Ci sono i figli da accompagnare, i compiti da visionare, le palestre, le ripetizioni e la giornata diventa troppo corta per espletare il carico di lavoro. L'inizio della scuola porta con sè continue ansie a genitori, insegnanti e alunni e ricordando i miei inizi scolastici, vedo che non è cambiato nulla, nè in veste di alunna, nè in quella di insegnante.
Gli insegnanti sono tenuti ad aggiornarsi e a dare sempre il meglio di sè e ad accompagnare, nel corso di studi, i ragazzi con competenza, attenzione e affetto. Accompagnare un alunno per tanti anni è come allevare un figlio del quale si vive ogni cambiamento e tensione. Ci vuole tutta la sensibilità, il buon senso e la pazienza di cui è capace un insegnante per pianificare l'azione educativa.In questa attività ci vuole forza d'animo, tenacia, preparazione ed esperienza. Insegnare è come distillare il nostro essere e dispensarlo senza parsimonia, in un progetto educativo fondato su ambiti disciplinari e sentimenti e gli uni senza gli altri rendono inefficace il processo educativo.
Tutto questo avviene, ogni anno, in una bagarre di situazioni deplorevoli per quanto concerne l'organizzazione didattica che dipende da una serie di fattori difficilmente coordinabili: insegnanti senza cattedre o privi di sedi, questione precari, classi con alunni in esubero o che non riescono a formarsi, edifici scolastici fatiscenti, materiale didattico da elemosinare, suppellettili che, nel corso del tempo, non vengono rinnovati. L'educazione sembra non corrisponda più ai parametri definiti da greci e dai latini, che su di essa spendevano concezioni filosofiche, organizzazione e pensiero. E' ben lontana, eppure così attuale, l'Institutio Oratoria di Quintiliano dove l'unica e vera preoccupazione è l'insegnamento!L'unica cosa sicura in campo scolastico, oggi, è la paura e l'insonnia che scuote gli animi chiamati, nei primi giorni della nuova stagione, a cominciare un nuovo anno, visto come l'evento più importate dopo l'estate.
Siamo davvero tutti stressati in famiglia a causa della grande agitazione,dell'entusiasmo, delle aspettative di una scuola che deve chiedere contributi in denaro per comprare carta igienica, sapone, salviette e materiale per la pulizia. E' tutto così magico, nel mondo dei bambini, che si accingono ad intraprendere questa splendida avventura che è la scuola. E la maestra diventa la seconda mamma, una fata buona, che sa lodare, consolare, ma anche correggere e redarguire. Non conta quanto la maestra sa, ma come lo sa trasmettere. E, Filomena, tu sei davvero una fatina! In bocca al lupo e buon lavoro!
RispondiEliminaLaura