Le serie turche sono diventate un fenomeno internazionale e riscuotono grande successo anche nel nostro paese.
Le guardano i Boomer ma anche la generazione Z e quella prima. Sono quelle storie che si guardano per caso, magari attratti da un piccolo dettaglio, un'immagine, un panorama mentre si è intenti in qualche faccenda dando un occhio al televisore.
Le trame spesso si somigliano, cambiano gli attori e su vecchi schemi se ne costruiscono di nuove. Grandi famiglie con tradizioni da mantenere, consuetudini che si tramandano, vendette, amori sempre combattuti, funestati da guerre tra gelosie e imposizioni. Le produzioni però sono ambiziose, talvolta competono con quelle internazionali. Col tempo le storie hanno preso intrecci anche più occidentali, ostentando lusso e sfarzo, guardando più all'Europa che all'Asia. Per la maggior parte restano piantate in Turchia, ma affrontano temi anche di un certo rilievo, tra cui la condizione femminile, la mafia, storie forti e toccanti sempre attraversate da amori impossibili o contrastati. I dialoghi, per esempio, mai banali, rispecchiano la realtà con le sue dinamiche e caratteristiche. Panorami mozzafiato con angoli di bellezze naturali sparsi per il paese tra Istanbul e la Cappadocia, Ankara e Smirne, Bodrum e Antalya, Mardin e Adana. L'amore è descritto come un sentimento assoluto capace di muovere tutto ed essere motivo anche di azioni riprovevoli. L'espediente sorpresa gioca un ruolo notevole all'interno di ogni puntata mentre quasi sempre, verso la fine, accade qualcosa di eclatante che lascia con la voglia di conoscere il seguito.
Altro aspetto è che le storie procedono solo col consenso del pubblico: se la serie è poco seguita si chiude e di volta in volta si programmano le puntate in base al successo.
Tema portante l'amore, che avviene sempre in modo graduale. Ma quello che è ancora più importante, l'ascesa di un amore segue un rituale, un percorso, e non come accade nei film che dopo tre parole ti chiedi, guardandoli mentre si baciano, se non ti sei perso qualcosa per capire. C'è una sorta di rito sentimentale da seguire che ti mostra le sequenze e i fatti in progressione.
Nelle nostre serie, invece, se il protagonista dice: "Sali, ti offro un caffè" alla ragazza, la ritroviamo successivamente incinta, rimandandoci a quando era salita da lui a prendere un caffè. In quelle turche se prendono il caffè senti cosa dicono e dopo cosa pensano, e ne passa prima di arrivare a un incontro ravvicinato. Creare nello spettatore questa attesa è indispensabile per indurlo a seguire.
Ma questi sono poi anche gli aspetti negativi: su un fatto e una situazione ci si sofferma fino a esaurimento, per allungare la storia, cosa che la rende meno credibile, e per cercare di ancorare lo spettatore a seguire.
Gli uomini si mostrano stranamente dolci e affettuosi nonché rispettosi nei confronti della donna e sembra anacronistico in un paese dove non è presa in gran considerazione. Questo aspetto piace ma non convince molto. Alle parole segue sempre un fatto che le concretizzi e anche questo nella realtà manca. Tutto in quelle storie è a rilento e non solo per "allungare gli episodi". Per parlar d''amore basta già lo sguardo, il comprendersi, sentire quel feeling che non sempre si ha in due.
Il successo sarà pure la lentezza con cui si procede, avendo modo di analizzare ogni sentimento col suo sviluppo. Ma anche l'attesa non scema man mano che avanza la storia.
Quando la puntata finisce, è come uscire da "Le mille e una notte", per ricadere nel mondo vivo e accorgersi che tutta quella gentilezza, quel feeling, quelle attese, quei momenti dolci sono svaniti.
Accanto a queste ci sono storie più di tipo occidentale, dove accade tutto fuori dal controllo della tradizione, un'alternativa a trame che seguono un canone ben preciso.
Queste serie hanno anche aspetti di una cultura radicata che andrebbe estirpata, come l'uso massiccio di armi: una pistola sempre a portata di mano e lo stesso uomo, che professa dolcemente il suo amore a una donna, è poi anche quello che spara al nemico per difendersi o per portare a termine una vendetta. Ognuno cammina con uno stuolo di guardie del corpo al seguito, tutti armati fino al collo e non solo in serie mafiose. Anche nelle nostre serie si usano armi, con più discrezione e per la fatidica difesa personale con tanto di porto d'armi. Ed è anche qui anacronistico voler fare i moralisti nel guardare le armi altrui e far finta di non essere a nostra volta produttori di armi. Dobbiamo sempre tenere a mente che azioni viste nei film e nelle serie possono essere emulate, soprattutto dai giovani.
A volte il successo è dovuto proprio a ciò che è diverso e nuovo, realtà sconosciute, situazioni che attraggono, amori ostacolati, storie nella storia. Ma il successo è dato anche dalla vita reale in esse rappresentata, pur anche di cultura diversa, che ci accomuna e riduce le distanze. E come diceva Thomas Mann il successo è una forza segreta e indefinibile, chiaroveggenza, prontezza, la convinzione di influire sui moti della vita col solo fatto della nostra esistenza.
Nessun commento:
Posta un commento