A volte ritornano alla mente
argomenti e letture , presentandosi sotto nuova luce. E’ il caso di una novella
di Pirandello: Ignare, tratta da Novelle per un anno. L’ho riletta,
avendola sotto mano, anche per ricordare che una delle protagoniste, Suor
Ginevra, proveniva da Sorrento. E alcuni passi, a suo tempo, mi
facevano immaginare i nostri luoghi come calati nelle descrizioni ” S’era d’ottobre e pareva ancora piena
estate, sebbene di tratto in tratto, entro quel tepore denso di odori inebrianti,
sorvolasse dal mare che s’intravedeva prossimo di tra il fitto turbinio di
tutti quei fusti d’alberi, qualche primo brivido di frescura autunnale”.
Sono parole che riportano immagini dei nostri luoghi e chissà che, oltre alle
scene, non faccia riflettere anche lo spunto. E’ il racconto di uno stupro di quattro suore: Suor Ginevra, Suor Leonora,
Suor Agnese, Suor Erminia, di cui solo una potè tornare a Napoli: Erminia. Le
altre furono condotte in una villa di campagna dove trascorrere il tempo del
parto. Qui le aspettava una certa Rosaria, che le avrebbe seguite. La violenza,
di cui erano state protagoniste, s’incarna in tre esserini che vengono alla
luce e che non hanno alcuna colpa se non quella di essere frutto di una violenza,
mentre dovrebbero esserlo d’amore. Secondo Pirandello ogni atto d’amore dà i suoi
frutti, ma qui i frutti, tre neonati, finiscono per essere strappati alle madri
dovendosi salvare dalla vergogna. E così, come le poverette all’inizio del
noviziato si erano castigate accettando di violentare corpo e mente per
obbedire a Dio, così vengono violentate senza che il loro Dio possa
aiutarle o impedire che ciò accada. Delle
tre, Ginevra, morì in seguito alla
fatica del parto. Delle altre due: Agnese non oppose resistenza, mise al mondo
la creatura consapevole del fatto che non la avrebbe più vista, mentre Leonora
fu quella che reagì alla violenza, chiudendosi in cella con la neonata di
Ginevra, in un atto di follia, attaccando quella creatura al seno non volendola
lasciare. Ma anche lei, alla fine, crollò e la piccola fu affidata. La storia
ancora attuale riporta alla mente il film “Agnus Dei” di Anne Fontaine, la
quale afferma che: “Le violenze sulle donne, gli stupri di guerra avvengono
ancora ovunque nel mondo dove vi sia fanatismo e conflitto, considerati un’arma
di guerra”. Di questi bambini non si sa che fine facciano. Anche in questo caso
quella maternità che ogni suora pone al servizio della Chiesa, qui si rende
viva fornendo la soluzione al problema. Le suore devono accettare quello che
invece avevano evitato venendo meno ai voti e tutto quello che in precedenza
avevano conquistato con tanta fatica. Ma anche l’obbedienza, quando tutto
diventa violenza, ha il sapore della disobbedienza se quell’orrore perpetrato
non subisce un arresto. Chiudersi nel segreto vale quanto disobbedire,
nascondere per evitare la gogna ed è più sconvolgente del denunciare. Per
ritornare a Pirandello, qui il tema della morte, della maternità e della sessualità
si fondono come temi a lui cari e dove i personaggi maschili e femminili si
respingono ancora una volta. Si presenta un mondo femminile alienato, dove il
convento si pone come una finestra sul mondo, che non permette alcuna
permeabilità. Il “limine” è dato dall’io che si chiude e non lascia filtrare la vita esterna.
Profanando l’interno si ha la distruzione di uno scambio reale tra l’io e il mondo. Per poter stare alla
finestra, il mondo esterno o interno deve perdere la sua realtà. E’ un lavoro
di addestramento lungo, fatto di amore e fede e la violenza entra come
sovvertimento delle parti. Ma forse la stessa violenza porta con sé la voglia
di spezzare i fili della ragione e rendere mondano anche il più grave dei
segreti del mondo, come se tutto dovesse passare attraverso la mente e il
corpo. “Se non si pecca contro la ragione, non si combina nulla!” affermava
Einstein. E cosa ha fatto la Chiesa nel tempo se non infierire al limine della
finestra per mettere mondo contro mondo proprio in nome della fede?
Hilaire German Edgar Degas (1834-1917), Tre suore, 1871-1872. Immagine dal Web.
Commenta...
Nessun commento:
Posta un commento