Tanto tempo fa, ma proprio tanto tempo fa, l'uomo si proponeva alla sua amata e lei, se d'accordo, gli diceva di sì.
L'uomo sapeva come conquistare una donna, ed era capace di cose al limite del possibile pur di averla. La donna, a sua volta, non si permetteva di avvicinare un uomo per dirgli quanto le piacesse.
Oggi anche le donne arrivano a proporsi, anzi a volte sono loro a corteggiare fino a far capitolare il prescelto. Molte sono capaci di smantellare situazioni affermate pur di accaparrarsi l'uomo.
Non c'è un vero e proprio corteggiamento, tutto avviene tramite social. Ci si incontra dopo una battuta scambiata, una risposta a una pubblicazione, a una foto carina. Un cuoricino sbucato da qualche parte, una visualizzazione di troppo. Si sta continuamente a controllare le risposte, i commenti, i tempi intercorsi tra un'azione e l'altra. Così ci si vede. La parola giusta è frequentazione, il tempo in cui ci si conosce e si spera scatti qualcosa, rendendosi conto se sia il caso di procedere o fermarsi. Così si vive lo stare insieme: fatto di serate piacevoli, senza stress, senza domande, senza problemi. Si vive il momento, evitando tutte quelle che sono le tradizioni, le considerazioni, le problematiche, i riti di una volta. La donna, rispetto all'uomo, vuole certezze e quando non le trova, parte col suo "hermaneutic labor" cioè quel lavoro di interpretazione ponendosi frasi del tipo: che cosa sono per lui, che cosa possiamo diventare insieme, gli piaccio, sta bene con me? Cosa saranno questi silenzi? Perché non mi parla? Forse non sono il suo tipo?
E poi da sola si dà le risposte: "Se non gli piacessi, uscirebbe mai con me? Forse avrà avuto una brutta esperienza per andare così cauto. Avrà paura di essere lasciato. Non vuole sbilanciarsi. Se non fosse serio, non mi avrebbe fatto il filo!" Come se la serietà bastasse ad amare.
Il filo, proprio così, qualcosa di così sottile che facilmente può spezzarsi! Forse non c'è nemmeno stato. Ma poi lei riparte a far finta di niente, convinta che si stia facendo troppe domande. E allora comincia a chiedersi se siano una coppia, innamorati, fidanzati o cos'altro?
Oggi più passa il tempo più è difficile trovare l'anima gemella senza sfociare anche negli interessi. Non si parte dal sentimento ma dal ragionamento. Ma se chiedi all'altro se sia innamorato di te, ti risponde che gli piaci, che non è la risposta alla tua domanda; se vuoi sapere che cosa siete insieme, ti risponde che state bene, ma non ti dà la risposta alla domanda; se accenni a dei programmi da fare insieme, ti risponderà che la vita è ora e non bisogna farsi troppi problemi per il futuro.
Oggi non ci sono progetti, il futuro non è preso in considerazione e se non fosse per procreare, nessuno avrebbe l'esigenza di mettere su famiglia. I "bambocci" di una volta prendono casa anche da single e chi si attarda a farlo, ti dirà che non se la sente di lasciare da soli mamma e papà. Un figlio va programmato per dargli non il meglio ma il superfluo. E se i conti non tornano, si devono aspettare tempi migliori. Sempre che il rapporto duri.
Ma senza un minimo di progetto, senza risposte convincenti, in situazioni sempre provvisorie, sempre lì con il timore che possa spezzarsi tutto, dove, se stai bene al momento, si va, se invece cominci a dare fastidio, fare domande, cercare certezze, può giungere al ghosting, e non ti spieghi come sia scomparso all'improvviso, allo stesso modo di come sia comparso nella tua vita, che vita è?
Ma l'amore va oltre l'apparenza, la bellezza e la piacevolezza dell'essere giovani e belli e funzionare alla grande è solo un inizio, che non basta per entrare in un rapporto a due.
L'amore, sentivo da qualche parte "è una capacità", aggiungerei di approfondire, comprendere, curare, coltivarsi in modo reciproco. È sempre presente un certo individualismo anche in coppia e non si adotta facilmente il plurale "noi", in continuo conflitto con "l'io". Il conto si paga in due, ciascuno esce con i propri amici, si hanno interessi lontani l'uno dall'altro, gusti diversi, così come le famiglie di provenienza sono delle perfette sconosciute.
Quello che manca è proprio la relazione, quel confronto e dialogo indispensabili per comprendersi, entrare in sintonia ed essere uno e non più due. Si preferisce rimanere con i propri pensieri, le proprie scelte, la propria autonomia, le proprie finanze, i propri errori e l'altro non deve interferire minimamente. Ma che relazione sarà mai quella priva di fiducia, e di stima, nei confronti dell'altro? Si scambia la conoscenza con lo stare insieme 24 ore, per poi, appena lontani, non riconoscersi più.
L'amore non si mostra ai superficiali ma a coloro che hanno pazienza di apprendere, di comprendere, di leggere anche l'impossibile, di apprezzare, di entrare in un'altra vita, ed entrarci per volerci stare e non scappare al primo problema, discussione o impedimento.
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