In una società abituata al consenso vige la legge del like, dell'approvazione a tutti i costi. E se non arriva, si prova a esagerare pur di acchiapparli. Quel pollice alto, i cuoricini, gli abbracci servono a dire poi quanto gradisci quel post, quell'affermazione, quello scritto o immagine, quell'autore.
Il blog di Filomena Baratto
Il dislike
In una società abituata al consenso vige la legge del like, dell'approvazione a tutti i costi. E se non arriva, si prova a esagerare pur di acchiapparli. Quel pollice alto, i cuoricini, gli abbracci servono a dire poi quanto gradisci quel post, quell'affermazione, quello scritto o immagine, quell'autore.
"Nuvole e sogni" di Vittoria Giorgi
L'autrice, Vittoria Giorgi, prende in esame un periodo di dieci anni, dal 23 novembre del 1980, fatidica data del terremoto in Irpinia e nostre zone, descrivendo la vita di alcuni sfollati venuti ad abitare all'interno di un palazzo al centro della città.
Si concentra sulla vita del condominio, tra difficoltà ed eventi più negativi che altro.
È una storia che quando ho letto per la prima volta mi ha trasmesso forti emozioni, tanto da non dimenticarla più. Non era interessante solo la trama, i fatti riportati, i personaggi vivi, anche lo stile con cui l'autrice conduceva il racconto.
Dalla prima volta che ho letto il manoscritto a oggi ne è passato del tempo, ma la storia era rimasta indelebile nella testa, con una smisurata voglia di farla leggere agli altri. Non è così? Quando ci accade qualcosa di bello, che sia anche solo una lettura, abbiamo bisogno di condividere le emozioni, non riusciamo a contenerle. E così quel manoscritto di alcuni anni fa è diventato finalmente un libro.
Gli occhi della protagonista sono occhi innocenti ma intelligenti, che frugano negli eventi e ne traggono verità che non si vogliono nominare; scava nei pensieri delle persone, esamina situazioni e preannuncia cose che accadranno in seguito. L'atmosfera è quella de "La finestra sul cortile", film del 1954 di Hitchcock, con tutte le apprensioni e le suspense del caso. Un libro che ci sbatte in faccia la vita nella sua bellezza e nella sua crudeltà. Leggendolo dà, allo stesso tempo, un senso di impotenza davanti a storie molto forti e riconoscenza per averci resi testimoni di uno spaccato di vita denso e commovente.
E tutto accade sotto un cielo che non mostra di partecipare alla vita di condominio o forse ne è fin troppo al corrente e non si sottrae dal dispensare sogni e fantasie ai giovani del palazzo. Il cielo è l'unico testimone della crescita di questi ragazzi che maturano in un ambiente più grande di loro. Li salva l'amicizia, la voglia di un futuro migliore, grazie alla forza che riescono a innescare insieme, alla solidarietà e alla fantasia.
L'autrice è alla sua opera prima, ama la lettura. La sua penna produrrà cose veramente speciali in futuro per la sensibilità che si ritrova.
Reiki
Mi sono imbattuta in questa tecnica giapponese quando una mia conoscente, entusiasta, voleva approntare questa sorta di guarigione su di me, da cosa poi non lo capii. Ma fu allora che, insospettita per la sua insistenza, approfondii.
Il Reiki è una pratica, che molti chiamano medicina, con cui si cerca di stabilire l'equilibrio dei vari livelli di cui è formata una persona: fisico, mentale, emotivo e spirituale, attivandone l'energia migliore.
La parola reiki, formata da rei che significa forza spirituale e ki forza interiore, indica un riconnettere la nostra forza a quella dell'universo e creare in noi l'armonia necessaria per disporre di un corpo e una mente in perfetto equilibrio. La pratica prevede quattro livelli di apprendimento attraverso momenti fondamentali come il trattamento base, l'auto trattamento, il trattamento veloce e l'equilibratura dei chakra. Le lezioni insegnano a gestire la forza dell'universo in relazione a quella di ciascuno di noi. Chi esercita la pratica è un maestro che socchiude leggermente le mani con braccia tese a una decina di centimetri dal corpo da trattare per una decina di minuti, il tempo necessario per il passaggio di energia. Il lavoro si svolge su più parti del corpo e la seduta rientra nelle due ore. Ogni trattamento medico o similare, per essere accettato deve avere un suo principio, una storia che ne attesti il percorso.
La storia del reiki nasce nel 1865 con il giapponese Mikao Usui. Tutto ebbe inizio quando nell'università cristiana dove insegnava, uno studente gli chiese come Gesù avesse potuto fare miracoli. Il professore non sapeva cosa rispondere ma fu la molla per mandarlo in giro a cercare qualcosa che andasse bene come risposta. Si laureò in medicina a Chicago e tornò in Giappone. Qui rimase per tre settimane sul monte Kurama a meditare e a digiuno. Per avere cognizione del tempo che passava si munì di 21 sassi e a ogni sorgere del sole ne buttava uno giù. L'ultima pietra ritornò a lui sotto forma di luce colpendolo alla testa. E trovò la sua risposta: quella luce non era altro che forza divina e universale con il potere di guarire e fare miracoli. In seguito aprì a Tokio una clinica.
Un maestro reiki afferma che tutte le malattie nascono da uno scompenso fisico o psichico e, secondo un oncologo, il cancro infatti è prodotto da una mancanza d'amore e che una dose di tre abbracci al giorno potrebbe curare. Intanto il reiki non va fatto alla testa, all'ombelico e ai malati di cancro alla spina dorsale. La pratica non è solo per l'uomo ma anche animali e piante. Chi diventa maestro reiki guarisce gli altri attraverso l'imposizione delle mani. Può avvenire da vicino e a distanza. Chi diventa membro deve pagare una quota una tantum alla società.
Secondo le notizie lasciate dal dottor Usui, la pratica risalirebbe a Buddha con una storia di più di 2500 anni. Come è possibile possa risalire a un'epoca così lontana se i corsi di reiki si apprendono in un fine settimana.
Ma il reiki, tra scetticismo e attrazione, ha i suoi adepti sparsi in tutto il mondo. La stessa pratica effettuata con le mani ha il suo fascino. Da sempre le mani hanno il potere di trasmettere emozioni ed energie positive, anche per la religione cristiana l'imposizione delle mani ha il significato di infondere calore e amore, e da qui il suo valore terapeutico. Ma nella stessa religione cristiana chi impone le mani deve essere una persona pura e di grande spiritualità per far sì che il tocco abbia la sua efficacia.
Secondo la filosofia taoista se un uomo non è all'altezza di quel compito ma usa i mezzi giusti, questi agiscono in modo sbagliato.
Il reiki, pur riferendosi al potere delle mani come mezzo di guarigione, ha dato al tocco il significato di un'azione magica, travolgendo alcune verità, mettendo a segno un metodo che tutti possono apprendere al di là delle loro qualità.
Intanto il reiki riscuote grande successo, poiché la forza interiore di ciascuno ha i suoi cedimenti e il fisico le sue cadute, e nei momenti peggiori ci si affida a tutto ciò che può essere di aiuto in quel momento. E se questo può servire a trovare la guarigione, può essere un'esperienza positiva.
Le mele
La mela è conosciuta sin dalle origini del mondo, quando apparve nel giardino dell'Eden come frutto proibito ed Eva ne mangiò. Il suo gusto, la consistenza della polpa, la sua rotondità, i colori variegati della buccia, a seconda della specie, la sua presenza costante durante tutto l'anno, la rendono un frutto prezioso per le sue sostanze nutritive. La troviamo sulle nostre tavole ogni giorno.
"Una mela al giorno toglie il medico di torno" dice il proverbio per decantarne le proprietà miracolose. Spesso non le diamo la dovuta importanza, proprio per trovarla in tavola tutto l'anno, ma approfondendo si scoprono i suoi benefici con effetti terapeutici in chi la mangia costantemente. Si presta a molte ricette di dolci, spesso si mangia aggiungendo gocce di limone per non lasciarla ossidare, ottime quelle disidratate, cotte per scongiurare, con aggiunta di altri ingredienti, malanni delle vie respiratorie.
Le torte con le mele sono tra i dolci più buoni, tra ricette moderne e antiche, buonissima quella della nonna. È il primo frutto che mangia un bambino durante lo svezzamento, perché facilmente digeribile oltre che gustoso. Si spende non solo per i dolci, molto anche in altre ricette.
La coltivazione delle mele nel nostro paese abbonda in quattro regioni: il Trentino Alto Adige, il Piemonte, il Veneto e l'Emilia Romagna. Importante anche la coltivazione della mela Annurca in Campania. L'Italia è il secondo produttore di mele in Europa dopo la Polonia, mentre per l'anno in corso, nel nostro paese la produzione è stata di due tonnellate circa.
La maturazione avviene tra luglio e novembre: le prime tra luglio e agosto, le altre tra settembre e ottobre, le tardive tra ottobre e novembre.
Sebbene la raccolta si protragga dall' inizio di luglio a novembre, si possono mantenere per tutto l'anno rispettando determinati metodi. Spesso vanno in celle frigorifere, altre volte sono tenute su tavole ricoperte di paglia, in luoghi asciutti. Per mantenerle a lungo hanno bisogno di trattamenti soprattutto nel periodo della fioritura, altrimenti i fiori possono cadere riducendo di molto il numero dei frutti che matureranno e, tra questi, molti saranno bacati, e in parte marce. A volte le mele, in questi casi, sono piccole, farinose e senza sapore e anche facilmente deperibili.
Vi è una grande varietà di mele. Ce ne sono per tutti i gusti: nel mondo se ne contano settemila, in Italia più di duecento.
La più osannata è la mela Annurca per essere più piccola delle altre, compatta, con una buccia rossa e di sapore intenso; le Renette, le Pink Lady, la mela Verde, Granny Smith, Golden Delicious, mela Imperatore, solo per menzionarne alcune. Le mele apportano notevoli benefici: abbassano la glicemia, regolano l'intestino, si rivelano un toccasana per cuore e vasi, la pectina in essa contenuta è un regolatore del colesterolo e ricca di antiossidanti. Una mela andrebbe mangiata ogni giorno per apportare benefici significativi. Dà una buona protezione alla pelle, rendendola liscia, luminosa e priva di eruzioni, omogenea. Dal momento che è uno dei frutti più trattati con i pesticidi, va lavata in modo accurato: nella buccia si accumulano sostanze nocive.
Dalla mela rimedi per ottenere capelli setosi, tisane, usata anche come conservante per altri alimenti. È un ottimo ingrediente per la cosmesi, utilizzata in creme per trattamenti antiage, nutriente e per diverse maschere per la pelle.
I propositi di settembre
La signora Singer
Remora
Echeneis dal greco "echein" che significa 'tenere premuto' e "naus" per 'nave', rende bene il suo significato. È un pesce di colore grigio cenere, che si confonde con i colori marini, munito di una placca a ventosa sul capo con cui aderisce a qualsiasi cosa e lo fa tanto per essere trasportato. Oltre alle navi può legarsi ad altri pesci e anche ai subacquei.
Ne parlava già Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, preannunciandone le caratteristiche e affermando di costituire un freno per le navi. Plinio continua spiegando che per le stesse ragioni alcuni se ne servono per le fatture e a creare caos nei processi e nelle cause. A questi motivi se ne aggiunge un altro più mite: quello di trattenere nel ventre materno il feto fino al parto.
Borges, l'autore argentino, lo inserisce nell'elenco degli esseri immaginari. Non è commestibile e per alcuni, come Aristotele, era fornito di piedi. Secondo Trebio Nigro è largo cinque dita e lungo un piede e aggiunge che, se messo sotto sale, ha poi la funzione di attirare l'oro nei pozzi, proprio a mo' di calamita.
Nella lingua spagnola la remora è il pesce mentre in senso figurato rappresenta l'ostacolo. Sempre attraverso Plinio il Vecchio, apprendiamo che fu grazie a una remora che cambiarono le sorti dell'Impero romano, quando nella battaglia di Azio si attaccò alla galera di Marco Antonio e quando fermò quella di Caligola forte di quattrocento rematori.
Si legge ancora: "Soffiano i venti e infuriano le tempeste ma la remora frena la loro furia e costringe le navi a interrompere la corsa" afferma Plinio, "ottenendo quello a cui non valgono le gomene e le ancore più pesanti".
In proposito lo scrittore spagnolo Diego de Saavedra Fajardo diceva:"Non sempre vince la forza più grande. La corsa di una nave è fermata da una piccola remora".