Per scrivere un libro ci vuole l'ispirazione, almeno così si diceva una volta. Bisogna attendere che qualcosa salti in mente e diventi un'idea di cui parlare. Oggi sembra più indicato un tema che riprenda la realtà, sempre di grande impatto sul lettore, per fargli vivere esperienze in cui riconoscersi. Se motivato e attirato dall'argomento, sarà preso completamente fino all'ultima pagina.
Una volta scelto il tema, bisogna trattarlo in modo esauriente, per dare la possibilità al lettore di immaginare, capire e confrontarsi con le esperienze personali. Il libro più interessante sarà quello con una trama ben costruita, un intreccio valido e soprattutto che lasci qualcosa. Porsi, prima di scrivere, tutti questi punti, fa bene, ma sicuramente un libro non nasce così. Chi si appresta a scrivere lo fa avendo un' idea, un'immagine, un fatto, una storia e lentamente la stessa idea si assottiglia, sfuma, mentre resta, in ultima analisi, il punto centrale o iniziale che era saltato in mente all'inizio e su quello, come un fuso, si comincerà a costruire.
Spesso le parti che ci sembrano divertenti e nuove, non risultano essere poi tali, mentre quelle che hanno difficoltà a costruirsi, che a noi sembrano pesanti, distanti, che non sappiamo se lasciarle o toglierle, si rivelano di primaria importanza e forse nell'iniziale disegno non avevamo nemmeno preso in considerazione. A volte un libro ci scappa di mano, si scrive quasi da solo, come se volesse uscire dalla nostra testa per mettersi lì sulla carta, altre volte siamo noi che andiamo a scavare per trovarlo e, proprio quando sembra di non avere nulla da dire, scatta la geniale idea e si parte.
Cresce il numero di libri in circolazione, c'è una gran voglia di raccontarsi. Per conquistare i lettori, non basta un valido contenuto. A volte più che l'argomento vale lo stile e il modo di condurre avanti la storia, lo scorrere della lettura, la comprensione, il susseguirsi dei fatti e come avanzano le idee che si vogliono mettere in luce. Ma trovare una folta schiera di lettori è sempre difficile. Tra i primi ci sono tutti coloro che leggono per presentare gli autori, sono al primo posto come lettori, fagocitano libri a settimane, ne so qualcosa personalmente e sono i grandi consumatori. Poi ci sono gli amanti dei libri, quelli che leggono tutto senza distinzione di tema e quelli affezionati a vari autori, che, prima ancora che esca il libro, lo hanno già prenotato. Ci sono anche quelli che leggono con la speranza di trovare tra le righe la soluzione al loro problema, o qualcosa che faccia credere di stare sulla strada giusta per farlo. Poi ci sono quelli che leggono solo i grandi nomi, per essere, secondo il loro parere, una garanzia e non perdono tempo tra i minori. A questo punto bisognerebbe chiedersi chi sono i maggiori e chi i minori. Per maggiori si intende quelli che hanno vinto prestigiosi premi, ma soprattutto quelli che "vendono" libri, e chi li acquista è come se ponesse nella sua libreria un pezzo di antiquariato o come se lo scrittore albergasse tra gli scaffali. Chi sono i minori? Quelli che avrebbero potuto risparmiarsi di scrivere, che non aggiungono e non tolgono nulla a quello che già c'è in giro, in previsione del fatto che il monopolio è di chi vende. E poi quelli che non hanno molto seguito per scarsa pubblicità. I minori sono anche quelli verso i quali si hanno dei pregiudizi per non avere una visualità nazionale, pertanto si credono di poco conto. Bisogna aggiungere che spesso i grandi sono sponsorizzati, hanno persone che gestiscono le loro uscite e da cui si lasciano consigliare ovviamente con lauti compensi e che si occupano del cosiddetto marketing. Tutto questo è per il minore uno svantaggio, non gode di alcun beneficio, non ha santi in Paradiso, anzi, spesso ha una corte di persone intorno che non ambisce ad altro che splendere al suo posto e che crea anche qualche intralcio. Non gode di alcuna sponsorizzazione, nemmeno della più stupida e tutto è a suo carico. Può scrivere il testo più bello del mondo ma resterà sempre un testo minore. D'altra parte quanti testi si possono leggere con tutti quelli che sono in circolazione? Pochi a testa per una serie di motivi.
Ma io sono sempre un'inguaribile sognatrice che si prefigge di scrivere tutto quello che reputa di poter scrivere e non mi spaventa per niente stare vicino a un grande autore, come a un minore. Sono la prima a leggere qualsiasi titolo che mi incuriosisca e credo di aver letto libri di grandi molto monotoni che non leggerei più oltre a non ricordarmi nulla, così come ho letto autori minori risultati piacevoli o spassosi e anche profondi. Letti per curiosità, per sentito dire, per avermeli proposti. Leggere è come aprire qualcosa non sapendo mai a che cosa si va incontro. Per me leggere è aprire un mondo, una finestra, una novità. un'idea, una voglia, un desiderio...Leggere è la mia attività preferita, come fosse carburante per la vita. Così facendo, vivo tante cose.
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