Il ritorno può essere inteso sia nello spazio che nel tempo ed è strettamente legato a un'altra parola molto amata dalla poesia, "nostalgia", che indica la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
La parola nostalgia, dal greco:" nostos", ritorno e "algos", dolore, rafforza quanto detto.
Il poema del ritorno è, per antonomasia, l'Odissea di Omero e anche in questo, giro intorno al mio eroe, Ulisse, che vive costantemente nella mia fantasia, l'ho appena lasciato in un incontro ravvicinato. Il filosofo Nietzsche tratta di un "Eterno ritorno,"secondo cui il presente è compreso nell'eterno circolo di passato e futuro. L'uomo che vive immensamente il suo presente , cioè inglobando in sè tutto il suo significato, lo desidera sempre più. L'uomo che può volere l'eterno ritorno è un uomo felice, a cui la vita dà attimi immensi.
"Ritornare", implica, a volte, anche un relazionarsi diverso, più maturo, più dolce, con ricordi che, deformandosi per il tempo trascorso, acquistano un valore più profondo, più sentito, caloroso e forse i miei prati sono stati recepiti con maggior affetto, oggi più che un tempo, quando rappresentavano solo il luogo dei miei giochi e delle mie corse. Il voler ritornare fortemente ai miei prati significa , allora, che ho vissuto intensamente quel periodo da rivolerlo ancora oggi.
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