Mi sono imbattuta spesso nel sillogismo , ma in filosofia, per l'esattezza nella filosofia aristotelica: si basa su un ragionamento deduttivo, per cui date due premesse ne deriva necessariamente una conseguenza.Prendo a prestito questo ragionamento.
-Dal fatto che all'autore basti la sua passione per vivere bene e che non abbia bisogno di altri generi di beni come per esempio i soldi?
-Da una specie di congiura tra la piccola editoria, che, pur lamentandosi, si mantenga proprio grazie agli autori e, non potendo investire molto, goda del fatto di creare fastidio ai colossi togliendo loro solo qualche affaruccio di poco conto?
-Che sia una tecnica per aggirare il vero protagonista che è l'autore, sempre bistrattato, ma che intanto rende alle case editrici un mare di quattrini?
Posso permettermi di affrontare il discorso per il fatto di conoscere molto da vicino come vanno queste cose e sapere che un autore intanto è tale in quanto è capace di far circolare moneta, perchè è questo che interessa di lui, quanto riesce a far girare. E poi, non mi spiego perchè le case editrici, anche quando gli affari vanno a gonfie vele, evitano come la peste le famose royalties agli autori?Sicuramente l'autore pecca d'ingenuità. Allora le case editrici potranno obiettare che l'autore non è riuscito secondo le premesse, che ci sono oneri da sostenere e che il guadagno è veramente marginale. E poi come si può essere presi in considerazione se l'autore ha forzato la mano per essere pubblicato?Ogni autore conosce le sue trafile e la sua pazzia lo premierà proprio quando arriverà ad uno stato parossistico di insistenza.
Da che mondo è mondo, un vero artista ha sempre fatto la fame, non ha lo yacht, non va a St. Moritz o a Cortina D'Ampezzo per sciare, non è un perditempo perchè lavora di cervello rintanato in qualche posto e si concentra su quanto vuole creare e non ha tempo per bivaccare o grattarsi la pancia e non lavora a comando. Questo non significa che poi la casa di turno lo tratti per fame, nè che l'artista vero cerchi solo ed esclusivamente la fama. Dunque o l'editore si creerà da solo quello che vuole pubblicare o l'autore si creerà una propria casa editrice. E allora mi sono spiegata la motivazione della grande fioritura di case editrici e mi sa che anch'io prenderò questa strada: creare una casa con la quale pubblicare tutte le mie opere ben riposte in attesa, non di essere semplicemente pubblicate, ma valorizzate e non snobbate solo perchè non sono parente a nessun pezzo grosso o perchè non approvo le condizioni delle varie case di turno. E vuoi vedere che da autore non diventi un vero editore?E sicuramente non è una questione di qualità! Altrove un artista è ben valorizzato e il fatto che in Italia ce ne siano tanti dovrebbe essere una benedizione e non un maledizione! Siamo o no il paese del Rinascimento? E allora perchè non pensare che un paese di tali tradizioni possa avere più artisti che altrove? La conseguenza del sillogismo mi porta a concludere che metterò su una casa editrice, che mi permetterà di portare avanti un discorso senza porre le speranze su case editrici che non avranno mai interessi nei confronti di chi vuole fare ciò in cui crede senza scendere a compromessi.
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