Ieri sono stata in un centro commerciale. Non amo fare spese ai grandi magazzini, ma una volta l’anno mi accade di andarci. Sono stata
invogliata dal fatto che dovevo comprare dei libri, ma con mia grande meraviglia,
non c’era una sola libreria in tanti metri quadrati di mercato. Come
è possibile che in luoghi così affollati non ci sia nemmeno una libreria? Tanto
consumismo esula dalla possibilità di leggere? Come si costruiscono questi
centri? La lettura in Italia non si può ascrivere nemmeno tra gli hobby. L’AIE,
l’associazione italiana editori, ci
fornisce una notizia che non fa che aumentare la meraviglia: 13 milioni di
italiani vivono in comuni che non hanno nemmeno una libreria. Molte sono state
costrette a chiudere, altre lo hanno fatto trasformandosi in altri esercizi
commerciali e la lettura è diventata roba per specialisti. Eppure ieri, sulle
panchine fuori ai negozi, ad attendere i familiari mentre facevano spesa, c’era
tutta gente fornita di smartphone, con la testa china a cliccare in modo compulsivo. Se al posto dello smartphone avessero avuto un libro, il
loro cervello avrebbe fatto percorsi più umani, più creativi e meno ansiosi.
Anche la conversazione sarebbe stata più valida del telefonino. Parlare e
scambiare idee, opinioni, fatti è sempre meglio che smanettare su un piccolo aggeggio.
Lo smartphone ci isola dal mondo facendoci sprofondare in una solitudine pericolosa.
Ma la conversazione ha ormai perso il suo valore e, a parità di possibilità, se
due persone sono sedute vicine, ciascuna ama parlare con un interlocutore virtuale
anziché conferire con la persona accanto. Se ieri ci fosse stata una libreria,
qualsiasi, potevo guardare la vetrina, comprare libri, leggere qua e là,
sbirciare copertine, autori e magari avrei usufruito anche io della panchina per
leggere. La libreria ti apre un mondo, e un libro a orizzonti dove sei tu il
protagonista. In ogni buon esercizio commerciale i libri stanno all’ingresso,
una sorta di fermata obbligatoria, dove si fa il pieno di energia vitale. E’
come se il cervello avesse bisogno di benzina.
Ma la gente deve acquistare e non perdersi nei libri. Ma il tempo a sfogliare e
comprare libri non impedisce di
acquistare altro, può solo incentivare.

Questa operazione, apparentemente casuale, è invece studiata
a tavolino. La massa deve spendere e non
leggere, sarebbe una perdita di tempo. Se legge capisce che il consumismo è una
droga e smette di comprare. Un centro commerciale privo di libri è predisposto a favore di chi non legge mai. A questo punto si può concludere dicendo che
i centri commerciali sono per gente che deve rispondere agli acquisti, dove
comprare è l’unico dio a cui votarsi.
Le campagne pubblicitarie agiscono alla grande su chi non pensa. Ecco un
motivo per cui il centro commerciale non mi attira, non c’è quello che fa per
me. Spendo in negozi conosciuti, dove anche la storia delle mie compere fa
parte di me e quando esco, posso trovare la libreria. Se leggi, pensi e compri
solo il necessario, ma se sei narcotizzato dalla pubblicità, compri di tutto.
Ed è anche vero che si perde tempo prezioso in cose inutili e non per la
lettura. Ogni volta, come scusa per non
comprare un libro, si dice che non si ha tempo per leggere. Ma il tempo per un
libro lo si deve trovare sempre, è vitale. Leggere è la migliore terapia per
guarire, per capire, per rapportarsi, per confrontarsi. Continuerò a comprare tanti libri, ma non continuerò ad andare ai grandi magazzini: troppo
dispersivi, caotici, inefficienti e incomprensibili se privi di librerie.
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Ciao Filomena!
RispondiEliminaPrima di tutto complimenti per il tuo blog, pieno di contenuti davvero molto interessanti! :)
Ho letto questo tuo articolo e sì, devo dire che è capitato anche a me di constatare l'assurdità della mancanza di una libreria in un centro commerciale. Come te, anche io non frequento molto i grandi magazzini, ma penso che sia molto triste la mancanza di libri in luoghi del genere. Triste perché mi sembra che sia come dire: "bene, qui puoi acquistare tutto ciò che ti serve per vivere bene la tua vita!" ...e la cultura?! Voglio dire, spero che non sia un messaggio subliminale, per la serie: "tanto noi dei libri possiamo farne a meno". Spero davvero che nel nostro paese il valore della cultura sia rivisto e ripreso in mano da chi può, permettendo alle persone di avvicinarvisi in qualunque modo, anche tramite una semplice libreria da supermercato che, non si sa mai, potrebbe fare la differenza nella vita di qualcuno.
Comunque grazie per queste tue riflessioni, ho inserito il tuo blog fra i preferiti e ti seguo! Il mio è ancora giovane, con pochi articoli, ma forse ne troverai qualcuno di tuo interesse! :)
Nel mentre, piacere di conoscerti! :)
Benvenuta Diana
RispondiEliminae grazie per il commento.