Il dislike



In una società abituata al consenso vige la legge del like, dell'approvazione a tutti i costi. E se non arriva, si prova a esagerare pur di acchiapparli. Quel pollice alto, i cuoricini, gli abbracci servono a dire poi quanto gradisci quel post, quell'affermazione, quello scritto o immagine, quell'autore. 
Ci sono bacheche dove abbondano. Se invece non piace basta non cliccare. Se un profilo non conta un bel po' di like molti lo relegano nel dimenticatoio. E per un like alcuni accendono il mondo, altri li esigono e li richiedono a costo di chiamare gli amici e, seduta stante, aspettano di vedere quel numero in più. Come se quel like cambiasse loro la vita. Oggi nessuno vuol essere contestato, e vanno bene anche i consensi fasulli.
 Molti cliccano senza leggere, altri perché in quel momento hanno bisogno di quella persona e il like è il modo per ingraziarsela. Sono sempre esistiti i lacchè e la claque di Dio. Solo pochi leggono e mettono like con consapevolezza.
Quell'indice in giù è una condanna. Significa manifestare il proprio disappunto, diventare polemico agli occhi degli altri e scatenare anche un'interminabile questione. Il dissenso bisogna spiegarlo, motivarlo, altrimenti innesca un battibecco senza sosta.  I social sono poi diventati il luogo di avversioni, opposizioni e polemiche e se a queste aggiungiamo i dislike mantenere la pazienza sarebbe impossibile. Il like ci salva da questa gogna. 
A volte, poi,  qualcosa piace solo per un verso, ma parte il like che non spiega questa parzialità. I convinti sono pochi e non è detto che un post non possa piacere lo stesso anche senza.  

Il "non mi piace", invece, servirebbe a capire e forse a fornire maggiori elementi, a renderci più responsabili di quello che spesso diciamo anche con superficialità e sull'onda delle nostre emozioni. Servirebbe da contraltare, un'opposizione di cui tener conto. Ma a una società che ha eletto la maschera come modalità di confronto non si addice il dislike. 
Il consenso esula da determinate considerazioni, dà tutto per buono senza sfumature, non affina il nostro senso critico, non apporta alcun miglioramento, tranne che proseguire su quella linea e anche in modo più artificioso per non scendere sotto la soglia di like che ci siamo conquistati. Se non piace, dobbiamo sforzarci di più per conquistare ed essere credibili.
Non lasciare alcun like equivale a dire di non essere interessati, ma lascia comunque  in una sorta di limbo, poiché può indicare che ci sono persone a cui manca il coraggio di cliccare un pollice su, non vogliono essere riconosciute, o non vogliono dare soddisfazione o semplicemente non leggono per avere fretta e certi post meritano una lettura approfondita. A volte lasciamo scorrere tutto con noia. Il like è la nostra comfort zone, il dislike è uscirne. 
Molto spesso post anche di un certo rilievo restano orfani di like e va bene così, quello che interessa è lasciarsi leggere con o senza like, non importa. Nei profili professionisti si rivelano le visualizzazioni di ciò che viene postato, e quelli di successo, a volte, riportano pochi like nonostante le moltissime visualizzazioni. Non tutto quello che vuol far credere il like è vero come non del tutto negativo è il dislike. L'importante è non farne una questione vitale e operare con senso di responsabilità e senza prendere tutto troppo sul serio.
 

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