Caro settembre

Caro settembre,
non credevo arrivassi così presto, quest’anno che avevo preso gusto ad andare a mare come non facevo da tanto. Non è stata un’estate facile, la ricorderemo per il fuoco, fiamme per tutte le montagne, vicine e lontane. Hanno deciso di uccidere la natura e al solo pensiero mi viene da piangere. Stamattina ho pensato ai miei compitini da bambina quando disegnavo immancabilmente la frutta come le mele, l’uva e le tante cose buone che la terra ci ha sempre dato. Ora attendiamo l’acqua per mettere fine a questo scempio. L’uomo è capace di tutto questo in nome del denaro! Nelle mie frasi da bambina ci mettevo sempre i pensieri per la scuola, la voglia di ricominciare un nuovo anno scolastico, di vedere i compagni, la maestra. Era tutto più semplice allora, più chiaro, più vero. Ora è così complicato! Ora siamo adulti e abbiamo tante responsabilità. Mi piace quando arrivi, dai una tregua a tutto, ci metti in riga. Mi piacciono i colori che porti, la calma delle giornate, la malinconia che stemperi nella mente al pensiero che è finito il riposo. Dicono che sei il mese più atteso, ed è vero. 

Quanti hanno scritto di te canzoni, motivi, ritornelli, poesie. Sei come una data simbolica, un mese di resoconti e di partenze, di iniziative, di nascite in ogni campo. Se qualcosa deve partire, questo avviene a settembre, tutto comincia ora. Arrivi sempre con lentezza restando ancora nell’oro di agosto, con il caldo che non scema, con i giorni di mare silenziosi, con i pensieri che si affollano. Ci è rimasto il suono dell’aereo sulle nostre teste e degli elicotteri che combattono le fiamme ancora oggi. Il rombo di quei motori ci attanaglia e l’inizio del nuovo percorso giunge con tante domande che non hanno risposta, o forse non ci piacciono. Nei miei compitini da bambina scrivevo e disegnavo quello che avveniva in questo mese e mi piaceva la cura che mettevo nei particolari. Anche adesso penso a quello che sarà in questi giorni e ai giorni d’autunno.
Caro settembre, da bambina si parlava dell’autunno e della vendemmia, ora si parla di disastri idrogeologici e già sappiamo che pioverà molto, come stanno preannunciando, ci aspettano altre difficoltà. E molti aspettano di trarre vantaggi da questi fatti. Era così bello un tempo quando arrivavi con i tuoi colori, l’aria fresca di mattina e sera, i pullover colorati, le prime foglie, le piogge leggere, le voci dei bambini davanti alla scuola, gli uffici aperti e i primi rientri ma con la mente ancora all’estate. Adesso le foglie sono state già tutte bruciate dalle fiamme, non ci sono più quei bei colori autunnali che tanto mi piacevano: gialli, rossi, arancioni, marroni. No, adesso per la montagna è tutto grigio, un fumo ovunque. E come questo fumo la nostra mente è diventata confusa, incapace di operare, abbiamo perso il senno. La natura l’abbiamo uccisa in tutti i modi, non ne può più di noi e qualche giorno si vendicherà. Eppure sono sicura delle parole che scrivevo da bambina, quando dicevo che settembre è un mese che amiamo proprio per la natura, per quello che ci offre, per come si trasforma. Oggi non può trasformarsi, l’abbiamo violentata. Ma sono una inguaribile ottimista e, appena a scuola, continuerò a disegnare i cesti di frutta, a salutare il mare con i suoi abitanti, a fare i covoni nei campi ripuliti dopo la calura estiva e le foglie nei suoi colori autunnali. Per me resti il mese più sereno, che dà tante idee. E se proprio ci deve essere un inizio certo, sarà quello di piantare alberi e alberi. Li pianterei anche nei cuori di pietra di quelli che hanno appiccato il fuoco, per castigo dovrebbero andare in giro mettendoli in mostra, così da capire che sono stati loro. A scuola farò disegnare tanto verde da portarlo su per i monti e tappezzare i luoghi bruciati che sono diventati desolati e tristi. Caro settembre, porta un po’ di tranquillità, smorza gli animi cattivi e con la tua brezza semina parole sincere, soprattutto in quelli che hanno il deserto dentro così come hanno bruciato i boschi fuori.

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