A ogni inizio anno, come
tradizione vuole, consultiamo l’oroscopo, con la speranza di avere buone
notizie per il futuro. L’astrologia è materia di studio sin dall’antichità, con
lo scrutare delle stelle e del cosmo.
C’è chi esce solo dopo aver
letto l’oroscopo e chi se ne fa beffa. Molti sperano che i pronostici abbiano
almeno una piccola parte di verità. E dopo averlo letto, cerchiamo relazioni
con la nostra vita. Allora, se annuncia una bella avventura, si prevede una
novità in campo amoroso; se afferma che avremo denaro, si corre al lotto poiché,
se non si gioca, non si potrà mai vincere; se tratta di problemi di salute,
magari per un po’ non si esce da casa, aspettando che il malanno pronosticato
passi.
Molti prendono le previsioni alla
lettera e se al momento non si manifestano, attendiamo timorosi e preoccupati, sicuri che, prima o poi, come un'epifania, accadranno.
Inutile far finta di niente, ognuno di noi avrà consultato l’oroscopo in un
momento delicato della vita, soprattutto quando si attendono risposte da cui
dipendono decisioni importanti.
Molto spesso ciò che dice
l’oroscopo non ci passa nemmeno di striscio nella nostra vita ma noi tentiamo
sempre di abbinare quella frase letta a una situazione che ci è accaduta, anche
se palesemente non c’entra nulla. La realtà è che vogliamo, a tutti i costi, un
vademecum che ci porti nella
direzione giusta da prendere, tenendo conto dei nostri desideri. Molti, non
contenti di un oroscopo, ne consultano diversi fino a quando non si sentono
dire ciò che vogliono. A volte ci lasciamo anche suggestionare a tal punto da
credere che la scivolata, presa sul marciapiede per la pioggia, sia stata prevista
dall’oroscopo, al punto in cui diceva: “Attenzione ai piedi, punto debole della giornata”.
Già nell’antichità si consultavano gli astri.
A Roma, durante il periodo della dinastia giulio-claudia, con la crisi del
classicicismo, ci fu una nuova visione della vita ricca di humanitas e curiositas
che si contrapponeva alla Romanitas:
una cultura per il gusto dell’esotico, dell’avventura, del grottesco, del
realistico, del favoloso. A tal proposito, si racconta che l’imperatore Tiberio, come ci
riporta Tacito negli Annali, quando aveva necessità di consultare un astrologo,
lo faceva condurre da un liberto su una dimora in alto, attraverso dirupi e
sentieri così pericolosi che bastava un niente per cadere. Si dice che la
strada impervia era necessaria per liberarsi dell’astrologo in caso si fosse
rivelato ignorante. Un giorno interrogò l’astrologo Trasillo, che gli
rivelò cose importanti sul suo futuro e sull’Impero. Man mano che raccontava,
si lasciava prendere dalla paura sempre più, per il pensiero di finire nel
burrone se avesse fallito. Alla fine la sua paura culminò in un grido. Vedeva ora
incombere su di sé una sciagura. Ciò bastò, invece, a rassicurare Tiberio circa
la sua attendibilità di astrologo. Alla fine l’imperatore lo abbracciò contento
che gli avesse detto il vero.
Nello stesso periodo il poeta
Manilio scrisse Astronomica, un poema
astrologico in cinque libri in cui descrive l’origine del mondo e la volta
celeste, i segni dello zodiaco, come stabilire l’oroscopo, le influenze delle
stelle sul destino degli uomini. Mentre il modello letterario è Lucrezio, mostra
poi contenuti prettamente stoici in contrasto con l’epicureismo del De rerum natura. Manilio oppone alla
dinamica visione di Lucrezio l’immutabilità degli astri, una concezione
fatalistica delle cose e degli eventi, per cui è tutto già predeterminato. Per
Manilio la quiete degli astri si oppone alla quotidianità degli eventi incerti
della vita. Scrutare il cielo è voler cercare le risposte alle tante domande
sulla nostra esistenza cui possiamo rispondere solo vivendo. Ecco perché alla
fine Manilio afferma: “Quell’universo di cui vuoi indagare il mistero, è Dio
stesso.”
Le donne più degli uomini amano leggere
l’oroscopo, abitudine che imperversa sin dalle origini dell’astrologia.
Giovenale, nella sesta satira, quella contro le donne, descrive quest’abitudine
praticata in modo ossessivo. Per l’autore latino le donne, pur di conoscere il
futuro, si servono anche di ciarlatani che consultano assiduamente. Molti
astrologi dispensano le loro idee sui segni dello zodiaco, tracciando profili sempre
ricchi e vari, in modo che il contentino dalle stelle arrivi a tutti. Per Marsilio
Ficino, grande umanista del Rinascimento, tra gli uomini e gli astri più che
influenza, vi è una forma di consonanza e interdipendenza, come si legge nella
sua Disputatio contra iudicia
astrologorum.
Oggi, come nel passato, si fa
grande riferimento all’astrologia proprio intesa come corrispondenza tra esseri
umani e cosmo in un legame inscindibile. Ecco allora che Venere ci fa belli,
Saturno ci rende nervosi, Mercurio ci dà forza interiore, Marte guerra, Giove
prosperità. Troviamo l’oroscopo in ogni rivista, ogni programma ha il suo
astrologo, e se vogliamo prendere in giro qualcuno, lo facciamo leggendogli
l’oroscopo. E siamo anche più sfrontati quando, letti diversi oroscopi,
ammettiamo sia vero quello che più si avvicina al nostro desiderio. È capace
anche di metterci il malumore quando predice un lungo periodo di negatività. E
se proprio non ci piace, basta dire di non crederci.
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