Eri fiume





Eri fiume (il Sarno)

Una volta eri fiume, ti giuro,

imponenti pioppi fremevano di vita,

ai tuoi lati

e io me ne andavo a bordo riva.

Venivano a guarire

con tosse e asma

piccoli affannati.

Quando eri fiume

l’amo al tramonto

il pescatore tirava

dall’acqua trasparente

e nei pantani dei canneti

cantavano le rane.

Così passavan le stagioni

al mormorio dei mulinelli.

Dal ponte l’eco di rimando

mi giungeva quando un sasso

finito in acqua mi faceva contare i cerchi

e leggevo il fato dentro.

 Quando eri fiume scivolavi a mare

come una serpe per la campagna,

solo un fruscio tra canne

e accesi riflessi sull’acqua.

 Ora che non sei più fiume

e arranchi nella vorticosa melma,

nella vergogna del fango e dei rifiuti,

m’ indigno.

 

Sanno che un tempo eri felice,

 su  di te scivolavano anitre,

avevano casa i nidi,

perfino la barca entrava nel tuo letto

e nei canali fluiva l’acqua trasparente?

Ora ingrossi l’insalata, i cavoli

 e i frutti pompati di veleno.

Io che so che eri fiume,

che ho visto crescer con la tua acqua

ortaggi sani, abbeverare cavalli, cani,

cosa posso fare

se non morire

con te in questo destino.

Mi ci metterò anch’io per

il male fatto.

Immaginavi tu da fiume

che un dì saresti morto

affogando tra le tue anse?

Avevi il dovere d’ingannare l’uomo

come lui con te ora.

Tu scorri, nel tuo eterno flusso

porti a mare vita morta

e so che sogni quel fiume di una volta.

Ti restano i tramonti di gesso,

le albe smorte e il fango

che sale agli occhi.

Lungo la strada passi inosservato

nessuno vede la tua sofferenza.

Il canneto ti protegge

da chi ancora vuole il tuo male,

e ridurti a liquame.

Nemmeno i pioppi ti cullano più

alla loro ombra,

solo veleno sei, nulla più.

Quando eri fiume

le rondini tornavano

i bambini respiravano

e io fortunata

di camminarti ai lati.

Racconterò a tutti

di andarti a riprendere dove ti hanno perso

e toglierti il primato

del fiume più inquinato d’Europa,

il segno marcato sulla cartina,

le immagini choc sui giornali.

Io che so che eri fiume

ti presenterò ai bambini,

giudici infallibili

di padri infami.

  Filomena Baratto

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