Guerra
e pace è un romanzo storico di duemila pagine, in quattro libri, ognuno
dei quali suddiviso in quattro o cinque parti, 361 capitoli in tutto, con 400
personaggi, scritto nel 1860. Il romanzo apparve a puntate su una rivista tra
il 1865 e il 1869, con uno sfondo storico sulle campagne di Prussia e di Russia
tra il 1805 e il 1820. Tra i personaggi storici reali abbiamo lo zar Alessandro
I, Napoleone Bonaparte e il generale Kutuzov. Il romanzo comincia in francese,
la lingua dei nobili a Mosca a quel tempo e tra le prime righe si menziona
Genova e Lucca. Un incipit che rispetta la nobiltà, come del resto lo stesso
Tolstoj discendeva da una famiglia nobile, figlio di una principessa e di un
conte. Un’impresa unica, la più grande in termini letterari. L’autore, Lev
Tolstoj, nasce nel 1828 e narra fatti già passati, tra cui la campagna di
Napoleone per conquistare la Russia. All’interno ci sono intere pagine di
guerra con una dovizia tecnica che lascia intendere la conoscenza dei campi di
battaglia. Tolstoj aveva partecipato come ufficiale alla guerra di Crimea,
quindi conosceva l’arte bellica che non era diversa da quella al tempo di
Napoleone. Metà romanzo è volto a raccontare la guerra. Chi volesse fare uno studio
approfondito di quel periodo e in particolare della campagna russa di Napoleone
con i retroscena della diplomazia e dei fatti, la lettura del romanzo colma
ogni curiosità e dettaglio in proposito. L’autore descrive minuziosamente gli
aspetti psicologici di chi vive la guerra. Si chiede cosa passi nell’animo e
nella testa dei soldati sul campo di battaglia. Gli ufficiali sono nobili passati
all’azione, conservano l’orgoglio dei cavalieri medievali e dei mercenari del Rinascimento.
Si va alla guerra perché bisogna obbedire, c’è un onore da mantenere e dei beni
da tutelare.
Tra i personaggi principali
incontriamo Andrej e Pierre, che insieme costituiscono l’alter ego di Tolstoj.
La storia è un intrigo possente con un filo che lega tutti i personaggi. Tutta
l’opera si fonda sul mistero del cambiamento, affrontandolo col destino di tre
o quattro famiglie. Per cambiamento l’autore intende “scuotersi”, affermando che
nulla cambia ma tutto si trasforma. E’ come un mescolarsi della vita tra ciò
che sperimentiamo personalmente e ciò che accade intorno a noi e che non
possiamo in alcun modo dominare. Tutto ciò che, sfuggendo al nostro controllo, continua
a vivere ha il potere di modificarci a nostra insaputa. E tutto ciò che ci tocca,
si mescola in noi e ci cambia. Ogni uomo attraversa continue mutazioni poiché
ogni incontro che facciamo scalfisce le nostre certezze e dobbiamo ripartire
dal punto in cui siamo giunti. La trama è ricca di drammaticità e violenza ma
anche di una struggente poesia. Viene in mente la parte in cui Andrej ferito
guarda il cielo, un intero mondo si dispiega davanti a lui per la prima volta.
Guerra
e pace pone domande intorno alla vita, all’uomo e alla sua
esistenza. In esso si trovano anche risposte, come quando ci si chiede che cosa
sia la storia, cui Tolstoj risponde che “è ciò che ci capita”. Ma poi continua
con la domanda su cosa sia il destino e risponde ancora dicendo che “è ciò che
facciamo mentre siamo immersi nella storia”. Il titolo non riprende solo il
discorso della guerra in atto ma anche le agitazioni dell’animo umano in tempo
di pace: quello che accade in noi quando interiormente ci poniamo continue
domande cui non si può rispondere e le risposte arriveranno solo col tempo. L’autore
avverte che la vita contiene in sé una fase nascosta. Tra i quattrocento
personaggi menzionati, si dedica a quattro famiglie in particolare, tra cui i
conti Rostov, i principi Bolkonskij, i conti Bezuchov e i principi Kuragin.
Tra queste famiglie possiamo isolare tre
personaggi: il conte Pierre Bezuchov, il principe Andrej e Natasha. Tutti i
personaggi appartengono alla nobiltà. La lettura porta con sé una tensione
altissima, su tutto si erge la guerra che genera catastrofe, costringe i
personaggi in uno spazio ristretto e li induce a mettere fuori la verità.
L’autore parla col cuore in mano, per cui difficilmente può bleffare, tutto ciò
di cui fa menzione è a sua disposizione, accade sotto gli occhi.
Tolstoj cominciò a scrivere il
romanzo all’età di trent’anni e lo ultimò pressappoco verso i quaranta. La
trama porta insita la scansione della sua vita che egli racchiuse: in una prima
fase “poetica”, fino all’età di quattordici anni, poi si avvicendarono gli anni
dell’orgoglio, dai diciotto in poi ripercorre dal matrimonio alla rinascita e
infine il periodo della rigenerazione morale. Poiché non poteva far confluire
in un solo personaggio questi quattro momenti, trovò l’espediente di servirsi
dei due protagonisti ai quali suddivise i ruoli: metà della sua vita fu
caricata sul principe Andrej Bolkonskij e l’altra metà sul conte Pierre
Bezuchov. A quel tempo, quando iniziò il romanzo, si sposò con la diciottenne
Sofia.
Il principe Andrej è coinvolto
in due guerre: nella battaglia di Austerlitz e in quella di Borodino. In
entrambe è gravemente ferito, nella seconda in modo grave.
A Borodino si compie la disfatta
dell’esercito russo e illuderà Napoleone di poter sconfiggere il grande impero.
Questa battaglia occupa all’interno del romanzo più di cento pagine.
Altra protagonista Natasha dei
conti Rostov che all’inizio della storia ha sedici anni. Andrej s’innamora di
Natasha ma se ne stacca continuamente quasi a voler provare i loro sentimenti.
Nel frattempo Napoleone giunge a Mosca ma qui è umiliato. Tutta la nobiltà è
andata via dalla città, resta solo il popolo che non conta niente e diventa un peso
per gli invasori. E’ stato lasciato proprio per creare confusione e indebolire
il nemico. Ed è nella Mosca in fiamme che assistiamo all’incontro tra il
moribondo Andrej e Natasha. E proprio il loro amore è il nucleo di Guerra e pace su cui confluiscono tutti
i temi del romanzo. Il fidanzamento tra i due, avvenuto verso la metà del
libro, resta un momento fondamentale: il principe divideva il suo mondo in due
parti, l’uno, quello cui apparteneva Natasha e l’altro in cui confluiva tutto
il resto.
Altro personaggio fondamentale
Pierre Bezuchov, uno sbandato, figlio illegittimo di un aristocratico da cui
eredita una grande fortuna. Pierre è un idealista, corre dietro a tutte le
utopie. E’ lui lo scapolo più ambito di tutta la Russia, combatte a Borodino e
conosce l’orrore della guerra. Incarna tutte le domande esistenziali di Tolstoj.
Egli è presente nella Mosca in fiamme, dove va con un preciso compito da
compiere: uccidere Napoleone. Ma fallisce nell’intento ed è fatto prigioniero
dai francesi. Quando Napoleone, per salvarsi, lascia feriti, prigionieri e
salmerie per alleggerire il ritorno, Pierre
viene rilasciato. In questa fase incontra Platon Karataev. L’uomo,
attraverso il racconto della sua storia gli dice che è il destino che sceglie
uno invece di un altro. “La felicità, amico, è come l’acqua in una rete: la
butti e si gonfia, la tiri fuori e non c’è nulla”. La storia è ciò che accade
in presa diretta della vita intrecciandosi con migliaia, milioni di vite
diverse, una materia complicata da tenere in mano. In ogni istante si compie un
destino e non esiste un solo destino al mondo che non meriti ascolto o non
abbia meritato di esistere.
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