Se siamo a conoscenza della mentalità e la vita vissuta in ogni secolo, lo dobbiamo anche alla poesia che racchiude la spiritualità del proprio tempo. Voler escludere a priori la poesia, per privilegiare la prosa e portare avanti solo ciò che richiede il pubblico, sarebbe un grave errore, privandoci di un mondo che non aspetta altro che svelarsi. Il pubblico va anche educato e informato ad ascoltare versi di contenuti di rilievo, se solo fosse messo in condizione di capire.
Ho ascoltato, durante la mia partecipazione al concorso, poesie di grande spessore e umanità, con argomenti che diversamente trattati non avrebbero avuto lo stesso effetto.
Il pregio della poesia è quello di usare un linguaggio diretto, di penetrare nell'animo riuscendo a scalfire modi di vedere e di pensare, e di lasciare la sua scia sparsa nei cuori di chi la legge meglio di qualsiasi prosa.
La poesia non ha un filo logico e si presenta come una trama interiore, una fitta rete di emozioni che viene fuori attraverso un linguaggio veloce e dall'effetto rapido. E' un dipanarsi di idee e sfumature, di pensieri che navigano allo stato puro nella nostra sfera interiore, è un codice di lettura universale. Il poeta vive più di ogni altro il proprio tempo, ne percepisce le sue trasformazioni e i suoi malumori e con esso si misura. Bandire la poesia pensando che sia una stupida infarcitura di tecnica e retorica, facendola diventare un luogo comune, pensando che tutto sia già stato detto, che sia a discrezione di pochi eletti o solo alla mercè di coloro che pensano di detenere un potere anche in questo, ci priva di uno strumento fondamentale: essere figli del nostro tempo.
Chi mai potrà zittire la voce del poeta, l'anima dell'umanità?
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