La cicale

Oggi, con la barca, siamo giunti in una rada, dove c'era di fronte la montagna, sulla sinistra la roccia ricca di vegetazione e in alto una casa a picco sul mare. Sul davanti tanti fichi d'india che si distendevano lungo tutta la parete. Le foglie erano riverse nell'acqua del mare come se si fossero volute specchiare ai loro piedi. Abbiamo ancorato e fatto un bagno. Subito dopo, ci siamo asciugati  e l'uno di fronte all'altra, mentre un venticello ci asciugava e le onde ci ricordavano i colori del mare, ci siamo dati a discorsi interessanti e un po' insoliti per la barca e per l'aria di vacanza. Di solito si scherza, si ride, si fa ironia...Oggi no, siamo partiti alla grande con argomenti molto difficili anche da completare. Si è cominciato per caso, con un discorso sul tempo di mio padre, niente male, quando ha affermato che la vita è carogna, ti rende perfetto quando il tempo ti toglie la salute. E non gli si poteva dare torto!
"Anche l'amore, mi diceva, quando sei giovane è uno scimmiottare, non capisci nulla, c'è tanto egoismo, c'è competizione, ti senti un leone. Poi col tempo capisci quello che hai fatto, quello che hai sbagliato, dove sei stato uno stupido...e tutti questi maltrattamenti alle donne... Se gli uomini capissero il male che fanno  alle donne, si castrerebbero da soli!" Io non sapevo di capire o meno. Non sapevo se approfondire o far finta di non aver sentito, ma avevo l'impressione che avesse bisogno di parlare, ne avevo conferma dalla serietà che metteva nei discorsi, a dispetto della sua ironia di sempre. Allora ho spezzato un po' fermandomi ad ascoltare le cicale! Che serenata, mentre le onde leggere, verdi smeraldo correvano a riva a infrangersi sugli scogli. Ho seguito con lo sguardo la corsa e quando hanno toccato terra sono ripartita con l'ascolto.  "Cos'è che hai capito rispetto a quando eri giovane?" gli ho chiesto.
"Non si tratta di capire, ma di sentire,  la vita la capisci quando ti passa addosso, ti stravolge, e ti lascia diverso da come ti ha trovato. L'amore non è quello dei vent'anni. No! Quello è sesso e basta. E passano anni per capire la differenza tra sesso e amore. Avviene quando l'amore lo conosci profondamente e sai che non può escludere il sesso, laddove prima erano due cose separate. Questo è il tempo della lentezza..." "Si, Milan Kundera!" "Cosa? Cosa dici?" mi chiede mio padre non conoscendo l'autore della Repubblica ceca. "Parlo di un autore che afferma quello che stai dicendo, gli rispondo. "Allora deve essere uno buono! Il tempo della lentezza ti fa assaporare le cose, te le fa ricordare bene, ti dà luce e riflette l'amore vero, quel poco amore che hai dato e quello che ti hanno dato" "Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse!" "Eh????" "E' un proverbio! Hai ragione, stai facendo un discorso filosofico niente male!" " Ma sì, oggi me lo chiamate amore? Accendi il computer e ci trovi tutto, sesso a volontà! Questi ragazzi che sanno tutto prima di scoprire le cose, la teoria prima della pratica. Una volta il sesso lo scopriva un po' per volta, come  quando nascono i bambini.Oggi a tredici anni portano a letto le ragazzine. Cos'è amore quello? Adesso può esserci amore, adesso che so come va la vita, come va vissuta, come va presa e cosa devo farne del tempo!" La sua è stata un'amara constatazione e per smussare quella vena malinconica ho riascoltato le cicale.
"Pa', ma senti come non la smettono le cicale?" "Certo", mi ha risposto, "tanto ci pensano le formiche a fare le provviste. Vedi l'amore è proprio così. La cicala è sesso, la formica è amore! L'una canta sola, l'altra lavora, infaticabile, senza sosta, non riposa, ma in inverno avrà tutto quello di cui ha bisogno. Da giovani si fa solo sesso, i giovani son tutti cicale, le persone adulte e mature sono formiche!" !Allora a quest'età vuoi dire che il sesso non serve? La formica mangia solo, vuole solo bene? Non le serve altro?" "No, gliene serve di più, di sesso quanto di amore. Che amore sarebbe senza vivere la carne e che sesso sarebbe senza amare profondamente? E' la forza di due l'amore, non è mai uno, sempre due!". "E allora come la mettiamo a questo punto?" Chiedo a mio padre ormai dopo un discorso che nemmeno all'esame di maturità ti fanno fare. "Che la vita è come dice il proverbio, che se tornassi indietro mi dedicherei alla donna, quella che amavo, le darei più attenzione, mi preoccuperei per lei di tutto quello di cui l'uomo non si preoccupa, dai pensieri al sesso, dal manifestarle il mio bene, a non pensare a me stesso per lei!" "Dici così per il fatto che adesso rifletti molto, hai tempo per pensare, cosa che prima non facevi!" "Anche questo è sbagliato! Diamo tempo all'azione e poco al pensiero. Meditare, riflettere, sono importanti quanto amare!" Senza farmene accorgere, mentre completava il discorso, mi sono buttata in acqua, non resistendo al sole e alla troppa concentrazione! "Papà oggi sei proprio un filosofo...ma gli uomini son tutti uguali, chi vuoi che si interessi di amore, tutti solo sesso, ho gridato dall'acqua!" "E allora non si chiamano uomini, sono solo marionette, devono ancora trasformarsi...un po' la storia di Pinocchio. Per diventare uomo pensa un po' quante disavventure da burattino!" " Papà, oggi ti sei superato, non pensavo di avere un papà ricco di amore e diverso da tutti gli uomini, che sa amare le donne! Se mamma fosse qui, ma credo ti sentirà anche da lassù, sarebbe fiero di te!" "Ma io sono stato burattino con lei, non ero ancora uomo, per il poco tempo che siamo stati, vorrei poter aver tanto tempo ora, per come sono migliore, e per come amo anche se lei non c'è! E dopo queste parole, me ne resto nell'acqua a riflettere su un discorso bellissimo, che stento a credere sia fatto da lui, uomo del sud, maschilista per antonomasia, che metterebbe il burka a tutte le donne, che mi parla di amore e di sesso sotto una luce nuova, proprio ora che cominciavo a credere che le cose stessero irrimediabilmente così lontane tra uomini e donne.
Meno male che ci sono le cicale che mi cantano questa lunga canzone che mi permette di non sentire niente  e assaporare un pomeriggio d'estate a mare, con mio padre a discutere d'amore. Se non l'avessi scritta questa cosa, sarebbe rimasta nel vuoto. Benedetta scrittura che ci permette di raccontare delle cicale...e dell'amore!


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