Noi esseri ragionevoli cerchiamo di dare ad ogni fenomeno la sua spiegazione, ad ogni effetto la sua causa, ad ogni tesi la sua antitesi e così, anche all'arte, diamo la sua genesi.
Non sempre è possibile dare delle risposte e meno ancora per l'arte che è un processo tutto interiore, dove non servono regole e tecniche, ma si può solo stabilire un percorso attraverso il quale l'artista crea.
Come si spiega l'arte? Come nasce la spinta a creare una poesia, un romanzo, o una tela? Freud, Jung, Nietzsche hanno scritto abbondantemente su questo argomento risultando esaurienti ed esaustivi e tutti, medici, psicologi e filosofi concordano sul fatto che un'opera nasce da una forte spinta emozionale, una carica che ha il potere di tradursi in qualcosa di concreto. Quanto più la rappresentazione artistica si avvicina all'idea creatrice, tanto più abbiamo un'opera di forte impatto emotivo anche per chi si avvicina a quell'opera. Il processo artistico nasce già nell'infanzia con il gioco, quando il bambino cerca di spiegarsi la realtà. Il gioco è una forma di piacere che non si ferma all'età infantile ma continua anche in età adulta, e l' adulto ha bisogno dello stesso piacere che il gioco gli procurava da piccolo. L'uomo, nel suo processo di maturazione, riempie di esperienza la sua vita e il gioco lentamente si trasforma in fantasia che diventa la sua principale forma di piacere. Nel tempo la fantasia assume un'importanza notevole nella vita dell'uomo, dove le costruzioni mentali non sono altro che le insoddisfazioni messe in cornice, tradotte in versi, rappresentate con parabole, è un luogo, la fantasia, dove releghiamo e rielaboriamo i nostri bisogni soppressi, le nostre esigenze ammortizzate, i nostri desideri assopiti.
L'arte è la sublimazione di una forza interna che si frantuma e, nel raccoglierne i pezzi, reinventiamo l'emozione plasmandola secondo quel groviglio di necessità, esigenze e bisogni che si riprendono la loro rivincita. L'artista presenta una complessità psicologica maggiore rispetto a quella comune e produce una tensione interiore che sviluppa forze capaci di dar vita a forme nuove, con un estremo bisogno di giocare, e lo fa con la fantasia che costruisce forme a immagine del suo pensiero. Chi crea manca di un pezzo di cielo e se lo crea da solo, sognando a occhi aperti, procurandosi un piacere che non potrebbe avere diversamente. Un artista è sempre invaso da un dolore e nel liberarsene crea un gioco all'infinito.
Solo in questo modo sopravvive al suo dolore e intanto crea anche a immagine dell'altrui dolore ed è questo che lo rende universale, ergendosi come portavoce di tutti coloro che non riescono a dare voce al proprio dolore.
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