Libri da leggere: Il giovane Holden

 



Il giovane Holden di Jerome David Salinger è uno dei libri che ho letto con grande piacere, stupore e interesse sin dalle prime pagine. Fu pubblicato nel 1951 mentre in Italia giunse nel ’61. E’ la storia di un ragazzo di sedici anni, Caulfield Holden, proveniente da una famiglia benestante, che è espulso dal collegio. 
Subito dopo litiga con un compagno, ha un confronto con uno dei professori, quello di storia, Spencer, che gli ha trasmesso qualcosa di buono e che egli stima. E’ la voce di una contestazione, un romanzo di formazione che aderisce così perfettamente a ciò che prova il lettore che non si può più fare a meno di continuare. Ogni frase che si legge sembra sia diretta a noi e, anche se il protagonista è un ragazzo, tutto ciò che il testo esprime ha un valore notevole. Intanto Caulfield lascia il collegio per andare a New York, ma prima di tornare definitivamente a casa si prende del tempo. Con una serie di avventure e disavventure che gli accadono appena arriva in città, il ragazzo scopre un mondo adulto fatto d’ipocrisie, parola che ricorre spesso nel testo e che rappresenta il motivo della sua ribellione. Si trova proprio nel momento di passaggio tra l’età adolescenziale e quella adulta e non accetta il mondo di cui andrà a far parte di lì a poco. Ha intorno il vuoto in cui si specchia e non si riconosce. 
La genialità del testo è dovuto a un linguaggio che è proprio quello adolescenziale, diretto, producendo una freschezza d’immagini che trova d’accordo ogni tipo di pubblico. All’interno frasi diventate citazioni famose e che si ripetono, per chi ha letto il testo, come un mantra. Lo stile riprende la parlata giovanile facendo un eccessivo uso di espressioni quali “Ad ogni modo”, “Compagnia bella”, che può sembrare un modo di dire lontano da una prosa letteraria. Ciò non inficia in alcun modo il valore del testo, anzi lo rende reale e vero come se a scriverlo fosse un ragazzo e non un adulto. 
E’ uno di quei libri che quando lo finisci, vuoi leggerlo di nuovo, nel caso sfuggisse qualcosa o per il gusto di voler riprovare le stesse emozioni. Il romanzo, nel modo come si porge al lettore, per argomento e nel condurre avanti la storia, trascina immediatamente al centro della vicenda. Non manca il riso e il divertimento. A volte si ride per qualche frase, immaginando la scena, continuando nella lettura. E’ un libro cult che i giovani di oggi dovrebbero leggere. Per quanto le epoche cambino, i problemi si ripresentano sotto forme diverse ma sempre dello stesso tipo anche dopo decenni. Attraverso questo testo si può sostenere un confronto tra generazioni: quella di oggi con le precedenti, come questa dei Baby boomers, per verificare i ritmi, gli stili e modelli di vita di ieri e di oggi. Colpisce l’ansia che attanaglia il ragazzo nel dover dare ai suoi la notizia di essere stato cacciato dal collegio. Un solitario con la rabbia di non essere capito fino in fondo. Il suo malessere nasce anche dalla percezione di un’ipocrisia degli adulti che non gli piace, si ribella alle ingiustizie e mostra il timore di dover crescere. Una lettura irresistibile che trasmette tanti insegnamenti sotto forma di massime e ragionamenti. Il giovane attraversa il suo processo di crescita manifestando i vari stati d’animo, perplessità e avversioni. L’autore pretese che la copertina del romanzo non portasse alcuna immagine. Il titolo originario è “The Catcher in the Rye”, Il cacciatore nella segale, che l’autore trasse da un verso di Robert Burns, “Coming through the Rye”, “attraverso un campo di segale” il cui verso intero era “quello che salva i bambini, afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale”. Il mio testo mi riporta segnati a matita o a penna qua e là frasi e brani da ricordare, come questa: “Proprio come un giorno, se tu avrai qualcosa da dare, altri impareranno da te. E’ una bella intesa di reciprocità. E non è istruzione. E’ storia. E’ poesia.” Oppure questa: " Eccezionale. Se c'è una parola che odio è eccezionale. E' talmente fasulla."
O ancora:" Ciò che distingue l'uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l'uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa".


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