La facoltà di non rispondere

 


Ci s’imbatte sempre più spesso in persone che non rispondono ai messaggi, in chat o per mail. Nel frastuono della vita social di oggi, non è poi difficile da accorgersene. Può capitare qualche volta che il silenzio abbia un’attenuante, ma non rispondere ha il suo peso, e porta a delle considerazioni in merito. In un momento crolla la fiducia, la stima, la benevolenza, finendo per cambiare completamente il giudizio della persona. E allora il silenzio diventa esso stesso un messaggio. Quale? Bisogna scoprirlo per mezzo d’illazioni e confutazioni. L’interlocutore può aver letto ma non ha avuto il tempo di rispondere; ha letto ma non sa cosa rispondere o non gli conviene rispondere; crede che tu abbia un’impellenza che gli vuoi addossare; è talmente ostile a ciò che hai scritto che non meriti una risposta; ha qualche remora nei tuoi confronti per motivi non palesati; non sei al momento desiderato; vuole proprio essere scortese con te in quel momento. Sono ipotesi ma di qua non si scappa e dulcis in fundo, pur essendosi mostrato sempre educato e gentile, ora non riesce a nascondere che non gli sei simpatico per non dire che “gli stai sulle palle”.



Nella comunicazione la difficoltà è capirsi e se i silenzi sono più delle parole, comprendersi è un terno al lotto.

 Un altro motivo di non risposta è la superficialità: l’interlocutore non risponde semplicemente perché non gli va, e poi crede che non ti ricorderai di quella volta che non ti ha risposto, affidandosi a qualche bugia in proposito. Dai silenzi ricevuti si cambia opinione su quella persona. D’altra parte, forse, era proprio ciò che voleva.  Un dato di fatto è che non rispondere è da maleducato, presuntuoso e inaffidabile. Poi ci sono anche quelli che, pur non rispondendo ad alcun tipo di messaggio, poi fanno finta che non sia successo niente. Se poi hanno bisogno di te, ti chiamano scendendo dalle nuvole e se ricordi loro l’episodio, aggirano l’ostacolo comportandosi come i bambini. Tra le scuse più insopportabili: non ti ho riconosciuto, non ho letto, mi son dimenticato, non ho visto il tuo messaggio tra le tante notifiche e qualche altra stupidaggine. Più una persona ha un’alta considerazione di se stessa più si arroga il diritto di manipolare la comunicazione. E poi ci sono quelli che ammettono di non rispondere per difendere la propria privacy. Come se stessero dicendo che, avendo una fitta corrispondenza, per non soccombere, devono difendersi sfoltendo tutto ciò che non è di primaria importanza. E tu sei il cretino della situazione non avendo il massiccio onere di risposte da dare come loro, allora puoi permetterti di attendere all’infinito. Più spesso la presunzione di chi risponde col silenzio cela la considerazione che non potrà mai aver bisogno di te, motivo più che valido per non perdere tempo. Anche rispondere a un semplice messaggio si basa sul “do ut des”. Non sa che molto presto può trovare sulla sua strada, per motivi forse diversi, proprio quelli evitati. Si può sempre trovare un modo e il tempo di rispondere a un messaggio e non c’è scusa che tenga. Se la risposta non arriva mai, il significato è uno solo: non sei desiderato. Il silenzio, dunque, è sempre una risposta eloquente, anche se chi lo riceve faticherà a interpretarlo, se vorrà motivarlo. La facoltà di non rispondere è un diritto come vuole l’art. 66/1° comma del Codice di Procedura Penale, ma la risposta a un messaggio non manda in galera nessuno, ma chiarisce quanto l’interlocutore sia un gran maleducato e incivile con un cattivo rapporto col prossimo.

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