La Pasqua è una festa ricca di significati: rievoca la Resurrezione
di Cristo nel periodo di rinascita della natura che esplode con la Primavera e,
con la nuova stagione, viviamo il passaggio del tempo. Pasqua significa “passaggio,
chiamata, andare oltre” dall’ebraico Pesach. La Pasqua cristiana avviene il
sabato mattino quando le donne andarono al sepolcro e non trovarono Gesù.
Lì i
segni della Resurrezione. Il sepolcro scoperto e le bende a terra lasciavano
intendere che Cristo aveva solo abbandonato il luogo. Il mistero è proprio in
quel vuoto, quell’angoscia che prende con la scomparsa di chi crediamo sia
andato via per sempre. Ma dopo cominciarono i segni della sua presenza, di
stare ancora lì con lo spirito dopo la morte del corpo. La Pasqua riprende due
momenti storici. Il primo, dal Vecchio Testamento, rievoca il passaggio del
popolo Ebreo dalla schiavitù egiziana, durata 400 anni, verso la libertà. Qui
il passaggio, è quello del popolo guidato da Mosè attraverso le acque del Mar
Rosso verso la Terra Promessa. L’altro momento è tratto dal Nuovo Testamento e
rievoca la Passione e la morte di Cristo
con la sua Resurrezione. La prima Pasqua è festeggiata dagli Ebrei e descrive l’esodo di un popolo alla ricerca della sua
Terra, l’altra è quella dei Cristiani e rievoca la Resurrezione di Cristo. La
Pasqua, in entrambi i casi storici, è un passaggio, un lasciare una condizione
per un’altra diversa ma migliore. Un cammino con il nostro corpo, tempio della
nostra anima e con la nostra spiritualità, fuoco divino che ci spinge verso la
strada da seguire. E’ un risorgere dalle nostre stesse sofferenze,
propedeutiche alla crescita fisica e interiore, così come un cammino verso la
conoscenza di chi siamo, come se fossimo eterni bozzoli di una farfalla cui
ambiamo diventare. Nella vita i nostri passaggi sono a volte impercettibili, a
volte irruenti, altre intensi. Tutti lasciano segni sul corpo e nell’anima.
Sono fatti di tante lezioni di vita che apprendiamo strada facendo, imparando
dall’esperienza ma lasciandoci guidare da quello spirito che alita intorno a
noi e ci consente di trovare la strada. La Pasqua è quel sepolcro vuoto che lascia
pieni di stupore e di paura per qualcosa che sfugge alla nostra realtà e alla
nostra dimensione, così come il rumore del silenzio di un luogo che a ricordo ha
lasciato solo le bende. Eppure quel
silenzio si carica di speranza per
qualcosa che forse non è stato compreso sul Golgota, quando tutto aveva avuto
fine. C’è un momento in cui ci si ricrede, che forse quello che agli occhi
umani era impossibile, si svela e diventa una luce da seguire. Da allora
viviamo nel suo silenzio e nel rumore delle nostre vite. Quando abbiamo bisogno
di Lui cerchiamo in quel vuoto in cui isolarci e coprirci del suo spirito. E’ quello
che ritroviamo dentro quando ci chiudiamo ai rumori esterni e ci viene incontro
quella voce che alberga in noi infallibile e attenta. Il sepolcro vuoto è la
prova che il silenzio in noi è pieno della sua voce che ci visita, ci aiuta, ci
sorregge. Qual è il valore della Pasqua oggi, quando la vita è diventata più
ricca di stimoli e di rumori? Il sepolcro aperto e silenzioso ci ricorda che
anche quando Dio non risponde con le parole, con gli sguardi, con i sorrisi,
lascia al nostro silenzio le risposte migliori. E’ lì che tutto risorge e si
trasforma in energia, linfa di vita che scorre sempre nuova. E risorgere è
procedere e andare avanti senza lo sconforto del Golgota e nemmeno la paura del
silenzio, ma solo con la speranza che
niente andrà perso. La Pasqua è intraprendere sempre una direzione univoca,
piena di luce e inconfondibile. La vita è mentre ci dirigiamo verso questa luce
che a volte fa cadere, altre illumina, e ancora acceca. La nostra religione
vuole che tutta la sofferenza del bozzolo abbia come premio quello di diventare
una bellissima farfalla. D’altra parte tutta la vita è continuo passaggio, da
una condizione all’altra, ce lo insegna la natura, compresa la nostra nascita,
che da embrione diventa feto e poi uomo. A Pasqua festeggiamo tutti i passaggi
della nostra vita. Ad ogni passaggio uno stadio nuovo da cui ne parte un altro.
E che sia sempre il migliore per tutti noi.
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