C'era una volta...

Ci sono delle parole magiche che non smettono mai di stupirci e ci accompagnano per tutta la vita, come per esempio: "C'era una volta".

E' un incipit più che noto, che evoca tutto un mondo da scoprire e fa pendere dalle labbra di chi racconta , come se a proferire quelle parole fosse un oracolo.

Sono le parole che hanno alimentato il nostro immaginario, che hanno dato vita alla nostra carica esplosiva di fantasticare a tutto tondo, che hanno lasciato crescere in noi sentimenti di amore e odio, facendoci discernere il bene e il male.

"C'era una volta" sottende una storia che vuol prendere forma dentro di noi, che lentamente si farà strada fino a rapirci completamente come ascoltatori e a influenzarci come futuri raccontastorie. C'era una volta ci fa credere che di sicuro esisterà quel luogo immaginario anche se solo nella nostra fantasia e forse ci vuole portare lontano per staccarci da situazioni che ci fanno male o forse ci trasporta in quelle storie che non potranno mai accadere o in quelle che sono esistite e sono come se non le avessimo mai vissute.

I miei "C'era una volta" sono tantissimi, così tanti da costruire storie a misura di situazioni dove sgomitolo fatti reali trasfigurati, elevati su un piano irreale e leggero. Una parola magica a scuola è proprio "C'era una volta" con la quale si ottiene un silenzio e un'attenzione religiosa. I bambini amano immedesimarsi nei loro personaggi e partecipano con tutte le loro emozioni. Ho raccontato tante storie che sarebbe impossibile ricordarle tutte, ma quello che ricordo bene sono gli occhi sgranati dei bambini attraverso i quali leggevo, attimo per attimo, le loro emozioni che corroboravano ancora i più la mia fantasia.

I bambini sono i migliori testimoni e giudici dei sentimenti degli adulti ed esternano i loro senza freni inibitori, con una freschezza e un'autenticità che sarebbe un miraggio presso gli adulti.

Stamattina, a una bambina che mi ringraziava per aver assegnato sul suo quaderno, ho detto che era molto bello da parte sua dire grazie per ogni mia azione nei suoi riguardi. Lei mi ha risposto: "Io ti dico sempre grazie perchè tu sei bella" e io le ho risposto che questo è un altro discorso e che si ringrazia perchè è giusto ed educato che si faccia.

Ho compreso subito che per bella intendesse gentile, mentre io mi ero fermata a un aspetto esteriore del valore della parola. Ho cercato di spiegarle questo concetto e che nel suo piccolo diceva una cosa giusta e lei mi ha risposto:"Tu sei bella per questo!"Questa volta ha lasciato me ancor di più a riflettere sul concetto di bellezza.

C'era una volta la bellezza... e si potrebbe continuare...Che fine ha fatto?Potrebbe essere il titolo di una storia se solo ci impegnassimo a non ritenere il mondo disarmante dei bambini come un momento transitorio nella vita dell'uomo, ma piuttosto un tempo di cui dovremmo prendere atto ed esempio per tutta la vita. E' questo il tempo della semplicità e della bellezza dove un universo in miniatura risulta essere più aderente di noi adulti alla realtà.

Se solo amassimo di più la bellezza della vita non avremmo tempo per tutte le sue brutture!


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