Rosella, esclusa, esiliata, elusa fin dalla nascita, si trova a vivere dopo un’adozione a Vico, insieme alla madre Aita e al padre Aiello.
Rosella è la madre dell’autrice che ripercorre quasi fosse stata protagonista presente, tutti i passaggi che la mamma ha vissuto.
La scrittrice ci spiegherà passo dopo passo, in una sorta di cronaca temporale, gli attimi importanti e fondamentali per la formazione caratteriale e di vita della madre stessa.
Rosella che deve reiventarsi ogni volta, Rosella che cerca complicità, Rosella che è amata dal padre, ma che non riesce ad avere un buon rapporto con la madre la quale addirittura le manipolerà anche il sentimento più importante per l’essere umano: l’amore.
Una bambina che che arrivata alla propria adolescenza si troverà già grande e con grandi responsabilità; sposata a 15 anni, obbligata e incatenata a congetture, ostacoli e obblighi e poi delusioni, dolori e tanta voglia di sognare ; dure prove fino a quando ad un certo punto della propria vita qualcosa prenderà una piega diversa…
Un romanzo emozionale, ricco di passaggi, scene in continuo movimento sotto lo sguardo del lettore che non riuscirà a staccare gli occhi dal libro per vedere oltre, per sperare oltre e prendere con il pensiero la mano di quella ragazzina che forse, non lo è stata mai.
Una storia ambientata in un periodo storico e in un ambiente dove la libertà di agire, di essere e di decidere per una donna ,era limitato o assente e spesso pilotato da altri, vuoi per ricerche di migliorie economiche, per culture o per ristrettezze mentali.
Un libro scritto con fluidità, ricco di particolari, dove i profumi, i colori, i dialoghi prendono il sopravvento ,un itinerario in continuo movimento dove i numerosi personaggi descritti, i tanti nuclei familiari iniziano ad avere per il lettore, un volto, una voce, un’identità precisa.
Famiglie intere con i loro segreti, i loro pregi e difetti che condizionano in qualche modo la vita di una bambina arrivatà in una cittadina per un destino di vita.
Filomena Baratto parla della propria madre come per studiarla, conoscerla, riscoprirla, e magari comprenderla per intuire alcuni lati del suo carattere.
Durante la lettura, si ha la sensazione di vedere l’autrice in ogni angolo descritto, in ogni scena raccontata quasi che la sua presenza fosse sempre stata reale in ogni attimo di vita di Rosella, quasi che la propria ombra si fosse insinuata nel vissuto della propria famiglia per non perdersi attimi e istanti d’un tempo passato.
Un romanzo autobiografico, scritto con forza, incisione, naturalezza; un viaggio emotivo quasi per sottolineare le certezze, i quesiti, le risposte alle proprie domande interiori dove c’è sempre tanto da scoprire.
Pagine che non sono solo idiomi scritti, ma risposte e constatazioni di una donna che sicuramente sente forte il valore di dover ricostruire quello che è linfa vitale, radice del sé, una narrazione che nella metafora diventa una sorta di specchio dove attraverso le immagini, che mostrano una bambina in crescita, l’autrice cerca quella parte del suo essere donna e forse anche un po’ mamma di quella Rosella poco amata, poco compresa ma decisamente forte nonostante le varie avversità.
Un itinerario nel tempo dove il passato diventa risposta e ricerca, dove non tutto è sempre come vorremmo e le aspettative sono come i bagagli di vita, pronti in attesa di noi, dei nostri perché, dei nostri bisogni, delle nostre solitudini da giustificare fra le paure e scoperte che ci aprono
a quelle risposte che sono rimaste in sospeso dentro di noi.
Rosella non è mai stata padrona di scelte, anche lei ha trovato bagagli colmi di obblighi o tragitti sbagliati che forse, in altri luoghi, in altre situazioni e altri “mondi” avrebbe potuto anche lei asserire:
IO ESISTO!
Di Marzia Carocci Oubliettemagazine
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