Il nostro stile di vita si evince dai rifiuti. Dicono molto di noi: se sciuponi o parsimoniosi, la nostra dieta, il nostro badget mensile, le preferenze di acquisti e spesa in genere, i nostri gusti e abitudini e molto altro.
Dalle scatole potremmo rilevare gli alimenti comprati ma tra
l’umido ciò che abbiamo buttato. E’ lì, negli avanzi, che si nasconde il nostro
vissuto non solo in relazione alla dieta.
Durante le vacanza la spazzatura lievita a dismisura. A guardare
i contenitori stracolmi c’è da chiedersi
come sia possibile buttare il cibo. Scatole di salmone, uova, liquori e
cioccolate, pandori e panettoni, frutta secca e dolci. Per non parlare delle
buste di plastica, nastri colorati su confezioni ricevute, con fiocchi
esagerati, che non sappiamo cosa farne, una volta aperta la confezione. Nell’umido
gli avanzi di questi giorni sono soprattutto
di pesce, per ogni chilo, trecento grammi di scarto, gusci d’uova, resti di pollame,
carne cruda e cotta avanzata, ricotte e mozzarelle rimaste al freddo
del frigo per giorni e miseramente finite nella spazzatura, insalate,
paste imbottite e minestre andate a male.
La plastica conferma i nostri acquisti con le vaschette
trasparenti per ogni alimento a cominciare dal pesce, a quelle tolte dalle
confezioni, alle carte plastificate di regali, a quelle della pasta. La
spazzatura è un vero serbatoio di notizie su di noi, ma parla anche dei
nostri sprechi. Non solo abbiamo comprato l’impossibile, ma consumato e
sprecato.
Mangiare oltre misura
non significa festeggiare, è lo stare insieme, l’esserci a fare la festa.
Continuiamo a
rimpinzarci quando abbiamo bisogno di molto altro e a buttarci in
mille pietanze quando ce ne bastano due a pranzo. Siamo degli spreconi, convinti
che comprare sia un nostro dovere e se non lo facciamo, andiamo contro il nostro
interesse. Se non mangiamo il pandoro e se non lo regaliamo come farà l’azienda
a produrre e mantenere i posti di lavoro? Se non ci abbuffiamo di salmone che
senso ha allevarlo? Se non consumiamo litri di spumante o di champagne per chi
si continuerà a produrli?
La legge del consumismo è spietata, non lascia alcun margine
di cambiamenti ai nostri stili di vita, ma
i fornitori ci vengono incontro. Si
adoperano con confezioni e quantità su misura: porzioni monouso, crostini mignon, mozzarella light, l’olio che regge le alte temperature, purchè si compri, sempre e
incessantemente.
A vedere la nostra ricca e succulenta spazzatura viene un
nodo alla gola ben sapendo che in altre parti del mondo si nutrono proprio di
questi resti. E noi lasciamo avanzare il salmone, il caviale, lo
champagne, i crostacei, i dolci, altrove non hanno nemmeno un filo di pasta o
un decilitro di latte e pane per sfamarsi. Il mondo va a velocità diverse, troppo
sostenute o lentissime e non è che abbuffandoci vivremo di più, il benessere
accorcia la vita.
Confrontate le merende di oggi per i bambini con quelle di una volta fatte di pane e l’olio o il pane di grano col
pomodoro, formaggio e origano, frutta profumata e senza pesticidi, il
latte vero, le cotogne, un vero carico di energia. E i pranzi semplici fatti
di pasta col sugo piena di pezzetti triangolari di pasta spezzettata dove ci si
inzuppava il pane fino a farne indigestione. Allora il poco era tutto, oggi tra
tante pietanze non ritroviamo il piacere di mangiare sano. La nuova generazione
si nutre di alimenti light, integratori, energetici, barrette a tutta dieta, latte
che porta allergie, latticini pieni di caglio e poco latte quando non è un
surrogato, carni piene di antibiotici e ormoni. Si passa da diete ingrassanti con
tutti questi alimenti poco sani a diete ipocaloriche e insignificanti.
Se la spazzatura potesse parlare, avrebbe da dire molto,
sempre così affollata di generi alimentari, di odori nauseanti. Una dieta
servirebbe anche a lei e tutt'al più, solo ogni tanto, si ritroverebbe a scambiare quattro chiacchiere con un eventuale alimento superstite,
faccia a faccia con un dialogo del tipo:”
"Come mai ti trovi qui?"
"Si sono dimenticati
di me nel frigo, quando mi hanno trovato, finalmente, era ormai troppo tardi.
Senti che olezzo mi porto dietro?"
"Infatti, mi ero appena pulita e mi hai infestata, speriamo
arrivi qualche buon odore a compensare, altrimenti staremo fino a domani in una insofferente compagnia!"
"Mi dispiace, ma non è colpa mia. La muffa non mi ha fatto
bene in tutti questi giorni. Per puro caso, oggi, la padrona ha spostato un contenitore e, toh, mi ha tirato
fuori. E pensare che quando mamma mi ha deposto nel pollaio, ero di una
freschezza unica!"
"Ma sei anche il genere più puzzolente che ci sia tra gli
alimenti, quando non sei fresco, caro uovo!"
Nessun commento:
Posta un commento