Secondo i grandi sondaggi , la felicità non è altro che un mettere insieme alcuni ingredienti e mantenerne le dosi nel tempo: essere realisti, non esagerare con le speranze o con le paure e ridurre la possibilità di essere delusi. Sarebbe molto bello se questa ricetta avesse una validità costante nel tempo e per tutti.
La felicità è qualcosa di variabile che muta col tempo e l'esperienza e pertanto la ricetta andrebbe ricostituita ad ogni cambiamento, ma visto che non abbiamo questa capacità di analisi in ogni fase della nostra vita, procediamo per istinto. Spesso confondiamo la felicità con ciò che piace o con cìò che è buono, o anche con i nostri momenti di euforia o di leggerezza.
La felicità è sempre stata oggetto di studio da parte di filosofi e pensatori di ogni tempo, mentre, noi, difficilmente ci soffermiamo a riflettere e a chiederci quello che vogliamo dalla vita. Quand' è stata l'ultima volta che ci siamo posti questa domanda? Ci sarà mai stato un momento in cui abbiamo cercato di dare un volto a ciò che desideriamo?
Dobbiamo dire che la felicità non è misurabile, ma è qualcosa di soggettivo, che varia da persona a persona, e nemmeno la si può imparare, ma possiamo educarci a capire ciò che è un bene per noi. Aristotele affermava che il fine ultimo dell'uomo è il raggiungimento della felicità, una virtù speciale già insita in noi. E' difficile credere che la felicità stia dentro di noi se la nostra vita è un barcamenarsi tra delusioni, illusioni, amarezze, sofferenze e paure. I pochi attimi belli che si presentano, sono così fugaci che non ci lasciano assaporare la sintonia tra quello che accade fuori di noi e le nostre coordinate interne.
Leopardi cerca una soluzione a questa delusione e afferma che è meglio l'attesa della vigilia che il risultato della festa. E' la morale della sua poesia "Il Sabato del villaggio", dove chiarisce bene come le nostre attese e le nostre feste rappresentino le fasi principali della nostra felicità. Leopardi ci invita a vivere la felicità nel momento che precede la festa e non quando essa è già passata. Così spesso accade che, le cose alle quali diamo un'importanza eccessiva, si rivelino deludenti ,mentre quelle alle quali ne diamo poca, siano di gran lunga migliori.
La felicità comprende le nostre attese e le nostre speranze, i nostri entusiasmi e la nostra vitalità incanalata e non dobbiamo temere le sofferenze perchè sono la nostra palestra dove le richieste e le attese, vere protagoniste della vita, si riformulano continuamente. Vivere è tendere alla felicità, un benessere e uno stato di grazia dentro al quale ci sentiamo protetti da ogni interferenza negativa e riusciamo ad attutire ogni colpo.La felicità, fine ultimo dell'uomo, è Amore e Gioia reciproca, per cui chi è felice ama e chi ama crea felicità, sempre.
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