Leonardo: genio incompreso




Non eravamo abituati a vedere un personaggio della grandezza di Leonardo trasformarsi in un beniamino da fiction come ormai tutto diventa in Tv. Stiamo parlando di un genio, nato nel 1452 a Vinci, nei pressi di Firenze, che sin dalla tenera età mostrò di avere qualità e capacità fuori dal comune. Leonardo nacque in un’epoca in cui l’Italia era formata da Stati sempre in lotta tra loro. A quel tempo le arti erano in piena fioritura, in un fermento che poneva attenzione alla vita terrena e mondana. Una trasformazione sociale e culturale che prende il nome di Rinascimento, termine col quale si vuol racchiudere una serie di fenomeni dei secoli XV e XVI. Mettere su una serie televisiva e tracciare più che la biografia di un personaggio, unico tra l’altro, l’indole di un uomo lontano da ciò che abbiamo letto nel Vasari e di altri autori che ne hanno parlato, lascia qualche delusione. La serie è prodotta da cinque paesi tra cui l’Italia. Ci si aspettava di vedere fedeltà al genio e di divulgare la sua grandezza così come la sua personalità. Ma nell’ansia di cogliere quello che nemmeno si conosce di Leonardo si è presentato un uomo ibrido che per un verso rievoca l’aspetto artistico del genio e per un altro lo confonde, finendo per occultare il certo per aver romanzato l’incerto. Parliamo dello stesso genio che ha dipinto la Gioconda, o Dama con l’ermellino, L’ultima cena, La vergine delle rocce, solo per menzionare alcuni dei suoi capolavori e davanti ai quali siamo colti da stupore per tanta perfezione. Secondo Antonio Forcellino, autore del saggio Leonardo: genio senza pace, l’artista era una sorta di rock star del suo tempo, alla stessa stregua di Elton John oggi, che vestiva in modo eccentrico ed elegante da far impallidire un principe. Di carattere molto amabile, curioso, investigativo, buono, arguto, gran conversatore. Ma non sembra che queste siano le caratteristiche del personaggio televisivo. In scena abbiamo un uomo combattuto, indeciso, per certi versi indifferente, per altri sfrontato. Si finisce per eccedere o mancare nell’intento di definire il carattere di un Leonardo moderno. Allo stesso tempo si dà ampio spazio a un personaggio marginale come Caterina da Cremona, modella a suo tempo, facendola assurgere al ruolo di 

coprotagonista. Molti aspetti non si chiariscono né si definiscono. La parte romanzata è supportata da riscontri storici, quando il romanzo non basta a sostenere il personaggio. Leonardo non si presta a mezze misure, è completamente assorbito da ciò che fa e che è. Geniale fino al midollo, come pittore, architetto, ingegnere, botanico, medico… Il suo motore è la curiosità che gli apre sempre nuovi orizzonti davanti. Un uomo che amava la vita e ne voleva scoprire il segreto. Anche se gli attori sono bravissimi e pieni di talento, non basta. Troppo moderno per l’epoca e troppo lontano dal vero Leonardo. A questo punto chi non conosce il genio ne avrà una visione distorta vedendolo per la prima volta nella serie, chi lo conosce, potrà apprezzare solo la bravura degli attori e basta. Romanzare le storie affascina, ma non quando siamo davanti a una personalità così complessa. Leonardo è un intoccabile. A un genio tutto è concesso. E se vivesse oggi, sarebbe comunque un incompreso vista la molteplicità dei suoi interessi, gli darebbero sicuramente del tuttologo, un modo per dire che dedicarsi alla pittura, scultura, scienza e quant’altro equivale a non conoscere niente. Ogni suo dipinto è una storia, così ogni sua idea o sua invenzione. Sarebbe stato stimolante approfondire la vita di quest’uomo, assistere ai suoi cambiamenti, nell’epoca in cui viveva senza bisogno di inventare altro per renderlo più attraente. E’ come se volessimo romanzare la vita della Regina Elisabetta o Re Sole, Luigi XIV. C’è così tanto da dire che non si deve attingere alla fantasia, anche quando la realtà, che dovremmo raccontare, non ci piace. E forse è proprio l’eccedenza dei fatti, dei misteri, di quello che non si è mai detto che ha lasciato alla produzione la libertà di inventare e trasformare l’incompreso genio da divino a umano. Ci sono vite che entrano nell’immaginario come sono nella realtà, vere e possibili. E Leonardo lo è stato fino alla fine, quando morì nel 1519 ad Amboise in Francia, tra le braccia del suo grande estimatore, il sovrano Francesco I.

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