione o attribuzione al suo genere. Esso non sempre è innato, talvolta se n' è privi e servono esempi per mettere in atto un esercizio che può sembrare naturale ma che invece non lo è. La mamma ci mette al mondo con sofferenza, ci accudisce, ci nutre, ci cresce, ci insegna, ci segue, ci aiuta...La mamma è un albero enorme al quale ci leghiamo in tutti i momenti della nostra vita, anche quando, grandi e ormai autonomi , cadiamo nella rete della sua protezione. La mamma dà affetto, si prodiga, è paziente e non sa dire di no. Spesso afferma:"Non ho il coraggio di dire di no" perchè se ciò accadesse, sarebbe come un tradimento fatto al figlio. Questo sentimento smisurato talvolta, proprio per essere così grande, produce effetti anche deleteri quando, pur di salvare o di non far patire il proprio figlio, la madre è disposta a dire anche il falso, a evitargli dispiaceri, a subire in prima persona. L'essere madre non è "coprire il figlio a tutti i costi". Spesso le madri diventano anche complici dei figli pur di assecondare i loro voleri.

Una mamma deve insegnare sentimenti veri e reali, perchè i figli imparino più dagli esempi che dalle parole. Una madre con un eccessivo legame al figlio, non lo lascia crescere, troppo severa, lo annulla, troppo permissiva, genera un despota, troppo superficiale non gli dà le giuste basi. Una madre deve saper dosare il proprio amore,in considerazione del fatto che anche il troppo nuoce.




Crescere un figlio significa infondergli fiducia, renderlo autonomo, assistere ai suoi errori nell'attesa che ne prenda atto. Una mamma può essere la salvezza o la rovina di un figlio, in base a come lo gestisce e il suo potere per fare questo è veramente grande. Essere madre richiede ogni sforzo che è nelle nostre possibilità e ne vale la pena poichè investiamo su colui che sarà sulle nostre orme. Il mestiere di mamma è tra i più nobili perchè intriso di amore, umanità, pazienza, dolcezza, perseveranza. Oggi la donna vede, però, crollare un po' il suo ruolo di mamma per assolvere anche altre funzioni per affermare la sua personalità e ritagliarsi i suoi spazi, che non siano solo quelli all'interno del focolare domestico. Dopo tanti anni di lotte e conquiste forse si è riconosciuto alla donna proprio questa sua peculiare attività materna che non può essere sostituita nè delegata, è lei la sola depositaria di un rapporto fondamentale alla base della società. Possiamo ben dire che è il mestiere che più di ogni altra cosa si richiede a una donna oggi, quello di essere una buona madre, che sappia dare tutto quel calore di cui è capace per scaldare i suoi piccoli.


Una buona madre non deve rinunciare ad altri aspetti della sua personalità vivendo solo la sua maternità,ma deve innanzitutto essere una donna senza repressioni, realizzata tra le quattro mura domestiche e fuori, facendone ricadere i benefici in un rapporto sereno e appagato con i figli. Oggi, conciliare i ruoli di madre e lavoratrice, è molto faticoso e snervante per la donna e la società deve facilitarle il compito, se vuole investire sul nostro futuro, oltre a donarle serenità prima ancora di renderla una buona madre.


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