Ieri sera ho partecipato all'evento di presentazione del mio romanzo "Al largo di Santa Cruz" presso l'Istituto Comprensivo "Giovanni Amendola" di Sarno. È stata una serata emozionante, preparata con cura dai docenti, tra cui la prof. Sonia Fiammetta D'Alessio e la prof. Rosa Leo, dalle mamme e nonne che hanno letto alcuni brani, dal maestro Alfonso Calandra con i suoi intermezzi musicali. La Preside, prof.ssa Antonella Esposito, amante della letteratura e in modo particolare di Leopardi, ha aperto la serata con i saluti e le sue riflessioni sul valore della lettura e del sapere. Si sono avvicendate poi le mamme nella lettura dei testi intercalata da intermezzi musicali del maestro Calandra che si è affidato a un repertorio di canzoni napoletane sul mare. E nessuna canzone può arrivare al cuore come quella napoletana. Lo ha ribadito con emozione anche la professoressa seduta accanto a me, trasportata dalle note del maestro.
La mia relatrice, Sonia Fiammetta D'Alessio, con un'analisi approfondita del romanzo, ha tirato fuori per la conversazione temi sottesi, ben oltre la trama e gli eventi della storia. Pertinenti e puntuali le osservazioni, le rilevazioni e la psicologia dei personaggi. Sono emerse le funzioni di Vladimir Propp, la metafora del viaggio, il mare come l'animo umano, lo scorrere della vita alla stessa stregua delle onde del mare, altalenando il bene e il male come un ritornello e facce di uno stesso elemento, l'amore che coniuga la vita nelle sue varie manifestazioni, le difficoltà nel procedere, il coraggio di affrontare le avversità...
È stata una profonda disamina e un confronto continuo. Di solito ad ogni presentazione si scopre qualcosa della storia fornendo al libro un volto sempre nuovo mentre si rivela ad ogni singolo lettore.
Importante poi la presenza di alcuni alunni in sala, un pubblico giovane che ha mostrato buone capacità di concentrazione e interesse.
Di ogni presentazione resta ciò che è stato detto, le parole espresse, le sfumature, le frasi emerse dal contesto, anche ciò che non si immaginava potesse voler dire. Ogni storia è un baule di esperienza che arricchisce chi scrive e chi legge, confondendo anche i ruoli, dove il lettore si appropria di ciò che ha letto e lo scrittore riconosce ciò che ha scritto.
Cultura, come vuole il verbo latino: "colo, colis, colui, cultum, colere", significa coltivare se stessi, proprio riprendendo il gesto e le funzioni del contadino che si prende cura delle piante nel terreno. Cultura è seminare bene nel nostro animo per renderlo forte e sano, sin dalla tenera età. E cultura è anche quando in un contesto come quello di ieri sera ci si confronta tutti col pretesto di stare lì a conoscere un testo, mentre i veri attori eravamo noi con le nostre emozioni e le nostre scoperte interiori mentre si dissertava su argomenti presi dal romanzo.
Una serata ricca di spunti, di persone interessate, di ascolto, di intrecci e voglia di scoprire. Ringrazio tutti i partecipanti alla serata.
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